Nella fiaba i bambini imparano a superare l’angoscia di essere bambini in un mondo di grandi. Solo affrontando le sfide della vita e superandole essi potranno arrivare alla propria indipendenza e realizzazione, così come l’eroe ottiene il suo regno e la felicità dopo aver vinto le battaglie che si presentano durante il cammino. L’identificazione coi personaggi e la partecipazione emotiva al racconto sono possibili perché le fiabe parlano il linguaggio della fantasia, che è lo stesso del bambino. Invece i grandi imparano nelle fiabe a ritrovare il loro mondo infantile perduto, il modo sano semplice e ingenuo di affrontare la vita senza false apparenze; nelle fiabe gli adulti ritrovano il contatto con la natura e il gusto dell'interiorità spirituale.
Le tracce del divino sono rinchiuse in quelle chiave simboliche che schiudo segreti trascendentali raccontati da millenni nelle fiabe
Le fiabe sono l'infanzia
della nostra preistoria esistenziale,
inutile modernizzare le tue caverne intellettuali
se non comprendi i graffiti della tua antica anima.
Vale la pena che un bambino impari piangendo
quello che potrebbe imparare ridendo?
allora leggete a loro sempre delle fiabe.
I bambini nelle fiabe imparano ad affrontare i demoni, i fantasmi, le streghe, il buio, la solitudine dei boschi... imparano a non ridicolizzare le debolezze dei personaggi più goffi buffi e poveri. I bambini nelle fiabe imparano che il male è sempre in agguato, ma è quella la molla che rende sempre la storia interessante e in evoluzione.
Attraverso la fantasia della fiabe il bambino impara a conoscere meglio la realtà senza il trauma della delusione, perchè la fiaba è fata di illusioni in partenze NON VERE, ragione per cui il bambino nei momenti più terribili delle fiabe si dice "in tanto è una fiaba", e in tale caso quando affronterà nella realtà i problemi saprà fare il salto sul serio: "In tanto si risolvono in un modo o nell'altro", quindi non fugge mai perchè sa che l'importante è finire la fiaba.
Come si costruisce un nido fra i rami di un albero, come si raggiunge in volo il luogo in cui svernare o come si svolge la danza dell'accoppiamento: tutte queste informazioni sono immagazzinate nelle riserve del cervello istintuale dell'uccello. Ma, intuendo quanta flessibilità sia necessaria per affrontare situazioni inedite, gli esseri umani hanno deciso di immagazzinare questo tipo di conoscenza al di fuori del sistema degli istinti, e cioè nelle storie. Le storie - favole, leggende, miti, racconti intorno al focolare - costituiscono dunque una riserva di risposte alternative a cui è possibile attingere quando quelle attuali e convenzionali diventano obsolete.
- Robert Bly -
SE NON DIVENTERETE COME I BAMBINI
(presenti nel presente, qui ed ora),
NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI (la consapevolezza)
- Gesù di Nazareth -
DISTINZIONE TRA FIABA POPOLARE E LETTERATURA INFANTILE MODERNA
La fiaba popolare, come pure il racconto di fate, offrono un contributo essenziale: toccano tutti gli aspetti della personalità in formazione e offrono nuove dimensioni all'immaginazione. Quindi mettono in luce il VISSUTO DELLA REALTÀ. Invece dobbiamo constatare tristemente che una gran parte della letteratura infantile moderna, condensata in alcuni tipi di film, di cartoni animati e serie televisive, mancano di stimolare le risorse di cui un bimbo ha più bisogno per affrontare i suoi difficili problemi interiori: mettono in risalto non il VISSUTO DELLA REALTÀ ma LE FUGHE DELLO SCALTRO FURBESCO ILLUSORIO, alternative spesso persino non educative, tipo le violenze gratuite di tanti personaggi, il linguaggio che scade persino nel volgare e l'inganno.
La fiaba popolare, come pure il racconto di fate, offrono un contributo essenziale: toccano tutti gli aspetti della personalità in formazione e offrono nuove dimensioni all'immaginazione. Quindi mettono in luce il VISSUTO DELLA REALTÀ. Invece dobbiamo constatare tristemente che una gran parte della letteratura infantile moderna, condensata in alcuni tipi di film, di cartoni animati e serie televisive, mancano di stimolare le risorse di cui un bimbo ha più bisogno per affrontare i suoi difficili problemi interiori: mettono in risalto non il VISSUTO DELLA REALTÀ ma LE FUGHE DELLO SCALTRO FURBESCO ILLUSORIO, alternative spesso persino non educative, tipo le violenze gratuite di tanti personaggi, il linguaggio che scade persino nel volgare e l'inganno.
Le fiabe sono estremamente realistiche perché consistono in esplorazioni spirituali che rivelano la vita umana com’è vista o intuita dall'intimo.
--- Bruno Bettelheim ---
In fondo, siamo tutti dei bambini perduti all'interno della nostra favola personale, alla ricerca di chi possa leggercela una notte buia insieme a noi in maniera così reale da raggiungere l'alba senza accorgercene
L'INVOLUZIONE DEL MODELLO MASCHILE
Si fa un gran parlare di «uomo occidentale», come se esistessero qualità capaci di restare costanti nel corso dei decenni. Cambiano persino senza accorgersene:
- Il saturniano agricoltore vecchio stampo, fiero della propria introversione.
- Il cavaliere espansivo e legato alla madre, pronto a farsi onore e fama.
- L'avido imprenditore delle ferrovie e delle fabbriche neocapitalistiche.
- Il posso-cavarmela-da-solo tipica dei colonizzatori.
- L'uomo tutto fare, perfetto con orari e negli affari, che costruisce la famiglia come parte del suo impero, ma incapace di vedere nelle persone i sentimenti, le persone sono solo progetti.
- Il conquistatore di terre e di pianeti, pronto a salpare, a far la guerra, un uomo privo di ricettività e d'intimità.
- Un uomo macchina, non solo un soldato ma un bullone impersonale nell'ingranaggio di distruzione di massa.
- L'uomo che si accorge di aver perso la sua femminilità ma no trova più le donne di una volta che egli stesso ha distrutto. Ecco l'uomo contemporaneo, un po mammone, un po impauriti, un po effeminato, un po smarrito. Il maschio tenero che va all'estremo opposto delle donne dure che sono in crescita.
L'uomo bambino dovrebbe ritrovare in una lettura adulta delle fiabe un percorso di ricerca inversa del suo passato e scoprire la femminilità psichica in quelle figure scarse di eroine fiabesche.
--- Bruno Bettelheim ---
In fondo, siamo tutti dei bambini perduti all'interno della nostra favola personale, alla ricerca di chi possa leggercela una notte buia insieme a noi in maniera così reale da raggiungere l'alba senza accorgercene
L'INVOLUZIONE DEL MODELLO MASCHILE
Si fa un gran parlare di «uomo occidentale», come se esistessero qualità capaci di restare costanti nel corso dei decenni. Cambiano persino senza accorgersene:
- Il saturniano agricoltore vecchio stampo, fiero della propria introversione.
- Il cavaliere espansivo e legato alla madre, pronto a farsi onore e fama.
- L'avido imprenditore delle ferrovie e delle fabbriche neocapitalistiche.
- Il posso-cavarmela-da-solo tipica dei colonizzatori.
- L'uomo tutto fare, perfetto con orari e negli affari, che costruisce la famiglia come parte del suo impero, ma incapace di vedere nelle persone i sentimenti, le persone sono solo progetti.
- Il conquistatore di terre e di pianeti, pronto a salpare, a far la guerra, un uomo privo di ricettività e d'intimità.
- Un uomo macchina, non solo un soldato ma un bullone impersonale nell'ingranaggio di distruzione di massa.
- L'uomo che si accorge di aver perso la sua femminilità ma no trova più le donne di una volta che egli stesso ha distrutto. Ecco l'uomo contemporaneo, un po mammone, un po impauriti, un po effeminato, un po smarrito. Il maschio tenero che va all'estremo opposto delle donne dure che sono in crescita.
L'uomo bambino dovrebbe ritrovare in una lettura adulta delle fiabe un percorso di ricerca inversa del suo passato e scoprire la femminilità psichica in quelle figure scarse di eroine fiabesche.
Se volete che i vostri bambini siano intelligenti, allora leggete loro delle fiabe, ma se volete che siano ancora più intelligente allora dovete leggere loro ancora più fiabe
--- Albert Einstein ---
Le fiabe non hanno età,
sono come l'anima, immortali,
quando smetti di leggere fiabe
sei diventato vecchio,
quando pensi che le fiabe sono solo per bambini,
allora hai perso il meglio di te:
l'innocenza del presente, qui ed ora,
la purezza del bambino che giace in te.
Quando un adulto dice ad un bambino
che le fiabe non sono vere,
sta dicendo principalmente
che non crede nell'innocenza di quel bambino,
sta dimostrando che a sua volta
nessuno ha creduto a lui
quando era bambino, e ancor di più,
il peggio è che non ha scoperto che dietro le fiabe
si nasconde il vero mondo interiore dell'anima.
LE FIABE SONO INSITE NELLA NATURA UMANA
Attraverso incanti, meraviglie e piacevoli paure, chi legge o ascolta fiabe, miti o leggende, ritrova se stesso, i conflitti che vive nel proprio intimo, le difficoltà contro cui deve lottare, i sacrifici che deve fare. Si ritrovano semplificati i grandi problemi della vita cui, sorridendo viene sempre fornita una soluzione.
Quando diventerai grande e penserai che le fiabe sono stupidaggini per bambini, continuerai a distruggere il bambino che in te è ancora fantastico e non saprà come cercarti
FIABE, MEDITAZIONI INTROSPETTIVE DEI BAMBINI
Il sonno fratello della morte ci immette nel mondo dove la vita ha inizio: l'inconscio che è il grembo esistenziale della madre natura; l'unico modo di arrivarvi in quello stato da svegli sono le fiabe e la preghiera (preghiera intesa come stato della coscienza che raggiunge la quiete tramite la meditazione); la fiaba è la più grande arte meditativa dei bambini.
IL POTERE DELLA VOCE NARRANTE
Chi legge una fiaba dovrebbe sapere che la voce in quanto vibrazione ha un potere. Nella parola ci sono celate qualità "magiche " o sacre (magico o sacro sono sinonimi per l'inconscio). La parola e' in prima istanza suono, e' metafora di un mondo interiore che si esplicita .Attraverso di essa possiamo tradurre alla coscienza il linguaggio dell'inconscio . Il sentire appartiene all'individuo , la parola e' un tentativo per tradurlo, o indurlo . Quindi cercate di leggere la fiaba mimando suoni, accentuando frasi di stupore, di paura, di dolcezza... una lettura piatta è fatta soltanto per il cervello (discorsi politici e filosofici) per il cuore bisogna leggere col cuore.
I BAMBINI AMANO RIPETERSI
I bambini hanno i mantra nel sangue: vedono per l'ennesima volta lo stesso film , ripetono la stessa filastrocca fino alla pazzia, vogliono sentire la stessa fiaba e guai se qualcosa cambia (quindi se ve la siete inventata la fiaba attenti a come la raccontate di nuovo). Come mai? perché questo crea stabilità e ordine interiore, la ripetizione dona certezza, dona punti fermi, quei punti fermi che oggi il mondo non dona, perchè oggi tutto è mutevole, scadente, in continuo cambiamento a vuoto non cambiamento progressivo di evoluzione.
"Le favole finiscono dopo dieci pagine,la nostra vita no. Noi siamo una collana di parecchi volumi. Nella nostra esistenza ,se un episodio è una catastrofe ,pure ci aspetta un'altro episodio, e poi un'altro ancora. Si presentano sempre altre occasioni per rimediare, per forgiare la nostra vita nel modo che ci meritiamo di viverla. Non perdere tempo a rimuginare su un fallimento: è un maestro migliore del successo. Ascoltate, imparate, andate avanti".
Clarissa Pinkola Estes
LA BEFANA, LA NOSTRA COSCIENZA IN PIENEZZA. LA BELLEZZA DELLA VECCHIAIA : L'ESPERIENZA!
La strega che viene bruciata? macché, quello è il residuo di una fatale prassi medioevale inquisitoria. La figura della Befana risale alle tradizioni pagane del periodo solstiziale, cioè quando l’anno vecchio si preparava alla morte , quando il sole nei campi ormai non brucia più, è la figura della tredicesima luna, Vecchia, ormai raggrinzita. Nelle credenze pagane, dopo l’evento solstiziale, per dodici notti, demoni femminili volavano sopra i campi da poco seminati per propiziare il futuro raccolto. Per i Greci era la dea Hera a svolgere questo compito, elargendo promesse di fertilità, per i Romani Diana, divinità lunare. E proprio quei doni, semi che contengono in noce la nuova vita generativa, non sono forse i dolcetti che ancora oggi la Befana lascia nelle calze dei bambini buoni? Anche il carbone, indesiderato e temuto da chi ha la coscienza un po’ sporca, nasconde in realtà il significato profondo di custode latente del fuoco, e nel passato aveva valenza magica di talismano. Il Nero della nostra coscienza porta con sè un fuoco spento di esperienze da rivivere. La vecchia luna (Befana) deve dare alla luce la nuova luna (Primavera) la speranza dei bambini carichi di doni.
La fiaba è come un seme
vi contiene la verità della vita
seminala nel tuo cuore con la riflessione
fai crescere in te l'albero della consapevolezza.
Il rapporto tra madre e figlio è paradossale
e, per un senso, tragico.
Richiede il più intenso amore da parte della madre,
e tuttavia questo stesso amore
deve aiutare il figlio a staccarsi dalla madre
e a diventare indipendente.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
Janusz Korczak
Il bambino pensa con il sentimento,
non con l’intelletto”.
Janusz Korczak
“QUANDO PARLO O GIOCO CON UN BAMBINO, UN ISTANTE DELLA MIA VITA SI UNISCE A UN ISTANTE DELLA SUA E QUESTI DUE ISTANTI HANNO LA STESSA MATURITÀ.”
( J.Korczak)
NELLE FIABE REGNANO SOLO REGINE CATTIVE ?
Nelle fiabe l'archetipo di regina è molto limitato, un po la parte femminea psichica viene quasi sempre rappresentata nella sua fase di decadimento , di frustrazione, quindi in preda al risentimento, immagine e simbolo del femminismo maschilista: regine che vogliono distruggere il re, che voglio uccidere concorrenti in bellezza, ecc... Poche sono le fiabe dove la donna risorta viene vista come regina buona, ma solo alla fine: Cenerentola , Biancaneve, ecc diventeranno da Principesse in Regine, ma la fiaba spesso non mette in risalto il ruolo di Regina buona realizzata, il che ci fa comprendere come siano sorte in una mentalità priva del femmineo psichico libero e trascendentale. Le vere immagini di regine le ho trovate in pochissimi racconti, tipo nei racconti di Tolkien, come nel Signore degli Anelli... Galadriel è la regina saggia, buona, prudente, amorevole, bella... una vera Donna , archetipo del femmineo spirituale libero da rancori e da complessi maschilisti d'inferiorità. Se invece vogliamo vedere la realizzazione del femmineo in modo magistrale attraverso un percorso di rinascita e ribalta, credo la Regina delle regine sia proprio Fiona nella fiaba di Shrek.
La ragione, che pur ci è stata di grande aiuto e ha contribuito al nostro benessere, soprattutto quello materiale, ci ha ora messo in catene. Dopo aver negato qualsiasi ruolo alle nostre emozioni e all'intuito, dopo aver fatto dei sogni una lingua morta, la ragione ci impone ora di pensare e di parlare esclusivamente a suo modo. La ragione ha tagliato via dalle nostre vite il mistero, ci ha fatto dimenticare le favole, ha reso superflue le fate e le streghe che invece servivano tanto a completare il nostro altrimenti arido panorama esistenziale.
- Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra -
Chi dice che le fiabe
sono roba da bambini,
non sa quanta magia e sapienza
possano dare i nipotini ai nonni,
e i figli ai genitori.
e i figli ai genitori.
I primi apologeti cristiani, per distinguere se stessi e le proprie dottrine il più possibile dalla divinità morente delle religioni antiche, negarono già dal II secolo la comune origine di tutti i simboli religiosi dagli strati profondi della psiche umana; repressero anzi demonizzarono così il mondo dei miti, delle fiabe e dei sogni quasi si trattasse si qualcosa di acristiano e di ostile a Dio ... e costruirono la fede nella riconciliazione dell'uomo in Cristo sul fondamento di una lotta continuamente crescente contro se stessi, contro quanto vi è di "pagano" nella psiche umana.... contro le ispirazioni e le intuizione dell'inconscio.... così i rappresentanti della Chiesa ripetono semplicemente le ossessioni e le intimidazioni dell'infanzia e razionalizzano le rimozioni che ne risultano , non possono che rimane scossi dall'enorme quantità di angoscia che di fatto non viene guarita dalla dottrina e dalla prassi ecclesiale, bensì provocata... gli uomini hanno solo bisogno di imparare di nuovo l'arte del sognare naturale per ritrovare psichicamente se stessi.
(Eugen Drewermann)
(Eugen Drewermann)
IL VERO PADRE TI INSEGNA A DISUBBIDIRE COL CUORE
In tutte le fiabe il nocciolo si risolve con la disubbidienza: Eva prende dell'albero proibito, Pinocchio non obbedisce a Geppetto, La Cenerentola non dà retta alle minacce della matrigna, Cappuccetto Rosso non segue i consigli della mamma e via dicendo. La psicologia del profondo non condanna la disubbidienza ma trova in questo disagio un punto di riflessione e una via d'uscita: l'angoscia della mancata libertà umana e la presa di coscienza delle proprie responsabilità. Religione e politica ignorano questo aspetto, per loro gli uomini peccano e sono disobbedienti perchè superbi e ribelli, dunque questa ignoranza umana è manipolata per trasformare l'angoscia dell'uomo in un ideologia di potere e di disciplina ecclesiastica e politica, al fine di storcere meglio umiltà e obbedienza, cioè servilismo: dovete ubbidire sempre, chiedere permessi donde l'essere controllarti. Il vero padre invece ti responsabilizza, ti dice di fare quello che credi giusto, ti lascia per amore la possibilità di sbagliare perchè tu possa scoprire l'angoscia del tuo limite senza sentirti per questo disprezzato o disperato. Nelle fiabe la disubbidienza non è altro che l'assumersi le proprie responsabilità e le eventuali conseguenze senza la paura di una condanna matematica, ma bensì con la scoperta che puoi sempre rimediare in maniera personale ai tuoi sbagli senza dover usare per forza le soluzioni del padre che non sono le uniche nè tanto meno le sole possibili. Il PADRE vero vuole la tua INDIPENDENZA, religione e politica cercano la tua sottomissione o dipendenza.
In tutte le fiabe il nocciolo si risolve con la disubbidienza: Eva prende dell'albero proibito, Pinocchio non obbedisce a Geppetto, La Cenerentola non dà retta alle minacce della matrigna, Cappuccetto Rosso non segue i consigli della mamma e via dicendo. La psicologia del profondo non condanna la disubbidienza ma trova in questo disagio un punto di riflessione e una via d'uscita: l'angoscia della mancata libertà umana e la presa di coscienza delle proprie responsabilità. Religione e politica ignorano questo aspetto, per loro gli uomini peccano e sono disobbedienti perchè superbi e ribelli, dunque questa ignoranza umana è manipolata per trasformare l'angoscia dell'uomo in un ideologia di potere e di disciplina ecclesiastica e politica, al fine di storcere meglio umiltà e obbedienza, cioè servilismo: dovete ubbidire sempre, chiedere permessi donde l'essere controllarti. Il vero padre invece ti responsabilizza, ti dice di fare quello che credi giusto, ti lascia per amore la possibilità di sbagliare perchè tu possa scoprire l'angoscia del tuo limite senza sentirti per questo disprezzato o disperato. Nelle fiabe la disubbidienza non è altro che l'assumersi le proprie responsabilità e le eventuali conseguenze senza la paura di una condanna matematica, ma bensì con la scoperta che puoi sempre rimediare in maniera personale ai tuoi sbagli senza dover usare per forza le soluzioni del padre che non sono le uniche nè tanto meno le sole possibili. Il PADRE vero vuole la tua INDIPENDENZA, religione e politica cercano la tua sottomissione o dipendenza.
... E VISSERO FELICI E CONTENTI ...
Questa è la tipica frase che chiude in bellezza tutte le fiabe tradizionali, la ciliegina sulla torta, un cliché ormai scontato, che però, per uno spirito consapevole, ci lascia con un certo sospetto, dubbio e persino amaro in bocca. Perchè? perchè la felicità assoluta non è mai concepibile con uno stato di vita in cui dobbiamo sempre afrontare i limiti ed i problemi quotidiani, quindi si sa che dopo il bacio del Principe Azzurro la fiaba non finisce lì, ci saranno anche le liti tra i coniugi, il loro conoscersi ed adattarsi; la fiaba non finisce con l'ingresso nel castello ma quel castello va curato pulito ed ogni tanto ristrutturato quindi c'è lavoro e non un assoluto riposo che si aspetta nel happy ending. La Principessa diventa grassa, i bambini crescono, il Re invecchia e si ammala e muore. La felicità è una presa di coscienza interiore, una certezza, un MODO DI ESSERE, quindi uno stato spirituale che non ti può togliere nessuno una volta raggiunto, anzi è persino compatible con la tristezza, con le delusioni, con la morte, è una tranquillità dell'anima, la pace interiore. Le gioie invece sono passeggere, sono momentanee, vanno e vengono, appartengono non alla dimensione dell'ESSERE ma dell'AVERE, del fare una passeggiata, del avere un bel vestito, ma non confondete mai queste cose con la felicità, non c'entrano un bel niente. E' qui dove entra il senso del "CONTENTI" e non solo felici. Che significa? Il Verbo accontentarsi è prezioso: formato da contentare - dal latino contentus, participio passato di continere contenere - e da una a rafforzativa. Il che significa imparare ad essere CONTENUTI in uno spazio limitato. Le persone contenute in modo inconsapevole (senza la felicità dentro) sono invece tirate, quindi strette, come tono in scatole, bombe pronte ad esplodere, si contengono ma non si accontentano mai. La persona felice invece sa accontentarsi, sa accettare i limiti, prende ogni piccola cosa per quello che è. Senza limiti alla brama, non può esistere felicità. Quante volte sentiamo dire "voglio accontentarlo" quindi non soddisfarlo in maniera illimitata ma dar quella giusta misura di attenzione per tenerlo contento, buono, a posto, quindi nei limiti consentiti. Ecco, solo le persone felici sanno accontentarsi perchè la vita è fatta anche di delusioni. Dunque il vissero felici e contenti è davvero la più grande realtà con cui si possa vedere e chiude una fiaba, non è un inganno illusorio per bambini, ma una realtà di imparare ad essere felici (dentro) e contenti o accontentarsi (fuori), quindi è vero che chi si accontenta gode.----
"Ogni volta che un bambino smette di credere alle Fate,
una Fata muore nel suo cuore
e la sua fantasia scompare per sempre"
IL RETROSCENA EBRAICO CRISTIANO DI SUPERMAN
Chi era superman? Personaggio dei fumetti creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1933. Viene pubblicato per la prima volta nel 1938 dalla DC Comics. Ma in realtà questi due autori erano ebrei che hanno americanizzano i loro nomi con la pubblicazione del fumetto: Jerome diventa Jerry con Siegel, mentre Joseph diventa Joe con Shuster.
Il nome kriptoniano di Superman è Kal-El che significa “voce o vascello di Dio”(Kal è uno dei nomi di Dio secondo l’ebraismo ortodosso). L'origine della sua storia ha un fortissimo parallelismo con la storia di Mosè: entrambi in fasce neonati sono in pericolo di Morte, il pianeta Krynton sta per esplodere a causa del generale Zod mentre in Egitto il Faraone vuole uccidere il bambino ebreo. Entrambi i genitori salvano i neonati, uno dentro una navicella nello spazio l'altro dentro una cesta nel fiume Nilo. Entrambi i bambini vengono adottati: Superman dala famiglia Kent, Mosè dala figlia del Faraone. Mosè guida il suo popolo dalla schiavitù alla libertà, Superman salva la gente da disastri. Ci penserà poi David Goyer, sempre ebreo, a dare tinte cristiane a Superman, facendo vedere un Clark come un salvatore dell'umanità, identico a Cristo, con due nature come Gesù, umana e divina o krytoniana, che cerca di vivere nell'umiltà e nel nascondimento fino al momento di rivelarsi al mondo nella sua missione. Clark è un giornalista, contadino, semplice ma erudito, tipica figura ebrea. Le parole di Jor-El (padre di Superman) assomigliano a quelle di Yahve nel vangelo di Giovanni quando parla della missione di Gesù: “Possono essere un grande popolo, desiderano esserlo Kal-El. Manca loro solo la Luce, per questo ho inviato Te, mio Unico Figlio”. Lo stemma di Superman “S” sul petto richiama molto al cuore con cui Gesù spesso viene raffigurato nell'immagine del Sacro cuore. Superman, solo dal 1949, è vulnerabile a una roccia radioattiva, chiamata kryptonite, perchè gli ricorda le origini e insieme il peccato dell’assimilazione. per i cristiani il peccato originale. E anche Superman come Gesù subisce la morte ma viene poi risorto dai suoi poteri divini.
Il problema è che cerchiamo qualcuno con il quale invecchiare insieme, mentre il segreto è trovare qualcuno con cui restare bambini.
- Charles Bukowski -
Il problema è che cerchiamo qualcuno con il quale invecchiare insieme, mentre il segreto è trovare qualcuno con cui restare bambini.
- Charles Bukowski -
C'era una volta la fiaba in una mentalità lontana ... Se per favole si intende un inganno o una racconto immaginario per intrattenere i bambini, allora rischiamo di perdere di vista il vero origine delle fiabe che, come già detto altrove, era il linguaggio arcaico con cui si trasmettevano delle verità in maniera semplice, con immagini, come nel mondo onirico, attraverso il libro della natura e della vita. Dunque la fiaba non racconta una storia ma racconta esperienze, tratti di vita, emozioni e sentimenti, traumi e delusioni, la fiaba è un ricamo della psiche umana, è un puzzle di tutti i nostri comportamenti.
Dobbiamo fare una piccola distinzione tra significato e senso. Il significato è razionale, lo si acquista con un percorso analitico, quindi la fiaba non è battuta su questo sentiero intellettuale, la fiaba invece è costruita sul senso che viene colto dal cuore non dalla testa, è immediato all'istinto ecco perchè il bambino, anche se razionalmente non ci arriva a cogliere il significato, capisce il senso, il cuore arriva prima della testa, non importa se il bambino non sa spiegare o spiegarsi, a lui basta il senso non il significato. Per un bambino ha senso prendere un palo di scopa e cavalcarlo come se fosse un drago, per l'adulto questo è privo di significato, ma il bimbo gode vive e sente, l'adulto mai potrà arrivarci con la testa a queste profondità del vivere e del sentire. L'adulto invece credendo di essere cresciuto intellettualmente rifiuta il significato della fiaba, lo ritiene puerile, insensato se non assurdo. Per un bambino non è assurdo che un serpenti parli e un drago voli. Finchè l'adulto non apre il suo cuore (diventare bambini come diceva quel mito di Gesù) non riuscirà a comprendere il senso della fiaba (entrare nel regno Celeste).
- Chi è il tuo eroe?
- Il mio papà
- Perchè?
- Perchè non ha paura di nulla!
- wow, ma almeno una piccola paura ce l'avrà di qualcosa o no?
- sì un pochino di mamma, ma nient'altro.
intanto la tenerezza della loro piccolezza
smonta qualsiasi grandezza degli adulti,
si fronte a dun bambino siamo disarmati.
Poi sembrano sfuggire allo spazio e al tempo,
ragione per cui sono abitati da Dei.
Adoro passare del tempo col mio papa,
lui diventa diverso
mi dice che torna ad essere bambino.
Io invece quando son con lui
mi sento più grande...
quindi diventeremmo se stessi l'uno attraverso l'altro ?
- Figliolo abbi molta attenzione quale strada percorrerai nel tuo futuro
- Stai attento, tu papà, perchè io seguo i tuoi passi.
IL FUOCO NON PUÒ BRUCIARE IL FUOCO (LA RIVOLTA DI GOLLUM)
Ricordo quel giorno in cui avevamo finito di leggere il libro del "Signore degli anelli" , papà era triste, diceva che i libri belli non dovrebbero mai finire e poi egli aggiunse che Gollum non poteva morire... Egli mi diede il bacio della buona notte... La mattina dopo io dissi a mio papà che Gollum era vivo, l'avevo sognato... quando egli si mise l'anello diventò invisibile e il fuoco del vulcano non potè bruciarlo, appunto perchè invisibile. Il fuoco non può bruciare il fuoco... Papà mi scompigliò i capelli dicendo: " Grande Smeagol, tu sei davvero risorto, Possiamo adesso ricominciare un nuovo mondo e scrivere un altra fiaba!".
- Figlio mio, i giocattoli non scompaiono mai dalla vita degli esseri umani, essi cambiano soltanto aspetto, alcuni diventano persino umani e divini.
- Allora papà io posso essere un tuo giocattolo?
- sì, e anche io per te, non te lo scordare... è molto pericoloso
- ma giocare è una cosa buona!
- sì, ma il gioco d'azzardo per esempio non lo è più.
il gioco serve per ossigenare la vita non per toglierti l'ultimo respiro e farti morire.
- per quello dicono che il gioco è bello finchè dura?
- diciamo di sì, dopo che finisce e tu per forza vorresti continuare allora si fa dura e ti finisce prima a te il gioco che tu a lui. Devi quindi imparare a mollare il gioco altrimenti non ti divertirai mai più.
Avere un figlio è come intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo, è tornare a rileggere le fiabe, rivedere insieme ai figli i cartoni animati, i film della Walt Disney, giocare a nascondiglio... è rivivere la tua infanzia perduta. Tanto per dirlo con le parole di Peter Pan, sarebbe tornare all'Isola che non c'è ...
Spesso comprendiamo
che i nostri genitori avevano ragione
quando ormai abbiamo un figlio
che pensa che noi stiamo sbagliando.
L'innocenza radica nel cuore, l'ignoranza nel cervello,
quindi figliola, cresci mentalmente
ma resta bimba nel cuore,
perchè per vivere in profondità
ci vuole più sentire che capire,
capisce fino infondo soltanto chi sente col cuore.
UN SALTO GENERAZIONALE
Una donna molto anziana vede nel parco un bambino che porta a spasso un passeggino con una bambolina. Gli si avvicina e gli disse: "tesoro, sembri una bambina, non giocare con queste cose", il bambino invece la guarda sorpreso e le rispose: "no, io sono il papa della bambina!". Questa meravigliosa storia ci insegna 3 cose fondamentali:
- Quel bambino vive in un contesto famigliare esemplare, senza pregiudizi, con un buon esempio maschile che mette alla pari il femminile e non si crea spazi o privilegi da maschio.
- La donna anziana ha vissuto il suo mondo, va lasciata stare, inutile discutere con lei, i tempi cambiano solo per chi ha una mente aperta e disposta a cambiare nel tempo e col tempo, inutile quindi giudicarla, lei e il bambino sono su coordinate diverse, non c'è un punto d'incontro e nonostante tutto...
- Quel bimbo ha dato una lezione di vita a quella donna anziana che nessun altro sarebbe stato all'altezza di quella vecchiaia e nessun altro potrebbe mettersi all'altezza di quel bambino. Lui non la giudica e lei non potrà mai recriminarlo. Sono i lati opposti della nostra comprensione, paradigmi simbolici della nostra coscienza ed inconscio.
La letteratura antica per essere compresa va impostata nel suo contesto storico quindi all'epoca si trasmetteva la verità sotto forma di fiabe, parabole, racconti mitologici... un po come fanno i nonni con i nipotini. Ciò non vuol dire che siano cose false (come ha demonizzato la chiesa il mito antico nel medioevo), ATTENZIONE: sono forme di linguaggio che trasmettono una VERITÀ. Dunque anche la Bibbia ha dei miti e delle fiabe che vanno tradotte ed interpretate per i nostri tempi in un linguaggio razionale ed analitico, altrimenti farete fatica a credere che Eva parla con un serpente che camminava dritto e che Gesù camminava sulle acque. Di fatto quando Gesù disse "se non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli" sta anche a significare a livello psicologico che se non imparare ad intendere, interpretare e decodificare il linguaggio delle fiabe , dei miti e delle parabole non entrerete nel regno della consapevolezza e della comprensione divina.
NON CONFONDERE LA FANTASIA CON L'ILLUSIONE
Spesso si crede che la fiaba sia un racconto illusorio, niente di più falso. La fantasia è tutt’altro che illusione. È un’attività umana razionale, fondata sulla consapevolezza della realtà e sul rifiuto di divenirne prigionieri della falsa realtà cioè dell'illusione. Attraverso la fantasia la ragione trova l'intuizione e il collegamento non visibile tra realtà e soprannaturale o spirituale. L'illusione è l'incapacità di cogliere invece il senso del reale sostituendolo con ciò che non esiste. Senza fantasia non potrebbe esistere il desiderio, ma soltanto la brama, ovvero quell'avidità incontenibile e smodata che ci costringe ad un’insoddisfazione perenne: la noia esistenziale priva appunto nei bambini che vivono la REALTÀ attraverso la FANTASIA.
DONNE CHE CORRONO CON I LUPI... ATTENZIONE !!!
Questo è il titolo di un libro MERAVIGLIOSO come tanti oggi sul mercato (basta pensare anche a "Donne che amano troppo") ma sono libri PERICOLOSI!. SONO LIBRI CHE HANNO UN LINGUAGGIO CON TERMINI TECNICI CHE VANNO CAPITI... Clarissa Pinkola Estes quando parla di Femmineo o psiche femminile si riferisce ad una qualità che hanno sia maschi che femmine (è un emisfero cerebrale con capacità psicologiche), INVECE il libro cade spesso in mano a donne che non comprendono questa terminologia psicologica e per di più, sono donne ferite dal mondo maschilista, quindi donne con la mente fragile dal punto di vista maschile il che porta automaticamente ad esaltare la loro femminilità e non ad illuminarla, finiscono per diventare femministe e non femminili (il maschilismo femminista è il peggiore di tutti, nato dall'odio), sono donne che odiano i lupi piuttosto che capaci di aiutarli a correre; questo libro può portare ALCUNE donne non preparate ad odiare i maschi e ad una esaltazione irreale della donna. Pensate che questo libro è fatto sopratutto per gli uomini, i più feriti e mancanti da psicologia femminile, quindi bisogna confrontarsi sempre, altrimenti ci si crea un mondo che non esiste: solo il nostro e non fa altro che riaprire le loro ferite in maniera soggettiva quindi chiusa, non oggettiva, per questo questi libri sono come arme in mano a delle BAMBINE. Questo libro lo consiglierei a tutte le donne, va letto riletto e confrontato, una piccola Bibbia fiabesca per ritrovate il sacro dentro ogni donna ed ogni UOMO. Donne fate un percorso di risveglio attraverso questi libri, la musica, i film, ma non chiudetevi, cercate sempre il dialogo, altrimenti vi fate del male, con troppa luce ci si acceca.
Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.
Gilbert Keith Chesterton
Specchio delle mie brame chi ha la macchina più veloce tra i miei amici ? ... specchio delle mie brame chi ha la casa più grande nel quartiere? ... specchio delle mie brame chi ha il lavoro più remunerato? ... specchio delle mie brame chi ha più soldi in banca ? ... insomma , la litania è sempre la stessa e, ahimè, vedere persone di una certa età (30, 40 e più anni) ancora cercando di farsi specchiare confrontandosi con gli altri è davvero triste, pauroso, più che puerile e ridicolo davvero angosciante. Eppure la nostra società alienante è piena di questi specchi.
Nella psicologia di Jung vale la legge fondamentale degli opposti: conscio e inconscio rappresentano una polarità dialettica e quindi, se la coscienza sviluppa un certo atteggiamento o una certa funzione, l’inconscio assumerà l’atteggiamento o la funzione opposta. Così, alla funzione superiore, che determina il nostro atteggiamento conscio, corrisponde una funzione inferiore opposta; un intellettuale introverso, ad esempio, sarà, inconsciamente, un sentimentale estroverso.
Quando siamo nel grembo materno viviamo sommersi nella totalità dell'essere, facciamo parte di un Unione e di un unità, del Tutto. E' questa la sensazione del divino e dello spazio infinito. Una volta nati subiamo il distacco traumatico recepito solo dall'inconscio e ci attacchiamo in maniera totale e morbosa al primo essere immediato: la Madre!. La crescita sta quindi nel subire ed affrontare di nuovo un distacco o rottura con la madre, una separazione, ma questa non avviene se non troviamo di nuovo un qualcosa di infinito, totale e che ci faccia sentire tutt'Uno, divini. Di solito avviene con l'amore, quando abbandoniamo casa materna per farci una famiglia, ma non sempre avviene questo incontro divino con l'amore. Fintanto ciò non avvenga tenderemo inconsapevolmente a discriminare nella sfera interiore tutto ciò che è veramente maschile (la ragione, la consapevolezza, la sfera della maturità o padronanza di se stessi) prima che il principio cosciente trovi la possibilità di riallacciarsi all'inconscio, per non esserne sommerso in modo regressivo. Non vi meravigliate quindi se tantissime persone sono infantili, sono prede dello svezzamento materno mai avvenuto e del incontro mancato con il Padre interiore o la maturità spirituale.
Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo.
Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.
Pablo Neruda
Soltando avvicinandosi alle rive dell'inconscio, laddove le fiabe sono nate, è possibile comprenderle.
- Eugen Drewermann -
Soltanto con la scomparsa della religione primitiva le fiabe sono decadute a storie riservate ai bambini. Anche in questa nuova veste, tuttavia, il loro contenuto e il loro linguaggio simbolico descrivono ed interpretano il destino umano sulla base dei grandi conflitti e movimenti della natura, proprio come accade nella tradizione mitologica.
- Eugen Drewermann -
I mulini a vento erano in quel tempo le multinazionali di oggi, fabbricavano il pane, erano le potenze alimentare dell'epoca, quindi erano i giganti che dominavano i campi dei poveri... il vecchio pazzo di Donchisciotte l'aveva capito, voleva battersi contro questi giganti, come oggi i poveri contro i ricchi del mondo, ma ci vietano persino di comprendere le fiabe, sono roba da bambini, meglio che leggete i loro trattati scientifici ed ascoltate i loro programmi politici, i pazzi con cuor da bambino come il Donchisciotte è da evitare, al limite da deridere.
A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.
Ai pazzi per amore, ai visionari,
a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti.
Agli uomini di cuore,
a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai “vincibili” dunque, e anche
agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali,
ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene…
a tutti i teatranti.
Miguel de Cervantes
Tutte le fiabe concludono... "e vissero per sempre felici e contenti"...
ma non specificano che erano per forza insieme !!!
Una principessa non ha bisogno di un principe per essere liberata, ma ha soltanto bisogno della forza del suo carattere per mantenere alla larga tutti quei principe che la vogliono liberare, perchè nessuno ti può dare la libertà se non te stesso, chi ti dona la libertà finirà prima o poi per essere il tuo padrone di quella tua stessa libertà.
Il frutto proibito non è mai stato una mela,
ma è la carie dell'odio prodotta
dal suo morso mancato.
Ciò che ci fa crescere psicologicamente sani e forti è l'amore, la complicità, la fiducia, la sicurezza, l'affetto, la stima, ecc... e questi valori non hanno sesso, infatti Simba fu adottato da due maschi (Timon e Pumbaa) e divennero una bella combriccola.
Ho capito che la mia generazione
era in crisi esistenziale
quando vidi i bambini andare al letto
guardando la tv e non più leggendo una fiaba.
Quando la favola diventa realtà,
si ha paura di non poterla più raccontare,
ecco perchè il silenzio delle grandi anime.
FIABA, FRONTIERA TRA INCONSCIO E COSCIENZA
Le fiabe rappresentano in forma figurata i dilemmi interiori dei bambini, quei dilemmi e problemi che gli adulti tendono a nascondere a minimizzare o non riconoscono perchè non li hanno risolto nemmeno loro. Il bambino sperimenta ansie profonde, sentimenti di solitudine o isolamento, paure, sensi di colpa, rimorsi, inadeguatezza quando non si sente del tutto a proprio agio nel proprio corpo. Il bambino percepisce anche il male del mondo, le frustrazioni dei propri genitori, lo svegliarsi del sesso di cui nessuno ne vuol parlare in modo sereno. Le fiabe prendono sul serio le paure e i sentimenti del bambino. Alcune fiabe si prestano più chiaramente di altre a esplicare questa funzione. Si è persino riscontrato il fatto che gli adulti più nevrotici e caratterialmente più traumatizzati sono proprio quelli che ridicolizzano persino le fiabe e le deridono come "cose da bambini, roba da non credere".
I simboli sono come chiavi che aprono porte inconsce dove sono state disseminati i segreti della realtà; le parole sono segni del pensiero, se però non hanno un significato trascendentale non diventano simboli e alla fine non significano nulla. Le fiabe sono state scritte in base ai simboli e non attraverso le parole, per questo sono semplici. I discorsi eruditi, politici, filosofici, teologici, scientifici, ecc... spesso sono ricchi di parole e terminologie ma poverissimi di spirito, non hanno significati trascendentali, per l'inconscio non significano nulla.
L'UNICO PECCATO E' STATO AVER INVENTATO IL PECCATO
Le fiabe sono intrinseche di pericoli, di stregonerie, di cattiverie gratuite, d'inganni malefici, ma sono queste prove che fanno della fiaba la sua grandezza benefica. La dualità è l'essenza della natura, il male e il bene non sono che le due facce di un UNICA moneta, dividere è distruggere la moneta, non si separano le facce di una moneta. Dunque chi separa in modo assoluto il bene dal male (Dio da Satana) vive nel dualismo e non può capire nè l'uno nè l'altro. Non esiste la luce senza il buio, proprio perchè la luce splende nel buio, se tu vedi solo la luce e non il buio che essa cattura allora non vedi nemmeno in realtà l'essenza di quella luce. Senza il male il bene non avrebbe neppure nessun merito. Lo stesso è avvenuto con il peccato: non è un male ma la possibilità mancata di un bene, oppure un bene che si fa strada attraverso gli sbagli, gli errori, i fallimenti... è un passaggio benefico. Il peccato dunque è male in realtà se consiste nel crederci nel peccato e restarci. Chi capisce dove è il fallimento ha avuto un successo.
LA SINTONIA DELL'ESSERE
La sintonia è ottenuta mediante un apposito circuito (tra mente e cuore) che è regolabile per permettere di selezionare un solo segnale desiderato, eliminando quanto più possibile i segnali indesiderati e il rumore. Ciò che nella psiche regola questa sintonia è l'attenzione ma questa è potenziata dall'amore: s'impara soltanto ciò che si ama. Un bambino impara la lingua dei genitori o di chi lo circonda, impara anche i loro sentimenti, le loro emozioni, fino ad impregnarsi anche dei difetti e delle manie di chi lo circonda... è quindi in sintonia perchè vive in un circuito aperto soltanto ad un esclusiva realtà, donde l'importanza di selezionare una frequenza ottima: amicizie giuste, persone positive, ambiente naturale, genitori maturi. Un bambino non è altro che il compendio di ciò che lo circonda.
Le fiabe rappresentano in forma figurata i dilemmi interiori dei bambini, quei dilemmi e problemi che gli adulti tendono a nascondere a minimizzare o non riconoscono perchè non li hanno risolto nemmeno loro. Il bambino sperimenta ansie profonde, sentimenti di solitudine o isolamento, paure, sensi di colpa, rimorsi, inadeguatezza quando non si sente del tutto a proprio agio nel proprio corpo. Il bambino percepisce anche il male del mondo, le frustrazioni dei propri genitori, lo svegliarsi del sesso di cui nessuno ne vuol parlare in modo sereno. Le fiabe prendono sul serio le paure e i sentimenti del bambino. Alcune fiabe si prestano più chiaramente di altre a esplicare questa funzione. Si è persino riscontrato il fatto che gli adulti più nevrotici e caratterialmente più traumatizzati sono proprio quelli che ridicolizzano persino le fiabe e le deridono come "cose da bambini, roba da non credere".
I simboli sono come chiavi che aprono porte inconsce dove sono state disseminati i segreti della realtà; le parole sono segni del pensiero, se però non hanno un significato trascendentale non diventano simboli e alla fine non significano nulla. Le fiabe sono state scritte in base ai simboli e non attraverso le parole, per questo sono semplici. I discorsi eruditi, politici, filosofici, teologici, scientifici, ecc... spesso sono ricchi di parole e terminologie ma poverissimi di spirito, non hanno significati trascendentali, per l'inconscio non significano nulla.
L'UNICO PECCATO E' STATO AVER INVENTATO IL PECCATO
Le fiabe sono intrinseche di pericoli, di stregonerie, di cattiverie gratuite, d'inganni malefici, ma sono queste prove che fanno della fiaba la sua grandezza benefica. La dualità è l'essenza della natura, il male e il bene non sono che le due facce di un UNICA moneta, dividere è distruggere la moneta, non si separano le facce di una moneta. Dunque chi separa in modo assoluto il bene dal male (Dio da Satana) vive nel dualismo e non può capire nè l'uno nè l'altro. Non esiste la luce senza il buio, proprio perchè la luce splende nel buio, se tu vedi solo la luce e non il buio che essa cattura allora non vedi nemmeno in realtà l'essenza di quella luce. Senza il male il bene non avrebbe neppure nessun merito. Lo stesso è avvenuto con il peccato: non è un male ma la possibilità mancata di un bene, oppure un bene che si fa strada attraverso gli sbagli, gli errori, i fallimenti... è un passaggio benefico. Il peccato dunque è male in realtà se consiste nel crederci nel peccato e restarci. Chi capisce dove è il fallimento ha avuto un successo.
LA SINTONIA DELL'ESSERE
La sintonia è ottenuta mediante un apposito circuito (tra mente e cuore) che è regolabile per permettere di selezionare un solo segnale desiderato, eliminando quanto più possibile i segnali indesiderati e il rumore. Ciò che nella psiche regola questa sintonia è l'attenzione ma questa è potenziata dall'amore: s'impara soltanto ciò che si ama. Un bambino impara la lingua dei genitori o di chi lo circonda, impara anche i loro sentimenti, le loro emozioni, fino ad impregnarsi anche dei difetti e delle manie di chi lo circonda... è quindi in sintonia perchè vive in un circuito aperto soltanto ad un esclusiva realtà, donde l'importanza di selezionare una frequenza ottima: amicizie giuste, persone positive, ambiente naturale, genitori maturi. Un bambino non è altro che il compendio di ciò che lo circonda.
Le fiabe non si raccontano
solo per addormentare i bambini,
ma sopratutto per svegliare gli adulti.
"L'uomo moderno non è più in grado di creare favole. Per questo tante cose sono trascurate, ma è importante e salutare parlare anche delle cose inaccessibili. "
C. G. Jung, Ricordi, sogni, riflessioni
C. G. Jung, Ricordi, sogni, riflessioni
LE DEBOLEZZE DEGLI EROI
Il lato più sublime delle fiabe è il lato nascosto e debole degli eroi, le tentazioni del principe azzurro di mollare la principessa, la voglia d'impossessarsi dell'anello del potere, la tentazione di tradire gli amici, il pensiero di Gesù di evitare la passione del Calvario (Padre allontana da me questo Calice). Non esistono eroi senza cicatrici, un Cristo senza le stigmate sarebbe falso, la criptonita è il punto debole di superman ma è la sua forza di sopravvivere ad ogni costo; ognuno ha il suo tallone di Achile. Quante volte non ci passa per la testa non aver fatto i nostri figli? non aver intrappreso quella carriera? non aver creduto in quel Dio?... Ma è una voce nascosta infondo al nostro cuore che ci dimostra che siamo infondo umani, per quanto eroi. L'idea del Dio perfetto è una nostra proiezione conpensatoria psichica, non esite un tale Dio, come l'ha rivelato lo stesso Gesù di Nazaret che dimostra l'esistenza di un Dio che si perfeziona, in divenire, in crescita, un Dio che si meraviglia, che piange, che persino si pente. Se non fosse così la fiaba non sarebbe infondo REALE!!!.
Il lato più sublime delle fiabe è il lato nascosto e debole degli eroi, le tentazioni del principe azzurro di mollare la principessa, la voglia d'impossessarsi dell'anello del potere, la tentazione di tradire gli amici, il pensiero di Gesù di evitare la passione del Calvario (Padre allontana da me questo Calice). Non esistono eroi senza cicatrici, un Cristo senza le stigmate sarebbe falso, la criptonita è il punto debole di superman ma è la sua forza di sopravvivere ad ogni costo; ognuno ha il suo tallone di Achile. Quante volte non ci passa per la testa non aver fatto i nostri figli? non aver intrappreso quella carriera? non aver creduto in quel Dio?... Ma è una voce nascosta infondo al nostro cuore che ci dimostra che siamo infondo umani, per quanto eroi. L'idea del Dio perfetto è una nostra proiezione conpensatoria psichica, non esite un tale Dio, come l'ha rivelato lo stesso Gesù di Nazaret che dimostra l'esistenza di un Dio che si perfeziona, in divenire, in crescita, un Dio che si meraviglia, che piange, che persino si pente. Se non fosse così la fiaba non sarebbe infondo REALE!!!.
LA GRANDEZZA DELLA NOSTRA UMILE OMBRA
Nelle fiabe il personaggio su cui gira e si svolge tutto il mistero è una persona piccola insignificante sciocca, come l’idiota di Dostoevskij, il Parsifal del santo Graal, l’ingenuo Harry Potter o un dimenticato Frodo di Hobbitville. Queste persone così insignificanti agli occhi umani che guardano le apparenze, sono invece tesori di valori per lo sguardo divino. Anche il Cristo nel suo contesto non fu altro che un pazzo, un fallito, uno sciocco. Sauron non si sarebbe dato pensiero su Frodo, era troppo insignificante per la sua grandezza, così spesso noi sottovalutiamo le persone che hanno grandi valori e ricchezze, perché noi per primi crediamo di essere grandi e sottovalutiamo gli altri. Le persone umili, ma consapevoli del valore divino dell'umiltà, non si sentono schiacciate o disprezzate, sanno che in quell'ombra possono raggiungere la massima luce, coglie il senso del Divino e del Tutto.
Nelle fiabe il personaggio su cui gira e si svolge tutto il mistero è una persona piccola insignificante sciocca, come l’idiota di Dostoevskij, il Parsifal del santo Graal, l’ingenuo Harry Potter o un dimenticato Frodo di Hobbitville. Queste persone così insignificanti agli occhi umani che guardano le apparenze, sono invece tesori di valori per lo sguardo divino. Anche il Cristo nel suo contesto non fu altro che un pazzo, un fallito, uno sciocco. Sauron non si sarebbe dato pensiero su Frodo, era troppo insignificante per la sua grandezza, così spesso noi sottovalutiamo le persone che hanno grandi valori e ricchezze, perché noi per primi crediamo di essere grandi e sottovalutiamo gli altri. Le persone umili, ma consapevoli del valore divino dell'umiltà, non si sentono schiacciate o disprezzate, sanno che in quell'ombra possono raggiungere la massima luce, coglie il senso del Divino e del Tutto.
“Dopo aver lavorato per molti anni in questo campo, sono giunta alla conclusione che tutte le fiabe mirano a descrivere un solo evento psichico, sempre identico, ma di tale complessità, di così vasta portata, e così difficilmente riconoscibile da noi in tutti i suoi diversi aspetti, che occorrono centinaia di fiabe e migliaia di versioni, paragonabili alle variazioni di un tema musicale, perché questo evento penetri alla coscienza (e neppure così il tema è esaurito). Questo fattore sconosciuto è ciò che Jung definisce il Sé. Esso costituisce la totalità psichica dell’individuo”
- Marie Luise von Franz -
Un uccello possiede nel suo istinto la capacità di saper costruire un nido tra i rami degli alberi, sa prendere il volo verso le stagioni favorevoli per accoppiarsi, sa dove e come procurarsi il cibo, intuisce quando è in pericolo dai predatori. Gli essere imani invece, intuendo quanta flessibilità sia necessaria per affrontare situazioni inedite, hanno deciso di immagazzinare questo tipo di informazioni e di conoscenza al di fuori del sistema degli istinti, e cioè nelle storie, nelle fiabe nei miti, nelle leggende. Le storie costituiscono dunque una riserva di risposte alternative a cui è possibile attingere quando il comportamento sociale, come oggi, si allontana fin troppo dalla natura e diventa obsoleto ed insufficiente a dare un punto di riferimento e, persino ahimè, di orientamento.
Un giorno
quando sarai veramente adulto,
tornerai a leggere le fiabe,
perché allora e soltanto allora,
sarai di nuovo bambino,
e nessuno potrà mai più
rubarti la pace della notte
né la magia dei sogni.
quando sarai veramente adulto,
tornerai a leggere le fiabe,
perché allora e soltanto allora,
sarai di nuovo bambino,
e nessuno potrà mai più
rubarti la pace della notte
né la magia dei sogni.
Miti e fiabe ci fanno toccare una realtà celata, l'inconscio si esprime per immagini e simboli, come nei sogni, mentre il linguaggio moderno è cervellotico, scientifico, analitico, speculazioni astratte che hanno perso contatto con quel mondo fantastico dell'anima. Soltanto la musica, la poesia, l'arte, la letteratura, sono ossigeno per l'anima, riescono a cogliere nel suo linguaggio quella realtà da cui proviene il nostro spirito divino: l'aldilà che ci trascende.
LO SPECCHIO DI VENERE NON E' VANITÀ
Altrove abbiamo analizzato l'archetipo dello specchio nelle fiabe, come sguardo introspettivo (lo specchio in cui Alice si sommerge nel paese delle meraviglie), come ego che si auto riflette e si chiude in se stesso mortalmente (Lo specchio specchio delle mie brame della matrigna di Bianca neve), come sguardo critico analitico (lo scudo specchio che permette a Perseo di guardare Medusa in retrovisore). C'è anche un altro archetipo diverso e lo troviamo nello specchio di Venere. Apparentemente, quindi chi lo guarda in modo superficiale, come capita con la bellezza e con l'amore, si direbbe che Lei, Venere, è vanitosa e si guarda allo specchio, invece no, Lei guarda nello specchio non se stessa, ma chi la sta guardando da lontano, è la bellezza e l'amore che chiedono di essere visti e conosciuti oltre la loro apparenza, togliendo lo sguardo dall'aspetto fisico per ritrovarsi nello sguardo dello specchio, cioè nell'anima; sono quindi le persone che chiedono spiritualità e non solo fisicità, sono le menti stanche dei soliti discorsi di apparenza e convenzionalità, che vogliono uno sguardo aldilà, profondo, nell'intimo della psiche.
Altrove abbiamo analizzato l'archetipo dello specchio nelle fiabe, come sguardo introspettivo (lo specchio in cui Alice si sommerge nel paese delle meraviglie), come ego che si auto riflette e si chiude in se stesso mortalmente (Lo specchio specchio delle mie brame della matrigna di Bianca neve), come sguardo critico analitico (lo scudo specchio che permette a Perseo di guardare Medusa in retrovisore). C'è anche un altro archetipo diverso e lo troviamo nello specchio di Venere. Apparentemente, quindi chi lo guarda in modo superficiale, come capita con la bellezza e con l'amore, si direbbe che Lei, Venere, è vanitosa e si guarda allo specchio, invece no, Lei guarda nello specchio non se stessa, ma chi la sta guardando da lontano, è la bellezza e l'amore che chiedono di essere visti e conosciuti oltre la loro apparenza, togliendo lo sguardo dall'aspetto fisico per ritrovarsi nello sguardo dello specchio, cioè nell'anima; sono quindi le persone che chiedono spiritualità e non solo fisicità, sono le menti stanche dei soliti discorsi di apparenza e convenzionalità, che vogliono uno sguardo aldilà, profondo, nell'intimo della psiche.
Pare assurdo, eppure, col tempo
è la nostra infanzia non rivissuta
che diventa un ostacolo per crescere,
ci sbarra dolcemente la strada
e crediamo che sia così inocuo
che finiamo per pensare che
è una qualità immensa e gigantesca,
il non potere essere all'altezza
della nostra immaturità.
è la nostra infanzia non rivissuta
che diventa un ostacolo per crescere,
ci sbarra dolcemente la strada
e crediamo che sia così inocuo
che finiamo per pensare che
è una qualità immensa e gigantesca,
il non potere essere all'altezza
della nostra immaturità.
- «E che succede
dopo che lui ha scalato la torre
e salvato lei?»,
- «Che lei salva lui!».
dopo che lui ha scalato la torre
e salvato lei?»,
- «Che lei salva lui!».
“....la notte fa paura e il bambino fa fatica a comprendere come il sogno sia solo suo, senza nessuno che possa entrare a salvarlo....La manica di una camicia che penzola da una sedia appare come un serpente ...un quadro sembra una grande bocca spalancata”. Prendo a spunto le parole del grande scrittore David Grossman per ricordare quanto si importante accompagnare un bambino prima del suo viaggio nella notte e raccontargli una favola è lo strumento ideale per fermare il tempo assurdo che spesso viviamo nella giornata e sprofondare in quello della comunicazione affettiva e della vicinanza. “Raccontare una storia prima di andare a letto crea una specie di bolla di vicinanza e tenerezza nella quale le tensioni possono dileguarsi, svanire e i due complici della storia, il genitore e il bambino hanno l’occasione di raggiungere un luogo primario e profondo dentro di sé e nel legame fra loro”.
Betty Hinman
- Eugen Drewermann -
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