ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
BREVE TRAMA
Alice, una bambina di sette anni e mezzo, si trova sdraiata in un giardino con la sorella che sta
leggendo un libro noioso (senza figure e senza dialoghi) quando, all'improvviso, vede passare
uno strano coniglio bianco con il panciotto che cammina a passo svelto, osservando un orologio
e parlottando tra sé. Alice decide di seguirlo e precipita giù per una tana molto profonda,
finendo in un mondo fatto di paradossi, assurdità e nonsensi, dove non esistono le regole comuni che caratterizzano il mondo cosiddetto “normale”. In questo paese, Alice, spinta dalla curiosità tipica del suo essere bambina, mangia e beve cose che le fanno cambiare dimensione.
Nel suo viaggio non è mai sola: incontra personaggi alquanto strani, come ad esempio un Bruco, un Gatto che parla e poi svanisce, un Cappellaio Matto e una Lepre Marzolina che prendono un tè senza tempo. La bambina partecipa poi ad una partita di croquet, indetta dalla Regina di Cuori e in seguito si trova coinvolta in un processo, durante il quale trova il coraggio di ribellarsi alle assurdità delle disposizioni imposte dalla “sanguinaria” sovrana. E' proprio in quel momento che Alice riconquista le sue dimensioni normali e, risvegliandosi, racconta il suo viaggio alla sorella.
ALICE E LA SINDROME DELL'INFANZIA PERDUTA
Alice è in noi il viaggio verso l'infanzia, è solo una bambina di 7 anni che però ha le caratteristiche dell'anima matura: vivace, curiosa e molto ubbidiente, ma non disposta ad accettare alcun tipo di sopruso. Senz’altro si può dire che è una bambina che ha ricevuto una rigida educazione morale e questo lo possiamo ricavare dal testo nelle parti in cui Alice si sente confusa perché non comprende le regole vigenti all'interno del Paese delle Meraviglie e del Mondo dello Specchio. E poi, in fine, ma non per ultima la qualità essenziale del viaggio: la ricerca di se stessi attraverso il sogno, facendo del sogno lo specchio di una realtà suprema e divina.
TRA CONOSCENZA E NOZIONI INTELLETTUALI
Alice, una bambina di sette anni e mezzo, si trova sdraiata in un giardino con la sorella che sta leggendo un libro noioso (senza figure e senza dialoghi). La fiaba inizia con questa distinzione: un viaggio attraverso un libro significa mettersi in relazione con la realtà che ci circonda. La conoscenza si configura come un ritmo scandito da due momenti: dapprima la fuga verso qualcosa che non c’è, che non si conosce ,ma che attira la curiosità, l’attenzione e rappresenta lo spunto che dà inizio al viaggio -rappresentati in questi testi dall'entrata nella tana del coniglio e nel passaggio al di là dello specchio- e poi il ritorno al mondo reale per mettere ordine su quanto vissuto e poter arricchire chi ci sta vicino delle esperienze fatte. Quindi il libro della vita va vissuto, non solo letto, la conoscenza è esperienza, senza vita restano soltanto nozioni, informazioni. Il Giardino è simbolo del cuore, ma in quel giardino c'è la tana dell'inconscio, del BianConiglio. Questo sta a significare che le nozioni apprese nella testa devono scende poi nel profondo del cuore ed è questo il viaggio che farà Alice, una vera a propria caduta, crisi, perdita dell'identità.
BEATO CHI INTRAVVEDE E SEGUE IL BIANCONIGLIO
Questo personaggio è ricco di archetipi e simboli: il suo senso dell’urgenza è il richiamo alla ricerca; l'orologio è il senso del tempo, non credete che ci sia sempre abbastanza, per conoscere se stessi ci vuole un eternità e soltanto varcando le dimensioni spazio-tempo potremmo intuire chi siamo. Il Coniglio Bianco non si relaziona mai direttamente con Alice: Lui è in noi l'istinto dolce ma selvaggio dell'inconscio che ci conduce alla sua tana profonda del cuore e dell'essenza dell'anima umana. Ad ognuno di noi prima o poi nella vita ci si presenta questo Coniglio: L'immagine del coniglio bianco indica un evento inaspettato che porta alla comprensione
di una realtà superiore che sconvolge in un solo attimo le convinzioni di una vita. Seguire il coniglio bianco vuol dire fare attenzione a piccoli eventi apparentemente insignificanti. Chiunque si incuriosisce alle stranezze può essere trasportato in un altro "paese delle meraviglie". Il coniglio che Alice incontra è bianco ed il bianco è il colore del passaggio, il simbolo di un mondo in cui tutti i colori sono svaniti. Il bianco è il colore dell'iniziazione e della rivelazione.Questo personaggio è ricco di archetipi e simboli: il suo senso dell’urgenza è il richiamo alla ricerca; l'orologio è il senso del tempo, non credete che ci sia sempre abbastanza, per conoscere se stessi ci vuole un eternità e soltanto varcando le dimensioni spazio-tempo potremmo intuire chi siamo. Il Coniglio Bianco non si relaziona mai direttamente con Alice: Lui è in noi l'istinto dolce ma selvaggio dell'inconscio che ci conduce alla sua tana profonda del cuore e dell'essenza dell'anima umana. Ad ognuno di noi prima o poi nella vita ci si presenta questo Coniglio: L'immagine del coniglio bianco indica un evento inaspettato che porta alla comprensione
NON HA MAI TEMPO CHI LO PERDE
Una caratteristica del Bianconiglio è che corre sempre con un orologio in mano mormorando che è in ritardo. Cosa significa? il tempo è un lusso, una delle lamentele più comuni oggi è "non ho tempo", è come se la nostra vita fosse ipotecata dalle mille faccende che dobbiamo fare: tempo per la spesa, per il lavoro, per le commissioni, per i pagamenti, etc... ma il tempo per noi stessi? il tempo per l'anima? Ecco il coniglio che ci dice che siamo sempre in ritardo. Volete sapere un segreto: per trovare il tempo lo dovete già avere, quindi per dedicarvi a voi dovete possedervi, avere una passione spirituale perchè ognuno trova tempo per quello che ama, se amate le cose troverete tempo per quelle cose, se amate voi stessi troverete il tempo per la introspezione e il risveglio spirituale. Seguite in tempo il Bianconiglio.
LA RISALITA NELLE PROFONDITÀ DELL'ANIMA
Per crescere si deve scendere, ecco il paradosso della psiche umana, è il paradosso del paese delle meraviglie: Alice decide di seguir il BianConiglio e precipita giù per una tana molto profonda, finendo in un mondo fatto di paradossi, assurdità e nonsensi, dove non esistono le regole comuni che caratterizzano il mondo cosiddetto “normale”. In questo mondo interiore noi ci ritroviamo smarriti, tutte le nostre convinzioni vengono meno, la consapevolezza arriva proprio attraverso questa caduta crisi o perdita.
Per crescere si deve scendere, ecco il paradosso della psiche umana, è il paradosso del paese delle meraviglie: Alice decide di seguir il BianConiglio e precipita giù per una tana molto profonda, finendo in un mondo fatto di paradossi, assurdità e nonsensi, dove non esistono le regole comuni che caratterizzano il mondo cosiddetto “normale”. In questo mondo interiore noi ci ritroviamo smarriti, tutte le nostre convinzioni vengono meno, la consapevolezza arriva proprio attraverso questa caduta crisi o perdita.
IL POZZO DELLA CONOSCENZA INFINITA
Prosegue la fiaba di Alice ... "o il pozzo era straordinariamente profondo o ella ruzzolava giù con grande lentezza, perché ebbe tempo, cadendo, di guardarsi intorno e di pensar meravigliata alle conseguenze. Aguzzò gli occhi, e cercò di fissare il fondo, per scoprire qualche cosa; ma in fondo era buio pesto e non si scopriva nulla. Guardò le pareti del pozzo e s'accorse che erano rivestite di scaffali di biblioteche; e sparse qua e là di mappe e quadri, sospesi a chiodi".
La grandezza di una persona è pari alle profondità di esplorare dentro se stessa e questa si traduce nell'umiltà con cui si presenza fuori nel mondo reale, perchè dimostra da quanto in basso è riuscita a risalire e dominare su se stessa.
LA CHIAVE PER CONOSCERE È SENTIRE
Alice trova due oggetti, guardali, sono come le facoltà dell'anima, agiscono allo stesso modo: una bottiglia con una pozione magica (la testa con la conoscenza) e una chiave (del cuore). Cosa facciamo per istinto? beviamo senza chiave (conoscenza senza cuore, apprendimento senza umiltà, teorie senza pratica).
IL DILEMMA DELLA PORTA DELL'ANIMA
Questo è uno dei passaggi più spettacolari della fiaba: Alice dopo la caduta (introspezione) arriva in una stanza piena di porte (sono le scelte della vita, le opzioni delle scelte, le ragioni delle opzioni); L'unica porta che si apre è troppo piccola (la semplicità) Alice non ci può passare. Trovò un'ampolla dove c'era scritto "bevi", era una pozione che la faceva diventare piccolissima (è la consapevolezza del Nulla), ma questa va accompagnata dalla "chiave d'oro" che è l'umiltà, altrimenti si diventa soltanto spregevoli, timidi, pusillanime perchè la vera umiltà non ha nulla a che vedere col disprezzo di se stessi. Infatti Alice prende la bevuta ma dimentica sopra il tavolino la chiave (tipico di chi vuole essere umile per sentirsi orgogliosamente superiore agli altri) ed infatti Alice non poteva uscire. Ne trovò allora un pasticcino (la conoscenza) dove c'era scritto "mangia", Alice ne prese e divenne gigante tanto da toccare con la testa il tetto: è il cibo della conoscenza, ti fa diventare grande però dentro te stesso allora si può riprendere la chiave dell'umiltà e bere di nuovo dell'ampolla. Ecco quando si è pronti ad inoltrarsi nel mondo dell'anima e dello spirito: con la consapevolezza del Nulla dei limiti umani e della materia (l'infinitamente piccolo) e del Tutto della conoscenza (l'infinitamente grande). Allora e soltanto allora si apre l'atrio dell'anima ed Alice sbocca in un mondo magico.
Questo è uno dei passaggi più spettacolari della fiaba: Alice dopo la caduta (introspezione) arriva in una stanza piena di porte (sono le scelte della vita, le opzioni delle scelte, le ragioni delle opzioni); L'unica porta che si apre è troppo piccola (la semplicità) Alice non ci può passare. Trovò un'ampolla dove c'era scritto "bevi", era una pozione che la faceva diventare piccolissima (è la consapevolezza del Nulla), ma questa va accompagnata dalla "chiave d'oro" che è l'umiltà, altrimenti si diventa soltanto spregevoli, timidi, pusillanime perchè la vera umiltà non ha nulla a che vedere col disprezzo di se stessi. Infatti Alice prende la bevuta ma dimentica sopra il tavolino la chiave (tipico di chi vuole essere umile per sentirsi orgogliosamente superiore agli altri) ed infatti Alice non poteva uscire. Ne trovò allora un pasticcino (la conoscenza) dove c'era scritto "mangia", Alice ne prese e divenne gigante tanto da toccare con la testa il tetto: è il cibo della conoscenza, ti fa diventare grande però dentro te stesso allora si può riprendere la chiave dell'umiltà e bere di nuovo dell'ampolla. Ecco quando si è pronti ad inoltrarsi nel mondo dell'anima e dello spirito: con la consapevolezza del Nulla dei limiti umani e della materia (l'infinitamente piccolo) e del Tutto della conoscenza (l'infinitamente grande). Allora e soltanto allora si apre l'atrio dell'anima ed Alice sbocca in un mondo magico.
DIGERIRE SE STESSI E' ACCETTARSI
Quando Alice trova la bottiglia dove dice "bevimi" è la sua stessa voce della coscienza che in qualche modo la invita a bere se stessa, cioè ad accettarsi, a conoscersi. È così difficile accettarsi, siamo bevande amare. In effetti, l'effetto è quello di rimpicciolirsi, ci sentiamo come scomparire, essere niente, minuscoli insignificanti.
COMPLESSI DI INFERIORITÀ E DI SUPERIORITÀ
Il momento in cui Alice deve capire come varcare la porta dell'anima, quella che conduce al Paese delle Meraviglie, ha un doppio contrasto, un drink che la rimpicciolisce e una torta che la rende enorme. Guardate: sulla via dell'introspezione spirituale ci sono due trappole o il sentirsi privilegiati, illuminati, santi, angeli così immensi e giganti che l'Io riesce a malapena a vivere dentro di noi, si diventa megalomani, il mondo per noi è piccolo, oppure il contrario, sentirsi meschino , fingendosi sempre vittime, vigliacchi, credendosi vermi, degni di disprezzo e senza valore, piccoli come una pulce o un verme da schiacciare. Nei casi veramente patologici, un complesso si nasconde nell'altro.
DUE TIPI DI LACRIME
Alice vedendosi crescere fino a sentirsi schiacciata dalla sua stessa grandezza dentro la stanza iniziò a piangere. Ricordiamo che è la grandezza dell'Ego che ad un certo punto soffoca l'anima. La tristezza è un sintomo proprio dell'anima che chiede aiuto, le lacrime sono condensati di emozioni e ci sono di due tipi: le lacrime che annebbiano la vista quindi piangi ma non capisci niente, sono lacrime noiose, rumorose, tipiche dei bambini viziati, lacrime che non danno alcun frutto anzi ti intasano e ti annegano. E poi ci sono le lacrime che chiariscono la vista, ti fanno vedere bene dove è il male, ti sfogano ed ecco che Alice in questo mare di lacrime vede nuotare alcuni animali. Ricordiamo che gli animali sono simbolo sempre delle nostre forze selvagge, inconsci, istintive per cui in quelli animali Alice comprende la via d'uscita.
IL BRUCALIFFO
Alice s'intrattiene col Brucaliffo, che trova su d'un fungo a fumare un Narghilè. Prima d'andarsene, dopo essere diventato farfalla usando una nuvola di fumo come bozzolo, il bruco le rivela che le due parti del fungo la possono far crescere e rimpicciolire a suo piacimento.
Il Bruco è simbolo di cambiamento, ogni tipo di crescita, di qualunque tipo essa sia, fisica o intellettuale, provoca dei profondi cambiamenti in ognuno di noi. Il colore del Bruco "azzurro" è simbolo del distacco, celeste, per purezza secondo solo al vuoto totale del bianco e, come questo, espressione del distacco dai valori materiali. Il cambiamento delle nostre abitudini tendenze vizi comportamenti caratteriali brutti (da bruco) che diventano poi buoni (farfalle). E' il volo della rinascita.
Il Bruco è simbolo di cambiamento, ogni tipo di crescita, di qualunque tipo essa sia, fisica o intellettuale, provoca dei profondi cambiamenti in ognuno di noi. Il colore del Bruco "azzurro" è simbolo del distacco, celeste, per purezza secondo solo al vuoto totale del bianco e, come questo, espressione del distacco dai valori materiali. Il cambiamento delle nostre abitudini tendenze vizi comportamenti caratteriali brutti (da bruco) che diventano poi buoni (farfalle). E' il volo della rinascita.
ALICE L'ANTITESI DI PETER PAN
Peter Pan è un uomo che resta bambino nel suo aspetto negativo, Alice è una bambina che interiormente diventa adulta nel suo aspetto positivo. Non sempre si cresce interiormente con lo sviluppo fisico del corpo esteriormente. Non vi meravigliate quindi di trovare persone di anni 40 ma di crescita interiore come se fossero ancora bimbi di 20 anni. Il “diventare grande” di Alice non è solo un mutamento di dimensioni, ma la conquistata capacità di saper gestire il proprio rapporto con il mondo irreale e con le persone ambigue, allora sai essere reale e sempre coerente.
IL TERRIBILE PAESE DELLE MERAVIGLIE
Pensate che sia meraviglioso un paese di personaggi strani, di mostri che ti danno la caccia, di insidie a non finire? Alice dovrà confrontarsi con sentimenti di rabbia, dispiacere, spavento, noia, paura, vergogna, frustrazione e tanto altro nel momento in cui entrerà in relazioni con situazioni che escono fuori dai suoi schemi mentali, che non corrispondono alle sue aspettative, in un mondo che velocemente va avanti seguendo delle regole che ai suoi occhi appaiono senza senso. Il mondo dell'inconscio è meraviglioso soltanto quando sei in grado di gestirlo, quando sei capace di autocontrollo in mezzo al caos, di pazienza in mezzo alla disperazione, di ragionevolezza in mezzo alla pazzia collettiva, soltanto allora il viaggio diventa "Meraviglioso" , un’esperienza meravigliosa, unica ed irripetibile, altrimenti è un vero tormento.
Pensate che sia meraviglioso un paese di personaggi strani, di mostri che ti danno la caccia, di insidie a non finire? Alice dovrà confrontarsi con sentimenti di rabbia, dispiacere, spavento, noia, paura, vergogna, frustrazione e tanto altro nel momento in cui entrerà in relazioni con situazioni che escono fuori dai suoi schemi mentali, che non corrispondono alle sue aspettative, in un mondo che velocemente va avanti seguendo delle regole che ai suoi occhi appaiono senza senso. Il mondo dell'inconscio è meraviglioso soltanto quando sei in grado di gestirlo, quando sei capace di autocontrollo in mezzo al caos, di pazienza in mezzo alla disperazione, di ragionevolezza in mezzo alla pazzia collettiva, soltanto allora il viaggio diventa "Meraviglioso" , un’esperienza meravigliosa, unica ed irripetibile, altrimenti è un vero tormento.
IL BAMBINO INTERIORE
Molto si parla del bambino interiore, quella parte di noi che resta pura ma anche ferita, ha la chiave della nostra conoscenza ma è anche il moto dell'inconscio. C'è un passaggio in Alice che racchiude tutti questi simboli ed archetipi. Alicia trova una piccola casa nel bosco ed entrando trova una Duchessa che ha in braccio un neonato, ecco il bambino interiore, lei lo affida ad Alice e le disse di prendersi cura di lui. La Duchessa deve andare dalla Regina di Cuore a giocare a croquet (sono due donne, il confronto psichico che vedremo più avanti). Quando Alice però prende in braccio il bambino questo si trasforma in un maiale. Ricordiamo che il maiale è la nostra parte selvaggia più istintiva e malintesa, ritenuta talvolta sporca e volgare, ma è proprio quella che va redenta e di fatto Alice porta il maiale nella foresta, nel suo habitat naturale e lo rende libero, proprio quello che dobbiamo fare con il nostro istinto selvaggio e trascendentale, dargli lo spazio che merita: l'eternità, la spiritualità, la libertà.
CHE COS'È LA REALTÀ PER ALICE?
La metafora di Alice sta nella contraddizione che lei mette in risalto: accedere ad un mondo introspettivo dove lo stato alterato della nostra coscienza percepisce una realtà superiore, dove la verità si rivela attraverso un ambiente onirico, folle, fuori dagli schemi, dove le leggi della natura non ubbidiscono alla logica del nostro cosiddetto mondo "normale". La realtà allora appare irreale in questo nostro mondo, quello che pensavamo normale non è niente altro che una regola anormale per isolarci dalla verità. Alice è la ricerca di un identità superiore che può essere raggiunta soltanto attraverso un infanzia spirituale (il credere nella propria innocenza e divinità).
PS: nella foto Alice Liddel, la ragazzina che ispirò a Lewis Carroll le fantasie del mondo meraviglioso di questa opera letteraria.
ALICE NEL PAESE DEGLI ADULTI SENZA MERAVIGLIA
Alice scopre il noioso mondo degli adulti che scambiano la serietà con la rigidità, che abbandonano il gioco perchè lo ritengono irreale e poco serio e finiscono per ingannare ed ingannarsi sul serio, per giocare con la vita a rischio di perdere il suo senso esistenziale. ‘Diventare grandi ’ significa diventare adulti, sé stessi. Ma qual è la grandezza giusta? Come fare a diventare grandi senza essere chiusi, giudicanti e aridi? Come fare a rimanere piccoli senza essere sopraffatti da un mondo di rigidità nel nome delle regole? Allora Alice scopre un mondo diverso, dove si è diversi, un ‘paese delle meraviglie ’ dove tutto è rovesciato, un mondo allo specchio dove la logica è l’analogia e il rigore è il paradosso, dove l’alto e il basso, il piccolo e il grande s’invertono e si corrispondono.
Alice scopre il noioso mondo degli adulti che scambiano la serietà con la rigidità, che abbandonano il gioco perchè lo ritengono irreale e poco serio e finiscono per ingannare ed ingannarsi sul serio, per giocare con la vita a rischio di perdere il suo senso esistenziale. ‘Diventare grandi ’ significa diventare adulti, sé stessi. Ma qual è la grandezza giusta? Come fare a diventare grandi senza essere chiusi, giudicanti e aridi? Come fare a rimanere piccoli senza essere sopraffatti da un mondo di rigidità nel nome delle regole? Allora Alice scopre un mondo diverso, dove si è diversi, un ‘paese delle meraviglie ’ dove tutto è rovesciato, un mondo allo specchio dove la logica è l’analogia e il rigore è il paradosso, dove l’alto e il basso, il piccolo e il grande s’invertono e si corrispondono.
L'ARMONIA DELLA DUALITÀ
Uno dei primi incontri che Alice fa nel paese delle meraviglie è quello con i gemelli Pincopanco e Pancopinco che rappresentano la dualità che ben si coglie nel mondo intellettuale, questo enigma degli opposti uguali e diversi, sole e luna, il bene e il male, che però nella realtà della natura sono in unione armonia e semplicità.
DUALISMO E DUALITÀ
La nostra mente è fatta in modo tale da distinguere la realtà, ma la realtà è duale, ecco perché al momento la distingue, la divide mentre la realtà è un'unità. Guardate la foto a lato, sebbene le due persone siano in una posizione totalmente diversa, le loro ombre sono perfettamente identiche, quindi nell'intuizione del duale (yin e yang sono la stessa cosa nel sentire ma non nel pensare). Sul lato sinistro, Alice, quando è d'accordo con un gemello, non è d'accordo con l'altro. Quindi possiamo concludere che la realtà è duale, la dualità è lo stato normale delle cose, mentre il dualismo è il modo squilibrato con cui la nostra mente acquisisce informazioni dal duale, l'errore è inevitabile, ma è un errore naturale, non contro natura, è il passaggio di una dimensione dove le leggi dello spirito cambiano la materia. È molto difficile comprendere questa dimensione psichica, perché non si riesce mai ad essere d'accordo con le due, la nostra mente duale non è programmata per catturare in modo unito la sua bipolarità, la si può sentire duale ma non pensare, ecco perché il pensiero sarà sempre limitato, la sensazione no.
Una curiosità: nell'anime Kiddy Grade ci sono due gemelli di nome Tweedledee (ragazza) e Tweedledum (ragazzo). Il ragazzo Tweedledee ha il potere di controllare i campi elettrici (cervello-Yang), e la ragazza Tweedledum ha il potere di controllare i campi magnetici (cuore-Yin). Quando uniscono i loro poteri creano un fenomeno gravitazionale noto come "Windstoß".
UN GATTO RANDAGIO CHE FA DI ORIENTAMENTO !
- Alice: Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere!
- Stregatto: Be', tutto dipende da dove vuoi andare!
- Alice: Oh veramente importa poco purché io riesca...
- Stregatto: Be', allora importa poco che strada prendi!
In un mondo selvaggio e senza orientamento, come quello dell'inconscio, credo che il fatto che sia un gatto a far da consigliere su dove Alice potrebbe andare è molto significativo: il gatto è la massima espressione di un istinto selvaggio familiare quasi domestico, un felino amico. E di fatti alla fin fine lo Stragatto disse ad Alice che ovunque vada troverà soltanto dei matti.
- Alice: Volevo soltanto chiederle che strada devo prendere!
- Stregatto: Be', tutto dipende da dove vuoi andare!
- Alice: Oh veramente importa poco purché io riesca...
- Stregatto: Be', allora importa poco che strada prendi!
In un mondo selvaggio e senza orientamento, come quello dell'inconscio, credo che il fatto che sia un gatto a far da consigliere su dove Alice potrebbe andare è molto significativo: il gatto è la massima espressione di un istinto selvaggio familiare quasi domestico, un felino amico. E di fatti alla fin fine lo Stragatto disse ad Alice che ovunque vada troverà soltanto dei matti.
LA SFORTUNATA DEL GATTO NERO E' L'IGNORANZA DEI SUPERTIZIOSI
In un mondo selvaggio e disorientato, come quello dell'inconscio, penso che sia molto significativo il fatto che sia un gatto che avverte dove potrebbe andare Alice: il gatto è la massima espressione di un istinto selvaggio quasi domestico, un amico felino. E infatti, alla fine, il Gatto ha detto ad Alice che ovunque vada troverà solo dei pazzi, questa è l'unica guida ragionevole che il gatto ti dà.
Il gatto è un felino in miniatura, la sua manifestazione è la libertà errante. Nella storia ha la capacità di apparire e scomparire a piacimento, perché è istinto. La sua caratteristica è il suo sorriso eterno, direi stampato, un sorriso simile alla felicità che spesso scompare ma rimane come uno scherzo di tristezza e infatti il Gatto confonde Alicia scomparendo completamente tranne il sorriso, questa dentiera felice allora sembra più macabra, e disse: avresti potuto vedere un gatto senza sorriso ma mai un sorriso senza gatto (non c'è felicità senza motivo perché la felicità è la ragione di tutto).
OGGETTIVIZZARE L'ISTINTO
Nel gioco del croquet è scioccante quando gli animali prendono il posto degli oggetti: le mazze sono fenicotteri, le palle sono ricci, le porte da attraversare sono le carte umanoidi. Nel mondo onirico non esiste nè il tempo nè lo spazio e tanto meno le forme sono legate alle leggi nostre naturali, per questo colpire un riccio con un fenicottero è più che normale, se ricordiamo che l'animale nei sogni è istinto (soggettivo) renderlo un oggetto è la maestria di imparare a manipolare l'inconscio. Ma qui sta la contradizione: a regnare nell'inconscio è la Regina di cuori, una pazza inconsciente, è la nostra inconsapevolezza. L'unica cosa che lei sa fare è privarci di ogni ragione: "tagliateli la testa" è il suo imperativo.
LA LEGGE IMMORALE IMPOSTA AL VOSTRO INCONSCIO
- Regina di Cuori: E ora... da dove vieni, e dove sei diretta?
- Alice: Cercavo di ritrovare la mia strada.
- Regina di Cuori: [urlando] La tua strada? Tutte le strade qui sono mie!
La regina di cuori, è il simbolo del super Io, del potere che vuole dominare la nostra dimensione interiore basandosi nelle leggi morali non coerenti con le leggi della natura del mondo delle meraviglie dell'anima. Lei rossa come il sangue, la passione e la collera, probabile caricatura satirica della sovrana del potere. Lei usa le persone come numeri: sono le carte di gioco, non istruisce le menti ma taglia la testa di cui non le sta a genio (immagine sublime di chi spesso governa i popoli: i politici), nel gioco solo lei può vincere. L'unico modo di sconfiggere la Regina è diventando Grandi, Alice cresce, cambia sempre statura finchè ha finalmente il coraggio di affrontare la Regina, di dire la verità, di avere una chiara visione delle cose: la sua. Ed è proprio nel momento della sua massima maturazione, del suo essere davvero cresciuta al di là della statura, che si sveglia e può tornare alla tranquilla certezza del suo quotidiano. Finchè siamo soggetti al potere siamo ancora vittime di un mondo illusorio e mai in contatto con la nostra realtà.
- Regina di Cuori: E ora... da dove vieni, e dove sei diretta?
- Alice: Cercavo di ritrovare la mia strada.
- Regina di Cuori: [urlando] La tua strada? Tutte le strade qui sono mie!
La regina di cuori, è il simbolo del super Io, del potere che vuole dominare la nostra dimensione interiore basandosi nelle leggi morali non coerenti con le leggi della natura del mondo delle meraviglie dell'anima. Lei rossa come il sangue, la passione e la collera, probabile caricatura satirica della sovrana del potere. Lei usa le persone come numeri: sono le carte di gioco, non istruisce le menti ma taglia la testa di cui non le sta a genio (immagine sublime di chi spesso governa i popoli: i politici), nel gioco solo lei può vincere. L'unico modo di sconfiggere la Regina è diventando Grandi, Alice cresce, cambia sempre statura finchè ha finalmente il coraggio di affrontare la Regina, di dire la verità, di avere una chiara visione delle cose: la sua. Ed è proprio nel momento della sua massima maturazione, del suo essere davvero cresciuta al di là della statura, che si sveglia e può tornare alla tranquilla certezza del suo quotidiano. Finchè siamo soggetti al potere siamo ancora vittime di un mondo illusorio e mai in contatto con la nostra realtà.
CHE LI TAGLIANO LA TESTA
La Regina di Cuori è una dittatrice, ma è sciocca perchè al cuore non si comanda, è il cuore chi comanda noi. Quando qualcuno ha un idea diversa della sua, lei gli taglia la testa. E uno dei più grandi nostri difetti, volere sempre avere la ragione perchè questa questa ci sentiamo persi, meglio far perdere agli altri la testa. Quando in noi invece si svegli l'istinto selvaggio, non sentiamo più il bisogno del paragone, dell'aprovazione altrui, dell'accettazione e quindi non subiamo più la critica, questo istinto è il Gatto Cheshire che mette la Regina in scacco matto. Il gatto appare ma questa volta soltanto spunta la testa e la Regina ordina come al solito che gliela taglino, ma è impossibile tagliare la testa a qualcuno che non ha il corpo. Regina e boia sono in completa confusione. Infatti quando a noi in interessa più la dimensione materiale, quando non seguiamo la moda, quando abbiamo un idea nostra, quando non ci interessa il parere altrui o casa dirà la gente siamo solo testa e non ce la possono tagliare, questo tipo di persone sono enigmatiche, vengono disprezzate ma ammirate, esclusi ma invidiati. Per capire il gatto la Regina si vede obbligata a liberare dal carcere la Duchessa, la proprietaria del gatto, ma questo scompare. Questa liberazione è proprio il frutto di chi segue la testa, la propria personalità, l'intuizione, senza alcun condizionamento sociale (ecco la nostra Duchessa liberata, come diceva poi il cappellaio matto: "Non ho bisogno che le persone commentino la mia vita, il mio lavoro, le amicizie o le relazioni amorose. Ho il mio modo di fare le cose e, nel bene o nel male, è mio". Se la tua testa (o personalità) è immensa, i pidocchi che ci passano la vita sopra, non possono mai tagliarti la testa, non sanno nemmeno che ci vivono sopra
QUANDO LA LOGICA E' ILLOGICA !
Il famoso banchetto del Cappellaio Matto non è altro che un botta e risposta per dimostrare come la logica sociale sia spesso contraddittoria, fuorviante e completamente distante dalla realtà. Il cappello è simbolo di retorica in quanto copre la testa cioè la ragione. Il Cappellaio è simbolo di astuzia, di loquacità, col cappello puoi coprire abbellire nascondere la testa, così come con le giuste parole puoi nascondere la verità, abbellire le bugie, confondere le idee altrui. La pazzia del Cappellaio è la capacità di far credere agli altri che sono nel giusto nascondendo la verità senza far sentire gli altri dei falsi, ma dimostrando poi che sono incoerenti li spiazza nell'ambiguità. Questo è un personaggio fondamentale per la ragionevolezza in quanto essa nelle sue massime espressioni non può fare a meno della pazzia in quanto il mondo che la investe è davvero irreale, incomprensibile, illogico, assurdo... per questo sono i geni e i saggi ad assumere degli atteggiamenti folli per proteggere la loro ragione suprema.
Il famoso banchetto del Cappellaio Matto non è altro che un botta e risposta per dimostrare come la logica sociale sia spesso contraddittoria, fuorviante e completamente distante dalla realtà. Il cappello è simbolo di retorica in quanto copre la testa cioè la ragione. Il Cappellaio è simbolo di astuzia, di loquacità, col cappello puoi coprire abbellire nascondere la testa, così come con le giuste parole puoi nascondere la verità, abbellire le bugie, confondere le idee altrui. La pazzia del Cappellaio è la capacità di far credere agli altri che sono nel giusto nascondendo la verità senza far sentire gli altri dei falsi, ma dimostrando poi che sono incoerenti li spiazza nell'ambiguità. Questo è un personaggio fondamentale per la ragionevolezza in quanto essa nelle sue massime espressioni non può fare a meno della pazzia in quanto il mondo che la investe è davvero irreale, incomprensibile, illogico, assurdo... per questo sono i geni e i saggi ad assumere degli atteggiamenti folli per proteggere la loro ragione suprema.
L'ORA DEL TE DEI MATTI, APOLOGIA ZEN
E siamo al capitolo forse più celebre di tutta la storia. Alice arriva davanti alla casa della Lepre Marzolina e trova un tavolo apparecchiato sotto un albero e il padrone di casa con il cappellaio Matto e un Ghiro intenti a prendere il Tè. Come nella tradizione Zen l'ora del Tè è sublime meditazione di un altro mondo, ecco il perchè qui il tempo si ferma su un altra dimensione. Il Cappellaio fa delle domande degne di un maestro Zen: " “Perché i tramonti son pupazzi da levare?”, ma il ben più famoso “Perché un corvo somiglia a uno scrittoio?” ... Proprio come le più famose domande o koan Zen: "Che cos'è l'eternità? sono le 3:15" ... "Che cos'è la vita? E' applaudire con una sola mano!" ...
La vita è questo: un indovinello aperto a qualunque soluzione, perchè eterna, perchè non c'è una risposta giusta ma mille soluzioni possibili dipende da chi le vive, il tempo in questo banchetto del Tè non ha logica, non passa il tempo e non pesa perchè la vita in questa dimensione si identifica con l'Essere quindi con l'Eterno: Alice viene così a sapere che l'orologio del cappellaio segna sempre il giorno, ma non l'ora... ecco il mistero della consapevolezza del matto Cappellaio, il vivere qui ed ora, quindi non si è mai in ritardo per vivere finchè si ha tempo per accorgersene della pazzia.
E siamo al capitolo forse più celebre di tutta la storia. Alice arriva davanti alla casa della Lepre Marzolina e trova un tavolo apparecchiato sotto un albero e il padrone di casa con il cappellaio Matto e un Ghiro intenti a prendere il Tè. Come nella tradizione Zen l'ora del Tè è sublime meditazione di un altro mondo, ecco il perchè qui il tempo si ferma su un altra dimensione. Il Cappellaio fa delle domande degne di un maestro Zen: " “Perché i tramonti son pupazzi da levare?”, ma il ben più famoso “Perché un corvo somiglia a uno scrittoio?” ... Proprio come le più famose domande o koan Zen: "Che cos'è l'eternità? sono le 3:15" ... "Che cos'è la vita? E' applaudire con una sola mano!" ...
La vita è questo: un indovinello aperto a qualunque soluzione, perchè eterna, perchè non c'è una risposta giusta ma mille soluzioni possibili dipende da chi le vive, il tempo in questo banchetto del Tè non ha logica, non passa il tempo e non pesa perchè la vita in questa dimensione si identifica con l'Essere quindi con l'Eterno: Alice viene così a sapere che l'orologio del cappellaio segna sempre il giorno, ma non l'ora... ecco il mistero della consapevolezza del matto Cappellaio, il vivere qui ed ora, quindi non si è mai in ritardo per vivere finchè si ha tempo per accorgersene della pazzia.
SONO UN PAZZO CHE HA PERSO TUTTO TRANNE LA RAGIONE
Ecco alcuni aforismi celebri del Cappellaio matto, degni di profonde meditazioni:
- Ho una malattia si chiama fantasia porta quasi all’eresia è considerata pazzia…
- Alice è impossibile solo se pensi che lo sia...
- La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!
- Prima eri molto più... moltosa! Hai perso la tua moltezza.
- Ma che cappello mi prende?
- Cappellaio Matto: Credi ancora che sia un sogno, non è vero?
Alice: Ma certo, è solo un'invenzione della mia mente..
Cappellaio Matto: Questo vorrebbe dire che non sono reale?
Alice: Temo di sì, ma non mi sorprende che io sogni un mezzo matto.
Cappellaio Matto: Ma dovresti essere mezza matta anche tu per sognare uno come me.
Alice: Evidentemente lo sono... mi mancherai quando mi sveglierò.
Ecco alcuni aforismi celebri del Cappellaio matto, degni di profonde meditazioni:
- Ho una malattia si chiama fantasia porta quasi all’eresia è considerata pazzia…
- Alice è impossibile solo se pensi che lo sia...
- La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!
- Prima eri molto più... moltosa! Hai perso la tua moltezza.
- Ma che cappello mi prende?
- Cappellaio Matto: Credi ancora che sia un sogno, non è vero?
Alice: Ma certo, è solo un'invenzione della mia mente..
Cappellaio Matto: Questo vorrebbe dire che non sono reale?
Alice: Temo di sì, ma non mi sorprende che io sogni un mezzo matto.
Cappellaio Matto: Ma dovresti essere mezza matta anche tu per sognare uno come me.
Alice: Evidentemente lo sono... mi mancherai quando mi sveglierò.
SE LA REGOLA DEL GIOCO E' BARARE BISOGNA AMMETTERE DI INGANNARSI PER VINCERE
«Non mi pare che stiano giocando con lealtà,» protestava Alice, «e poi battibeccano tutti con quanto fiato hanno in gola che uno non riesce neanche a sentire la propria voce... e le regole poi, così imprecise, ammesso che ce ne siano, non le rispetta nessuno...». Alice come la nostra consapevolezza finalmente cresce: decide di affrontare la Regina di Cuori (la legge morale imposta dal sociale) che offesa intima di mozzarle il capo, ma Alice ormai è tornata alle dimensioni reali e non teme nulla "Non siete che un mazzo di carte!" e a queste parole tutto il mazzo sia alza in aria e ridiscende in picchiata su di lei: infatti quando sei diverso, quando sei originale, quando sei consapevole, il mondo ti viene addosso, le carte (le regole o leggi sociali o morali) ti giudicano, vogliono calpestarti. Alice cresce con le sue vesti, simbolo della personalità, per cui la sua gonna spazza il tavolo della giuria facendo cadere tutti i giurati. Dopo poco è diventata così grande che non si preoccupa più di re e regine ritrovando la giusta misura della realtà: "non siete altro che un mazzo di carte". E' diventata adulta, non teme giudizi, ha un autostima, sa guidarsi e reggersi da sola, può tornare nel mondo che la gente irreale chiama reale.
Alice: "Per quanto tempo è per sempre?"
Coniglio bianco: "A volte, solo un secondo."
Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie.
Purtroppo non riesco a spiegarmi
perché non sono me stesso ora.
- Cappellaio Matto -
Sei fuori testa,
Hai persona la ragione Alice,
ma ti dirò un segreto:
SOLTANTO I MATTI VALGONO QUALCOSA
(diceva il suo padre ad Alice per darle la buonanotte)
Sapete qual è il problema di questo mondo? Tutti vogliono una soluzione magica ai problemi, ma tutti si rifiutano di credere nella magia.
NOI SIAMO IL SOGNO DI UN DIO
La materia è pensante, perchè sa auto riflettersi e quindi auto generarsi: penso che penso è questo ultimo pensiero appartiene ad un ente pensante. Ecco perchè la materia viene definita come illusione. Se noi siamo immagine di un Dio siamo anche sue idee, ma non può esistere un ente diverso da quello del creatore, siamo quindi pori della sua pelle, granelli della sua sabbia infinita. Alice alla fine del libro è proprio in mezzo a questo giudizio dove il fante di Cuori viene processato per aver fatto scomparire dei pastelli che invece stavano sul tavolo, ma la regina non li vedeva. Anche oggi molti si dibattono se Dio esiste o meno, accusiamo sempre a questo povero Fante o credente ma nell'accusa ci mettiamo noi al posto del suo Dio, capaci di toglierli la vita. Se Dio non esiste come puoi negare qualcosa che non esiste? nel momento in cui lo neghi lo stai creando. Nel momento in cui te ne accorgi di questa grandezza Alice acquista la sua dimensione normale, cresce, siamo noi gli dei... è allora che la regina vuole far decapitare Alice ed ordina tutte le carte di attaccarla, ma è inutile, la morale non ci può condannare, perchè sei condannato solo dalla tua coscienza, da quello che tu credi perche quello crei e di fatto allora Alice manda al diavolo il gioco dicendo: non siete che un mazzo di carte.. allora Alice si sveglia, siamo un sogno nella mente di Dio e noi siamo il suo incubo, svegliamoci così Dio in noi si addormenterà in pace. Una volta sveglia, Alice prepara un buon tè, un eterno momento di iniziazione al risveglio interiore.
Stupenda spiegazione. Non avevo mai capito questa favola...quindi vi ringrazio. Spero di essere, qualche volta, un po' Alice anch'io.
RispondiEliminaGrazie dell'attenzione, le auguro di trovar il Bianconiglio e seguire fino infondo la sua tana
EliminaSe la gente è sana ...
RispondiEliminaprima o poi trova la tana ...
iteressante introspezione del nostro viaggio....restando fermied uscire ed entrare al momento opportuno per restare brucaliffo!
RispondiElimina