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SE NON DIVENTERETE COME I BAMBINI (presenti nel presente, qui ed ora), NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI (la consapevolezza) - Gesù di Nazareth -

RACCONTI ANTICHI

LA PRECEDENZA A CIO CHE CONTA
Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e comincio a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm. di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di si.

Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di si.

Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la verso dentro il vasetto. Ovviamente la sabbia riempi ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di si, senza dubbio alcuno.

Ora, disse il Professore, voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita: I sassi sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri amici,la vostra salute, i vostri figli - le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa , la scuola .... La sabbia e' tutto il resto...... le piccole cose . Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, continuò il Professore, non ci sarà spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l'auto. Prendetevi cura dei sassi per prima - le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità...il resto e' solo sabbia.

RIFLETTERSI NEGLI ALTRI
NON E' RIFLETTERE SU SE STESSI
"Chi sono io?" chiese un giovane ad un Maestro di spiritualità. "Sei quello che pensi" rispose il saggio. "Te lo spiego con una piccola storia". Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell'orizzonte due persone che si abbracciavano.
"Sono un papà e una mamma", pensò una bambina innocente. "Sono due amici che s'incontrano dopo molti anni", pensò un uomo solo. "Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare", pensò un uomo avido di denaro. "È un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra", pensò una donna dall'anima tenera. "È una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio", pensò un uomo addolorato della morte di una figlia. "Sono due innamorati", pensò una ragazza che sognava l'amore. "Sono due uomini che lottano all'ultimo sangue", pensò un assassino. "Chissà perché si abbracciano", pensò un uomo dal cuore arido. "Che bello vedere due persone che si abbracciano", pensò un uomo di Dio. "Ogni pensiero, concluse il Maestro, rivela a te stesso quello che sei".

CHI E' L'ILLUMINATO?
- "Maestro credi che sono ormai pronto per insegnare agli altri i grande dono che mi è stato dato ed insegnato?"
- "Pensa di essere una candela che si accende!" disse il maestro, "Adesso dimmi che cosa vede per primo la candela?"
- "Vede un tavolo"
- "Non è corretto figliolo, la prima cosa che vede è un altra!"
- " poi si vede un libro sul tavolo e poi oltre il tavolo si vede la stanza le sedie i discepoli e man mano più illumina e si vedono tante cose, maestro!"
- "Sbagliato... la prima cosa che vede la candela appena si accende è se stessa! la candela si illumina prima a se stessa, quindi anche l'uomo saggio la prima cosa che fa è vivere la sapienza, l'illuminato vede tutti come vede se stesso, lo stolto vede se stesso come se fosse un altro. Mi spiace non sei ancora pronto per insegnare agli altri, devi ancora imparare".

MAI CONTENTI ... CHE SODDISFAZIONE !!!
La ragione principale per cui la gente non è felice è che trae una soddisfazione perversa dalle proprie sofferenze " disse il maestro. Raccontò di una volta che stava viaggiando in treno, di notte, nella cuccetta superiore. Era impossibile dormire, perché nella cuccetta inferiore una donna continuava a gemere "oh, che sete che ho... Dio, quanta sete che ho...!" Quel gemito seguitava incessante. Alla fine, il maestro scese la scaletta, percorse il treno in tutta la sua lunghezza, riempì d'acqua due grossi bicchieri, tornò indietro e li porse a quella donna tormentata. "Ecco, signora. L'acqua". "Dio la benedica, signore. Grazie".
Il maestro si arrampicò di nuovo fino alla sua cuccetta, si sistemò comodamente e stava per sprofondare in un sonno beato, quando da sotto gli giunse il lamento: "oh, che sete che avevo... Dio, che sete che avevo... ma perchè avevo tanta sete mio dio?!"
(Anthony De Mello)

LA SAGGEZZA DEI TRE FILTRI DI SOCRATE
(storiella molto bella)
Nella Grecia antica, Socrate era apprezzato da tutti per la sua saggezza. Si racconta che un giorno incontrò un conoscente che gli disse:
"Socrate, sai che cosa ho appena sentito
di un tuo studente? "
"Aspetta un momento," rispose Socrate."Prima che tu me lo dica vorrei che tusostenessi un piccolo esame che è chiamato "Esame dei tre filtri".
- "Tre filtri?".
- "Esatto," continuò Socrate."Prima che tu mi parli del mio studente, filtriamo per un momentociò che stai per dire. 1° filtro, Filtro della Verità: Ti sei accertato al di là di ogni dubbio che ciò che stai per dirmi è vero?"
- "No" disse l'uomo "in effetti me lo hanno raccontato."
- "Bene," disse Socrate. "Quindi tu non sai se sia vero o meno. 2° filtro, Filtro della Bontà: Ciò che stai per dirmi sul mio studente è una cosa buona?"
- "No, il contrario"
- "Allora" Socrate continuò "tu vuoi dirmi qualcosa di male su di lui senza esser certo che sia vero?"
L'uomo si strinse nelle spalle un pò imbarazzato.
Socrate proseguì: "Puoi ancora passare l'esame perchè c'è il 3° filtro, Filtro dell'Utilità: Ciò che vuoi dirmi circa il mio studente mi sarà utile?"
- "veramente...non credo"
- "Bene," concluse il Saggio, "se ciò che vuoi dirmi non è Vero, non è Buono e neppure Utile, perchè me lo vuoi dire?".

CHI CERCA UNA PERSONA PERFETTA NON E' PERFETTO
Mi hanno raccontato di un uomo che era rimasto scapolo per tutta la vita perchè cercava la donna perfetta. Quando compì 70 anni qualcuno gli chiese: "hai viaggiato in lungo e in largo, da New York a Katmandu, Roma, Londra etc, sempre alla ricerca. Non sei riuscito a trovare una donna perfetta? Neanche una?"
Il vecchio si fece triste e rispose: "sì, una volta l'ho trovata. Un giorno, tanto tempo fa, ho trovato una donna perfetta"
L'interlocutore gli chiese: "E cos'è successo? come mai non l'hai sposata?"
Con aria ancora più triste il vecchio rispose:"Cosa potevo fare? Lei era alla ricerca dell'uomo perfetto".
Morale: non esiste la persona perfetta, ma esiste la persona che si adatta perfettamente alle nostre imperfezioni. 

DOVE ANDRAI CHE NON CI SARAI ANCHE TU?
Si racconta di un uomo che viveva in una montagna in una capanna isolata, lui ebbe un sogno di rivelazione: a molti chilometri di distanza, nel paese più lontano, sotto il ponte proprio all'ingresso del paesino c'era seppellito e nascosto un tesoro; il sogno fu così reale e così sconvolgente che la mattina seguente quest'uomo fece fagotto e s'incamminò verso questo paese lontano. Giunto al luogo desiderato vide che tutto era vero: il paesaggio il ponte e l'atmosfera che mai finora aveva visto erano uguali come nel sogno. Ciò le causò ancor più ansia e si precipitò a cercare il tesoro sotto il ponte.

Mentre stava scavando, un uomo passò di lì e lo vide ... "cosa fai forestiero?" ... "sto cercando un tesoro!" . L'uomo richiamò la sua attenzione dicendo: " ...che strano, proprio ieri sera ho sognato che nella casa isolata di un uomo, in un paese lontano che abita nella cima di una montagna, sotto il suo letto, lì c'era un tesoro..." Allora lui comprese il significato e tornò velocemente a casa, scavò sotto il suo letto e lì c'era il tesoro.
Quante volte andiamo lontano? quante volte vi ci rechiamo?

LE STAGIONI DELLA VITA
Un padre mandò i suoi 4 figli in un paese lontano con lo scopo che questi vedessero un albero, lo contemplassero e potessero dire poi al padre tutto quello che avevano visto. I 4 figli partirono in tempi diversi e percorsero strade diverse. Tutti e quattro trovarono l'albero indicato dal padre lo videro a lungo e poi tornarono a casa.
Il padre chiamò a se i 4 figli e chiese al prima di raccontare come era l'albero e questi disse: "Padre era un albero brutto, secco, senza figlie, nessun frutto, mi sembra di aver perso il tempo per un viaggio così lungo!"... al sentire questo il secondo figlio replicò: "sei esagerato fratello, l'albero non era un granché ma aveva uno stupendo fogliame, non mentire, è vero niente frutti, ma dei fiori profumati". I due fratelli discutevano mentre il terzo fratello disse: "sbagliate tutti e due, l'albero aveva frutti, io li ho visti e persino mangiati, non aveva fiori però". la discussione cresceva e divenne peggiore quando l'ultimo figlio aggiunse: "Bugiardi tutti, non aveva frutti, ne foglie splendenti, ma soltanto foglie ingiallite e pronto a seccarsi".
I 4 fratelli fecero una terribile lite, ognuno voleva imporre la propria visione, ognuno era sicuro di quello che diceva, finché intervenne il padre: "Figlioli, fate silenzio, non discutete così accaniti, perchè è la sicurezza delle vostre convinzioni che vi porta ad aggredire l'altro e voler la ragione. Sapete Tutti quanti avete ragione ma nello stesso tempo tutti avete senza saperlo un torto" ... Si fece silenzio tra i 4 ragazzi ed ascoltavano con attenzione.... "Voi avete visto sì lo stesso albero, ma ognuno lo vide in stagioni diverse, quello che ognuno di voi vide è vero, ma incompleto. Così è anche la vita, la verità e le persone: non giudicate mai una cosa da una sola angolatura, mai un concetto vista da una sola cultura, mai una persona per il suo passato, mai giudicare gli altri per le vostre personali impressioni. Tutti abbiamo una parte di verità, ma nessuno l'avrà in maniera piena finchè non sia disponibile di ascoltare ed accogliere l'altro nella sua pienezza di stagione!"

UN GRILLO IN MEZZO ALLA CITTÀ
Una volta un vecchio eremita si recò in città a far visita a suo fratello che da anni non vedeva. Prese l'occasione per far un giro in mezzo alla metropoli. Dopo un po l'eremita disse:
- "Aspetta Fratello mio, qui vicino c'è un grillo"
- "Ma tu sei pazzo, come puoi sentire un grillo in mezzo a questo caos di traffico, clacson, il bacano della gente, la metropolitana!?"
- "eccolo lì" ... infatti l'eremita lo prese con se e lo porto dentro l'erba di un parco nelle vicinanza. Il fratello rimase stupefatto chiedendosi come avesse fatto l'eremita a percepire quella creatura così piccola in mezzo a quella calca di confusione di ogni tipo. Seguirono camminando e l'eremita, all'insaputa del fratello, prese dalla sua tasca una monetina di 1 centesimo e la fece cadere per terra, dopodiché subito suo fratello disse:
- "aspetta fratello mio, qui vicino è caduto uno spicchio di denaro"
- E tu come fai a sentire una monetina in mezzo a questo traffico di macchine clacson, il treno e il bacano della gente? ... 

QUELLO CHE SEI SI RIFLETTE INTORNO A TE
Un giorno il discepolo chiese al maestro: "Maestro perchè hai pochi amici? perchè la tua capanna è così vuota e poco arredata?"... Il maestro rispose: "Una tazza d'acqua versata dentro 10 litri di latte acquisisce il valore del latte. Ma una tazza di latte versata in 10 litri di acqua perde il suo valore. Dimmi chi sono i tuoi amici e ti dirò chi sei tu, fammi vedere l'arredamento della tua capanna e ti dirò cosa hai nella tua anima".

IL SAPORE DEL SAPERE

- Maestro perchè non mi spighi mai fino in fondo le tue parole?
- Che ne diresti se io prendo una mela, la mangio e poi ti spiego qual è il suo sapore ma non ti do di mangiare mai di quella mela?
- Direi che la mela ha il sapore che tu mi hai detto.
- Quindi parleresti per sentito dire e non scopriresti mai quale sia davvero il sapore che ha per te una mela. In quel caso, tu parlerai della mia conoscenza e non della tua. Per questo non ti spiego le cose fino in fondo, sei tu che devi poi scoprirle. Non devi volare con le mie ali, il mio compito è farti vedere dove hai le tue ali... sta a te spiccare il Tuo di volo.

IL MONACO E LA ZANZARA
Un giovane aspirante monaco si recò in un eremo lontano con l'intenzione di controllare il suo carattere, di dominare lo spirito ed acquistare la padronanza di se stesso ed imparare a convivere con gli altri in santa pace. Il maestro dal primo giorno gli assegno una capanna che si caratterizzava per essere avere sempre delle zanzare. Dopo pochi giorni il giovane novizio si lamentò: "Maestro, non capisco perchè Dio ha creato le zanzare, sono inutili, non riesco a pregare, non mi fanno dormire, spesso sono adirato persino le inseguo spacco su di loro gli oggetti che trovo, mi hanno fatto anche bestemmiare... non ce la faccio più". Il maestro rispose: "Se non riesci a sopportare quel piccolo insetto credi di poter accettare le punture degli esseri umani? credi di accettare la loro inutilità? pensi di poter convivere con delle persone fastidiose, inopportune, incomprensibili?".

TI CRITICHERANNO SEMPRE
C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: "guardate quel ragazzo quanto è maleducato... lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano". Allora la moglie disse a suo marito: "non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio." Il marito lo fece scendere e salì lui sull'asino. Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: "guardate che svergognato quel tipo... lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa." Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino. Arrivati al terzo paese, la gente commentava: "Pover'uomo! Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull'asino. E povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!" Allora si misero d'accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: "sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta. Gli spaccheranno la schiena!" Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino. Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: "guarda quei tre idioti: camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!"
Conclusione: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore, una vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.

DAMMI LA LIBERTÀ E SARÒ TUO PRIGIONIERO
Si racconta che nell'Eden paradisiaco gli uccellini si posavano sulle mani soltanto di coloro che non volevano mai ingabbiarli. Chi tentava di prenderli fuggivano e non tornavano mai più su quelle mani. Lo stesso avviene con l'amore: concede prima la libertà a chi ami (è sua non tua, possiede già da sè la libertà, in verità non sei neppure tu che gliela concedi, l'ha avuta sempre, ma te la data per custodirla non per esserne padrone) e per quanto possa volare lontano, tornerà sempre da te... e se non dovesse tornare è perchè non è capace di corrispondere ad un tale amore e libertà, non comprendere la libertà dell'amore ed amara la prigionia altrove risparmiandola a te, perchè è anche prigioniero del suo desiderio chi vuole ingabbiare un uccellino. quindi non è qualcuno che sa amare, quindi non merita la libertà delle tue mani.

È stato chiesto al Dalai Lama: “Cosa l’ha sorpresa di più nell’umanità?”
E Lui ...ha risposto: “ Gli uomini….
perché perdono la salute per fare soldi
e poi perdono i soldi per recuperare la salute.
Perché pensano tanto ansiosamente al futuro
che dimenticano di vivere il presente in tale maniera
che non riescono a vivere né il presente né il futuro.
Perché vivono come se non dovessero morire mai
e perché muoiono come se non avessero mai vissuto." *
(Dalai Lama)

“Andare diritti sulla Via, che cosa significa ?”
fu domandato a un Maestro Zen
E lui rispose:
“Andare diritti al cuore delle cose”
E domando di nuovo:
"Come si riconosce il “cuore” delle cose ?"
Rispose il maestro:
"Puoi andare diritto al cuore
se ti liberi dai condizionamenti"

IMPARA A PREGARE
Un discepolo infastidito disse al maestro:
- Non riesco a pregare, il gracidare delle rane è assordante, mi infastidiscono sempre.
Rispose il maestro con un sorriso:
- Ma allora tu non stai pregando! .... Se tu veramente pregassi capiresti che sono le rane che stanno pregando, il loro non è un rumore ma u suono consono alla loro natura. Quando veramente pregherai il tuo cuore entrerà in armonia con l'universo e capirai che adesso non preghi perchè nel tuo cuore c'è rumore. Un cuore silenzioso non sarà mai infastidito da nessuno suono!.

RACCONTO DELLA NASCITA DEL DUALISMO
Raccontano i taoisti che, nella notte dei tempi,
lo Spirito e la Materia ingaggiarono un combattimento mortale. Alla fine lo Spirito vinse e la materia fu condannata a vivere per sempre nell'interno della Terra. Prima che questo avvenisse, però, la sua testa urtò contro il firmamento mandandolo in frantumi.
La Dea Niuka uscì dal mare, risplendente nella sua armatura di fuoco. Bollendo i colori dell'arcobaleno nel calderone, riuscì a rimettere le stelle al loro posto. Ma non riuscì a trovare due pezzettini, e il firmamento rimase incompleto.
Secondo i taoisti, lì comincia il dualismo dell'amore:
c'è sempre un'anima che attraversa la Terra,
in cerca della sua Altra Parte, affinchè entrambe
si possano incassare nel pezzo vuoto del cielo
e, così, completare la Creazione.

L'ALLUVIONE E ROMOLETTO
C'era un uomo buono e giusto che si chiamava Romoletto.
Romoletto parlava con Dio ogni giorno e Amava e rispettava tutti.
Accadde che venne prevista un'alluvione disastrosa, ma Romoletto fiducioso si rivolse a Dio:
"Signore sono certo che Tu mi aiuterai",
rispose il Signore:
"Non temere Romoletto, sarò sempre con te, non ti accadrà nulla di male, ti salverò".
L'alluvione arrivò e spazzo via tutto, case, campi, ovunque rovina e disperazione....La casa di Romoletto era rimasta salda, ma per fuggire all'acqua si era rifugiato sopra il tetto.
Arrivò una barca con delle brave persone che chiamarono Romoletto:
"Vieni Romoletto, c'è posto anche per te, coraggio, che l'acqua continua a salire!".
Ma Romoletto scosse la testa, era sicuro che Dio l'avrebbe salvato.
Passò un'altra barca, ed un'altra ancora, ma sempre Romoletto rifiutava, la sua fede era incrollabile.
L'acqua però era ormai altissima e Romoletto affogò.
Arrivò in Paradiso perplesso...com'era potuto accadere? Dio non l'aveva salvato!!!
Si presentò a lui cupo e domandò...il Signore lo guardò sorridendo e rispose: "Romoletto, io ti ho mandato tre barche!".

A un discepolo che aveva il terrore
di sbagliare il maestro disse:
"Quelli che non sbagliano mai
fanno l'errore più grande di tutti:
non provano nulla di nuovo !"
(Anthony De Mello)

Una donna saggia che era in viaggio nelle montagne aveva trovato una pietra preziosa in un ruscello. Il giorno successivo incontrò un altro viaggiatore che era affamato, la donna saggia aprì la sua borsa per condividere il suo cibo. Il viaggiatore affamato vide la pietra preziosa e chiese alla donna di donargliela. Lei gliela donò senza esitazione. Il viaggiatore proseguì la sua strada con esultanza pensando alla sua buona sorte. Egli sapeva che il valore della pietra era sufficiente a dargli sicurezza per tutta la vita. Ma pochi giorni dopo tornò a restituire la pietra alla donna saggia.

"Ho pensato," ha detto, "so com'è preziosa la pietra, ma io voglio dartela indietro nella speranza che tu mi possa dare qualcosa di ancora più prezioso. Dammi quello che hai dentro che ti ha permesso di darmi la pietra."

Un uomo chiese a un monaco:
"Che cosa ti insegna la tua vita di silenzio?"
Il monaco, che stava attingendo acqua da un pozzo, gli disse:
"Guarda giù nel pozzo! Cosa vedi?"
"Non vedo nulla" rispose l'uomo.
Passò un po' di tempo e il monaco gli ripeté:
"Guarda ancora! Cosa vedi?"
"Ora vedo me stesso: mi specchio nell'acqua."
Il monaco concluse:
"Quando l'acqua è agitata non si vede nulla: ora l'acqua è tranquilla. Questa è l'esperienza del silenzio: l'uomo vede se stesso."

Parabola dei padri del deserto

Chiese un mistico islamico ai discepoli cosa fosse il timor di Dio. Loro risposero che era l'amore per Dio. Lui scosse il capo ed aggiunse: "No!... Chi pensa di amare Dio è ancora sotto il segno della necessità. Non è il fatto che voi pensate di amare Dio quel che importa. Voi dovete parlare in modo tale che chi vi senta capisca che Dio vi ama. Se non fate sentire questo amore, nessuno crederebbe nel vostro Dio".

LA LEGGENDA DEL RE PESCATORE
La conosci la storia del Re Pescatore? Comincia col re da ragazzo, che doveva passare la notte nella foresta per dimostrare il suo coraggio e diventare re, e mentre passa la notte da solo è visitato da una visione sacra: nel fuoco del bivacco gli appare il Santo Graal, simbolo della grazia divina, e una voce dice al ragazzo: "Tu custodirai il Graal onde possa guarire il cuore degli uomini!". Ma il ragazzo accecato dalla visione di una vita piena di potere, di gloria, di bellezza, in uno stato di completo stupore, si sentì per un attimo non un ragazzo, ma onnipotente come Dio, allungò la mano per prendere il Graal e il Graal svanì, lasciandogli la mano tremendamente ustionata dal fuoco. E mentre il ragazzo cresceva, la ferita si approfondiva, finché un giorno la vita per lui non ebbe più scopo, non aveva più fede in nessuno, neanche in sé stesso, non poteva amare ne sentirsi amato, era ammalato di troppa esperienza, e cominciò a morire. Un giorno un giullare entrò al castello e trovò il re da solo, ed essendo un semplice di spirito egli non vide il re, vide soltanto un uomo solo e sofferente, e chiese al re: "Che ti addolora amico?" e il re gli rispose: "Ho sete e vorrei un po' d'acqua per rinfrescarmi la gola". Allora il giullare prese una tazza che era accanto al letto, la riempì d'acqua e la porse al re, ed il re cominciando a bere si rese conto che la piaga si era rimarginata. Si guardò le mani e vide che c'era il Santo Graal, quello che aveva cercato per tutta la vita. Si volse al giullare e chiese stupito: "Come hai potuto trovare tu quello che i miei valorosi cavalieri mai hanno trovato?" e il giullare rispose: "Io non lo so, sapevo solo che avevi sete". 

LE VERA METAMORFOSI DI KAFKA
Un anno prima della sua morte, Franz Kafka visse un’esperienza insolita. Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina, Elsi, che piangeva sconsolata: aveva perduto la sua bambola preferita, Brigida. Kafka si offrì di aiutarla a cercarla e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso posto.
Incapace di trovare la bambola scrisse una lettera – da parte della bambola – e la portò con se quando si rincontrarono. “Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure…”, così cominciava la lettera.
Qui nasce il libro romanzo "La Bambola Viaggiatrice". Il gioco durò come minimo tre settimane. Franz aveva una paura terribile al pensiero di come avrebbe potuto finire il tutto. Il giorno successivo portò la lettera alla bambina, che l’attendeva al parco. La bambola spiegava che ne aveva abbastanza di vivere sempre nella stessa famiglia ed esprimeva il desiderio di cambiare un po’ aria, in una parola, voleva separarsi per qualche tempo dalla bambina, cui per altro voleva molto bene. Prometteva tuttavia di scrivere ogni giorno – e Kafka scrisse effettivamente una lettera ogni giorno, raccontando di sempre nuove avventure, le quali, seguendo il particolare ritmo vitale delle bambole, si snodavano in modo rapidissimo. Cercò a lungo e decise alla fine di far sposare la bambola. Descrisse dapprima il futuro marito, la festa di fidanzamento, i preparativi del matrimonio, poi in ogni dettaglio la casa dei giovani sposi: “Vedi tu stessa che dovremo rinunciare a rivederci in futuro”.
 La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine Kafka le regalò una bambola. Era ovviamente diversa dalla bambola perduta, e in un biglietto accluso spiegò: “i miei viaggi mi hanno cambiata”. La bambina allora abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa con sé.
Un anno dopo Kafka morì.
Molti anni dopo, la fanciulla oramai adulta trovò una letterina nascosta dentro la bambola. Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto: "Tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un'altra forma."


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