Un altro personaggio chiave nelle fiabe è la matrigna (la madre terrificante) che ha due significati molto complessi ed intrecciati: la madre sostitutiva, quindi la strega o la fata cattiva, simbolo di una falsa origine e ciò significa quando noi siamo in preda a falsi principi, falsi ideali ed ideologie politiche, false religioni, falsi amori, questi non possono farci nascere nè crescere, ma a lungo andare ci distruggono nel nome stesso dell'amore (Pensate alla matrigna di Biancaneve o Cenerentola per esempio).
La matrigna però ha un senso positivo nella sua azione malvagia: è sì strega e spaventosa ma alla fine si rivela utile alla protagonista perchè sa cosa si deve fare e come si deve fare (la que sabe "colei che sa" come la chiama Clarissa Pinkola Estés). Non a caso spesso è lei a costringere la fanciulla a superare le prove. Di fronte alla strega (il male, le cadute della vita) la fanciulla (la coscienza) impara a discernere. Così la Matrigna Strega sia nel bene sia nel male insegna alla fanciulla ad affrontare la vita. La pone di fronte ai problemi davanti ai quali la fanciulla ha solo il suo buon senso, quello che qui è stato definito intuito. La matrigna ha il potere di dare una sapienza che la madre buona non riesce a trasmettere: il dolore, l'accettazione degli sbagli, il confronto col male (nella suocera ritroviamo la matrigna e la strega per eccellenza). Dunque la fanciulla (simbolo dell'anima) diventa saggia mettendo in confronto i ricordi dei consigli buoni della madre e superando le tentazioni ed insidie della matrigna. La matrigna in noi è indispensabile, è la voce del contrasto senza la quale non impareremo a valutare mancanze, scompensi, delusioni e fallimenti nella vita.
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