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SE NON DIVENTERETE COME I BAMBINI (presenti nel presente, qui ed ora), NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI (la consapevolezza) - Gesù di Nazareth -

Aladino


ALADINO

Il racconto “Aladino e la lampada magica” contenuto nelle Mille e una notte non si trova in alcuna copia manoscritta dell’opera. Appare per la prima volta (1888) nella traduzione francese delle Notti di Galland che aveva sentito la storia da un siriano cristiano (Youhenna Diab). La storia si svolge in Cina e per altri in Oriente ad Agrabah: Aladino e’ uno sfaccendato figlio di un sarto che si fa mantenere dalla vecchia madre vedova perche’ ancora non ha trovato la sua strada. Un giorno un mago nero finge di essere suo zio per farsi prendere da lui, un puro, definito dall’Oracolo “Diamante grezzo”, un lampada magica che si trova nella “Caverna delle Meraviglie”. Per protezione il mago gli dona un anello magico. Quando Aladino sta per uscire dalla grotta il mago vorrebbe prendere la lampada ma non ci riesce e la grotta si richiude. Aladino puo’ uscirne invece con l’aiuto di un “marid”, il ginn dell’anello. Poi, grazie alla lampada magica, che ospita un Genio potentissimo, ottiene ricchezze, un palazzo da sogno e sposa la bellissima Badr al Budur, di cui si e’ perdutamente innamorato, figlia del Sultano. Una notte, la ragazza fugge e inizia a girovagare per la città finendo per incontrare proprio Aladin.Ma la fuga della ragazza dura poco Aladin viene imprigionato e Jasmine torna a palazzo.
Il ragazzo si trova ora nelle prigioni e non per i suoi furtarelli, ma perché il malvagio Visir Jafar (il mago) scopre che il nostro protagonista è il solo in grado di entrare nella leggendaria grotta delle meraviglie. Aladin è sempre in compagnia della sua scimmietta Abu. Quando il mago scopre che la lampada e’ in possesso di Aladino, con uno stratagemma riesce a portargliela via e fa trasferire dal Genio, che ora e’ al suo servizio, il palazzo con tutti gli averi in Africa, sua patria. Aladino ha pero’ ancora l’anello e strofinandolo si ritrova anche lui in Africa. Qui con l’aiuto della moglie droga il mago e gli taglia la testa e, dopo altre avventure, i due tornano in Cina dal Sultano e ...vivono felici e contenti.



LA BEATA STUPIDITA DELLA GIOVINEZZA
Aladino è un ragazzo semplice e un po svogliato, che non ha molta voglia di lavorare e ha smarrito il senso di sé. Nonostante il modello del padre, il ragazzo continuò a bighellonare da mattina a sera. Farsi mantenere dalla madre a livello psicologico è non avere la forza della certezza per affrontare il mondo da sè, donde la forza paterna mancante.
L'etimologia del nome di Aladino deriva dall'arabo علاء الدين ('Alā al-din), che significa "nobiltà della fede" o "eccellenza della religione", in quanto composto da ala ("nobiltà", "eminenza"), al (un articolo) e din ("fede", "religione"). In senso esoterico il significato sarebbe la grandezza (nobiltà) che hai nel credere in te stesso, in altre parole Aladino è quella parte di noi che ci invita a conoscersi e scoprire il tesoro che giace nascosto nell'anima umana attraverso una trasformazione. Oggi incolpiamo molto ai giovani di essere pigri e non voler fare nulla per il loro futuro, ma abbiamo il coraggio di vedere il mondo che li abbiamo lasciato senza futuro? a volte penso che hanno un peso troppo gravante sulle spalle, fuggono nella pigrizia per non vedere il mondo fallito che li abbiamo lasciato, tal volta penso che tanti giovani non vogliono fare la vita dei loro genitori ne tanto meno diventare come loro (stressati, delusi, smariti) e hanno in parte ragione. Dovrebbero incontrare come Aladino uno scopo vero




SE NON USI IL TUO CERVELLO, VERRÀ USATO DA QUALCUNO ALTRO A TUO SVANTAGGIO.
Un giorno un mago nero finge di essere suo zio... questo è simbolo del potere, dei governanti, si fingono a noi famigliari e come questo falso zio promettono di farci ricchi. Ma in realtà si servono di noi per diventare ricchi loro. Il fatto che sia nero non è razzismo, ma fa riferimento alla loro estraneità, uno zio dall'Africa con un fratello indiano... infatti politici, falsi capi religiosi e maghi, non hanno nulla a che vedere con la semplicità e famigliarità delle persone comuni e per bene del popolo.... “Verrai con me. Ti porterò in un posto che sarà la tua fortuna“, disse. E, preso per mano Aladino, che in realtà avrebbe preferito restarsene a casa, lo costrinse a seguirlo.
Fate molta attenzione, se non utilizziamo il nostro cervello finiamo per seguire le indicazioni del cervello di qualcun altro che ci abbindolerà per i suoi piani, come dice il proverbio: "se non leggi e ti istruisci, sarai costretto a credere a quello che ti racconteranno gli altri". Politici, capi religiosi, borghesi, sono estranei alla nostra vita comune, loro non sanno cos'è il lavoro, il sacrificio, i preti non sanno cos'è la famiglia eppure vogliono insegnarci a vivere, sono loro che dovrebbero imparare da noi, non il contrario, per questo sono stranieri, falsi parenti. 

 
L'INCONTRO CON IL FALSO IO
A livello psicologico l'incontro di Aladino con il falso zio è il riflesso della nostra falsa immagine, è proprio l'incontro con questa nostra ombra che ci renderà davvero ricchi: padroni di se stessi. L'incontro con l'ombra ci conduce nella caverna delle meraviglie, è un luogo buio e pericoloso, ma allo stesso tempo pieno di tesori meravigliosi, che ricorda tanto il nostro inconscio. 
A livello sociale è l'incontro con la falsa ideologia, quando finalmente ti svegli nel buco, nella trappola, sai che il sistema ti ha usato e manipolato, il falso Zio che ti governa ti sfrutta, è il momento del risveglio che avviene ovviamente cadendo nel fondo della grotta, la crisi, la perdita di identità. 

SCOPRI IL DIAMANTE CHE E' IN TE
Il mago sapeva, secondo l'oracolo, che soltanto una persona definita "diamante allo stato grezzo" poteva aprire la porta della caverna delle meraviglie, e tale qualità l'aveva la purezza del cuore di Aladino. Per poter arrivare fin laggiù nella profondità del nostro cuore, dell'anima , dell'inconscio e dell'intendimento della natura e soprattutto per poterne tirar fuori i tesori che contiene, bisogna lasciare da parte le sovrastrutture e far appello alla parte più pura di noi: tornare allo stato di "diamante allo stato grezzo", cioè la limpidezza dell'INFANZIA, altrimenti, se ne viene risucchiati. Ma fate attenzione: la chiave sta nel restare umili e discreti, quindi in qualche modo nascosti, il mondo invece ci dice di aparentare, di far vedere anche quello che non siamo, di possedere persino quello che non possiamo a lungo permetterci. Questa non è ricchezza, è povertà mentale e di spirito. 

LA LAMPADA DELLA COSCIENZA E IL GENIO DELLA CONSAPEVOLEZZA
E' una lampada magica, ha una luce potente, giace nel profondo di noi, nelle caverne tortuose dello spirito, è la consapevolezza, dentro vi giace il Genio, la nostra genialità, la nostra forza divina... “Dammi la lampada, presto”, gli ordinò il mago. Era sua intenzione, non appena ottenuto ciò che gli stava a cuore, far ricadere il ragazzo nel baratro per lasciarvelo morire". Difatti, il mago dell'ignoranza, della stupidità, della mentalità comune che non conosce che l'avidità fuori dalle caverne dello spirito, vuole farci vivere seppelliti nella profonda superficialità delle caverne primitive della nostra bestialità. Ahimè, direi che la massa è in preda a questo mago a cui servono, a cui offrono la loro lampada e da chi sono schiavizzati.
E' importante adesso fare ua piccola distinzione ma importantissima nella differenza che c'è tra la coscienza e la consapevolezza. La coscienza è il Super Io, dove noi registriamo la legge morale che ci ha importo la società, la religione, le abitudini familiari, la tradizione della nostra cultura. La consapevolezza invece è la luce della verità che ti scopri una volta che avrai libertà il genio dalla lampada, e non sempre è uguale alla legge morale comune, da qui il pericolo a seguire i suoi famosi desideri. Tutti abbiamo la lampada, la coscienza, ma pochi hanno scoperto dentro di essa il genio, la consapevolezza, ragione per la quale non sappiamo come esaudire i nostri più esenziali desideri



IMPARA DAL MALE A FAR IL BENE
Per vincere la diffidenza di Aladino, perciò, il mago non esitò a consegnargli un anello. “Mettilo al dito, non togliertelo mai. È un anello magico: ti sarà d’aiuto in tante occasioni. In cambio, tu per me dovrai fare una cosa: portarmi la piccola lampada che troverai in fondo alla caverna”... L'anello è il nostro indissolubile collegamento anche con l'essenza del male, ce l'abbiamo tutti, il male come il bene sono due componenti della natura, la dualità è naturale, mentre il dualismo è la deformazione della visione naturale. Dobbiamo avere sia l'uno che l'altro, sia la lampada che l'anello del mago, essere umile come colombe e scaltri come serpenti (disse Gesù). Quando Aladino non offre al mago la sua lampada, questi lo rinchiuse nella caverna: è la chiusura mentale che ogni tanto ci attanaglia, ma dobbiamo usare l'anello, le forze negative per uscirne fuori, i traumi, le delusioni, l'odio e proiettarlo contro lo stesso male... "Sollecitato a quel modo, esso rivelò subito i suoi poteri. Infatti, in una luce abbagliante, davanti ad Aladino apparve un genio. “Comanda cosa vuoi”, disse il genio ad Aladino inchinandosi, “e io ti accontenterò”.”Riportami subito a casa”, fu la richiesta. In men che non si dica, il ragazzo si ritrovò dalla madre..." . Se non scopri il demone dell'anello non saprai usare l'angelo della lampada.

LA SAGGEZZA DEL CUORE
È stata la madre di Aladino a strofinare la lampada, è stata lei a scoprirne il valore e il potere, perché è il femminile (forza Yin) in noi che ha quel potere, cerca il significato e l'essenza della vita nella natura, è la luce di intuizione che si accende in noi... Grazie alla sua anima incontaminata, Aladino riesce ad entrarvi, e ad appropriarsi anche di quella forza irrazionale e irrefrenabile del Genio: la parte più istintiva e pulita di noi, quello che chiamiamo il bambino interiore, per questo è tornato a casa con la madre (per questo Freud ha tanto insistito nel fare gli spazi con la figura materna), è un simbolo di conciliazione con il passato che permette possibilità inimmaginabili. La lampada come abbiamo visto è la coscienza, ora decodifichiamo il verbo "strofinare" la lampada.

Strofina l'anima e vedrai cosa succede...
In alcune tradizioni il Genio della lampada è femminile, più in linea con lo spirito dell'anima che è psicologicamente più generativo, riflessivo, introspettivo, Yin, guarendo così tutte le qualità del femminile. Strofinare la lampada è simbolo di analizzare, ragionare, pensare, strofinare la mente, la logica, l'intelligenza, è come voler far risplendere il proprio valore, è rispolverare e rimuovere lo sporco, ovviamente, una volta che la mente è stata strofinata bene come la lampada , la prima cosa che vedrai nella lampada è l'immagine di te stesso, Aladdin finalmente riflette, si vede per quello che è e solo allora esce il suo spirito, il Genio, la sua anima viene alla luce, il cosiddetto intuizione o coscienza. Questo è il frutto da raggiungere: strofinare l'anima in modo da poter vedere il tuo grande Ego.

L'OLIO DELLA DUALITÀ
C’è una Sura del Corano, la XXIV, detta “Sura della Luce”. La lampada citata nel Corano è in una ‘nicchia’, nascosta all’interno della luce divina. Quella di Aladino è in una caverna, un luogo segreto e inaccessibile pieno di tesori. Il luogo segreto, la caverna, la nicchia, sono chiaramente metafore per il mondo interiore, per il ‘cuore’ e l’intimo di ognuno. Il suo combustibile viene da un albero benedetto, un olivo né orientale né occidentale, il cui olio sembra illuminare senza neppure essere toccato dal fuoco. Da essa si sprigiona la luce più vera, in essa c’è un ‘olio’ ricavato da un Albero che trascende la dualità (Oriente e Occidente, interno ed esterno), un combustibile che anche senza bruciare emana luminosità, cioè Coscienza, Illuminazione. Questo Genio della lampada, in fondo, è una Kundalini in versione islamica: attende dormiente di potersi attivare, di risalire lungo la colonna vertebrale (l’Albero“né orientale né occidentale”), di sprigionarsi illuminando il chakra dai mille petali, il Sahasrara.


OGNUNO DI NOI HA UN GENIO
In occidente diremmo l'angelo custode, i greci lo chiamano Daimon, è questo il Genio che Aladino sprigiona dalla lampada del suo cuore, un istinto di cuore che è al nostro servizio. Se non scopri il tuo genio finisci nelle mani del mago imbroglione, se non pensi con il tuo intuito finisci per seguire il parere della folla. Fregare la lampada non è altro che l'introspezione, la meditazione, la preghiera, è entrare in contatto con la nostra divinità. Ma una certa falsa strumentalizzazione di Dio che fa la nostra volontà e compie ogni nostro desiderio, ha fatto della dimensione magica un luogo ingannevole da cui avere soltanto il potere materiale e non spirituale. Il jinn spesso tradotto come genio, è una creatura citata nel Corano, e indica, nella religione preislamica e in quella musulmana, un'entità soprannaturale, intermedia fra il mondo angelico e l'umanità, avente per lo più carattere maligno; anche se in certi casi può mostrarsi in maniera del tutto benevola e protettiva. Ricordiamo che sono i nostri traumi, le nostre fobie, tutte le ferite che alberghiamo nell'inconscio, nella nostra lampada arrugginita ed impolverata. La parola Jinn deriva dal semitico gianna, ossia "coprire": i jinn rappresenterebbero dunque gli esseri che ricoprono o opprimono l'essere umano con le loro azioni occulte o inconsce. Per questo il lavoro psicanalitico (strofinare) per farlo venire fuori, se ci riesci allora sarà lui al tuo servizio e non tu condizionato dai suoi impulsi inconsci. 

DIMMI QUALI SONO I TUOI DESIDERI E TI DIRÒ CHI SARAI !
Emblematica classica e unica è l'opportunità che ha Aladino: chiedere 3 desideri qualunque essi siano. Spesso anche noi nel più intimo della fantasia ci facciamo questa stessa richiesta: cosa desideri di più? Prima però di Aladino fu la sua mamma ad usare la lampada e chiedere al Genio di avere CIBO: Fino ad allora, nella povera casa di Aladino si era sofferta la fame, perciò ella chiese una tavola imbandita con gustose vivande e buon vino. Immediatamente la tavola fu apparecchiata: una tavola principesca, che ritornò tutti i giorni, due volte al giorno". Il cibo in questo senso ha un doppio significato: quello materiale che rende esistenza degna e quello spirituale e cioè il sapere renderci conto dei nostri veri bisogni interiori: Questa donna, simbolo della ricerca del femmineo e quindi spirituale, è saggia, non chiede nient'altro, per lei vivere è un miracolo e poterlo fare in tranquillità una gioia, è la semplicità delle anime buone modeste e profondamente sagge. Ma non esiste un altro cibo per l'anima più immediato che l'amore, ecco perchè il primo incontro di Aladino sarà quello con la bellissima Badr al Budur.


SE AVESSI TUTTE LE RICCHEZZE DI QUESTO MONDO
E NON AVESSI L'AMORE, NON SAREI NULLA
Una notte, la ragazza fugge dal castello e inizia a girovagare per la città finendo per incontrare proprio Aladin. Ma la fuga della ragazza dura poco Aladin viene imprigionato e Jasmine torna a palazzo. La prigionia di cui si parla è quella dell'innamoramento. In questo stato Aladino per conquistare Jasmine, si finge poi principe: si mostra cioè così come la società lo vorrebbe (la legge prevede infatti che solo un principe possa sposare Jasmine), nascondendo la sua vera natura. Non si rende conto però che Jasmine si era già innamorata di lui - di quello, cioè, che lui è davvero - quando lo aveva conosciuto al mercato. Quando dobbiamo fingere per amare alla fine ci troveremo con un amato altrettanto finto.
Le persone si devono innamorare non per quello che tu hai ma per quello che tu sei. L'anima, come l'arte nello spirito, non ammette le apparenze, per questo Jasmine vuole fuggire dal castello che è immagine di una grandezza sociale fatta per lo più di apparenze. Infatti Aladin è imprigionato dalle guardie: simbolicamente vuol dire che se noi cerchiamo la bellezza dell'anima (Jasmine) il mondo ci darà addosso, ci imprigionerà nella critica, nell'alienamiento sociale, persino nel disprezzo. Molti non ce la fanno e si adeguano alla mentalità del mondo ed ecco Aladino fingersi come gli altri, si veste da principe, come noi ci vestiamo da cantanti, da attori, da sportivi, etc... sempre con maschere per farci volere ed accettare. Questa è Jasmine la nostra anima condizionata, inprigionata nel suo enorme castello del mondo

PER FAR VOLARE UN ANIMA BASTA ESSERE SE STESSI.
Aladino come ognuno di noi vuole far bella figura con Jasmine, niente di meglio che un volo, su un tappetto magico ... questo è simbolo del pensiero, volare non è nient'altro che aprire all'altro la nostra dimensione spirituale, a lei non servono castelli, gioielli, ricchezze, ma che lui la faccia volare (Spesso gli innamorati vogliono impressionare l'amato con viaggi, bei vestiti, cene, etc... ma niente di questo può superare far volare l'anima con la tua immensità)... L'essere umano da sempre ha avuto questa frustrazione: non potere volare. Ci siamo inventati ogni tipo di strategie aere per dominare lo spazio celeste: aerei, paracadute, mongolfiere, razzi... l'oggeto magico più affascinante è il tappetto magico volante. Volete cadere negli abissi infinito dell'amore di una persona? fatela volare con l'anima, nel pensiero, perchè la conoscenza è infinita, non si cade mai e si vola sempre. Il tappetto è un accessori di lusso che invita al ristoro. C'è un modo di dire molto significativo: "avere i piedi per terra" cioè essere sicuro, stabile, sapere quello che fai e vuoi. Il tappetto in quanto simbolo del pensiero che vola ci darebbe quela qualità fantastica di sapere cosa c'è oltre, più in alto, nella trascendenza, riposarci su quel tappeto sarebbe dominare quella regine celeste che tanto affascina la nostra psique. E' questo il significato del tappetto volante: conoscere l'aldilà, sapere esplorare l'anima umana. 

VIVIAMO NEL MONDO DELLE APARENZE SENZA SOSTANZE
 A lei non servono castelli, gioielli, ricchezze, ma che lui la faccia volare, lei è una ragazza ricca, non le manca nulla tranne l'amore che non lo puoi acquistare con le cose... e infatti la paura più grande di Aladino, dopo la magica notte sul tappeto, è che lei si accorga dell'artificio, scopra la sua vera umile natura e non lo voglia più. È la paura forse più profonda di tutti noi: non crediamo di poter essere amati così come siamo e per quello che siamo, per cui ci inventiamo identità posticce in base alle richieste della società intorno a noi, invece quello che fa veramente volare un anima spirituale è la semplicità e l'umiltà di un amore. In amore le persone diventano camaleontiche: se ti piace la musica classica l'altro finge che adora quella musica, se sei di un segno zodiacale l'altro dice che è compatibile, se ami ballare, fare sport, nuotare l'altro come per magica subito diventa uno esperto ballerino, uno sportivo, un nuotatore olimpico... ecco Aladino, ha fatto per Jasmine una magia ma non è un mago, così molti noi facciamo i teneri ma non siamo delicati, facciamo i gentili ma non siamo educati, facciamo i bravi ma ancora siamo molto imperfetti. Ma non è una falsità, è che l'amore agli inizi ci dimostra quello di cui siamo capace di essere, la nostra vera natura, invece noi la tradiamo e col tempo molti cambiano o meglio non cambiano e tornano ad essere gli stessi vagabondi di prima. Ma ad Aladino non successe così... 

 
UN CASTELLO PER L'AMATA, UNA TRAPPOLA PER IL RE
In moltissime fiabe la principessa può essere sposata soltanto da un principe, il re vuole che la sua figlia sia degna di un futuro alla sua altezza. Quasi sempre interpretiamo questo fatto soltanto dal punto di vista materiale, quindi sposarci con uno che ci dia uno status quo sociale elevato e di classe. In questo senso amare sarebbe un barattarsi, vendersi. Infatti quando Aladino disse alla mamma che vuole sposare la figlia del re, lo ritiene matto, ma Aladino si prende gioco del re, attraverso il Genio ottiene doni in gioielli e un palazzo più bello di quello del re. A livello psicologico e spirituale il senso è tutt'altro: per amare una persona le devi garantire la ricchezza interiore e la sicurezza di una dimora, simbolo del palazzo o castello e cioè la grandezza d'animo, prendendovi gioco delle apparenze del re di questo mondo (sia di bellezza fisica che di ricchezze). Anche psicologicamente, se non inganni il re della superficialità materiale con la tua magia interiore, con il gioiello della conoscenza e il palazzo della tua fortezza interiore, in te non verrà mai a dimorare la sapienza, cioè la principessa Jasmine, i greci avrebbero detto Sofia o FiloSofia.

ABU ... L'ISTINTO SELVAGGIO
Tutti i grandi personaggio nelle fiabe vengono affiancati ad un animale (pinocchio e il grillo, Doroti e il cane toto, Eva e il serpente, Perseo e pegaso, ecc...) Aladino non poteva non avere una sua mascotte: la scimmietta Abu. E' l'archetipo dell'istinto selvaggio, la parte emotiva, irrazionale ma capace di cogliere la ragione e il senso delle cose solo per istinto emotivo (diverso dall'intuito intellettuale). Fu Abu a scoprire la lampada dentro la caverna, quasi per gioco, fu lui che per l'avidità rischiava di rimanere intrappolato in quella caverna pur di avere un rubino, ma fu lui che con la bontà dava pezzi di pane ai bambini nei mercati e alla fine trova la mascotte di Jasmine, quindi è simbolo dell'istinto che ci porta a scoprire il vero amore, 

le persone che contano, le cose che valgono. Questo istinto selvaggio c'è in ognuno di noi, ma va svegliato e questo lo si fa soltanto nella misura in cui torniamo a vivere in contatto con la natura, qualcosa che oggi è sempre più difficile perchè viviamo in un mondo dove la nostra percezione della natura sta cambiando. Vivere secondo natura non significa che dobbiamo tornare alle caverne, ma scoprire quale sono le potenzialità che ho nella mia natura: se un uccello ha le ali e non sa volare qualcosa gli manca, se un pesce ha le branchie sa stare sott'acqua, quindi se noi abbiamo anima davvero a cosa serve, che potenzialità può avere la nostra psique, etc... finchè non scopriamo questo l'anima che è in noi ci distruggerà perchè giace sofferente ed agonizzante, senza vita. 

 
 IL BARATTO DELLA VITA IN CAMBIO DELLA MORTE
Chi ha scoperto il tesoro dello spirito ben sa che il mondo per quanto splendido è una lampada che brilla poco, splende per breve tempo, la vita ha una fine inevitabile, mentre la certezza di una dimensione interiore è un palazzo che provoca l'invidia dello zio mago di Aladino: "Quando vide lo splendido palazzo di Aladino, una rabbiosa invidia prese a tormentarlo. Non volendosi arrendere alla fortuna dell’altro, si travestì da mercante, attese che Aladino accompagnasse il re in un viaggio nei reami vicini, si fece ricevere dalla principessa e, un po’ con parole sdolcinate, un po’ per magia, la trasse in inganno. Le fece credere cioè che la lampada custodita dal suo sposo era vecchia e non valeva nulla: gliela avrebbe cambiata con una bella lampada nuova". Infatti la grande tentazione avviene sempre quando lei (l'anima) Jasmine, è da sola, il mondo per quando effimero ci si presenta come l'unica certezza a cui aggrapparci e spesso barattiamo la luce dell'anima. Il mercante oggi è sempre alle porte, bussa dappertutto con la pubblicità e lo standard sociale dell'avere. E' così come molti perdono la lampada di Aladino o il lume della ragione e si finisce smarriti, stranieri in questo mondo che è la nostra patria: "Avuta fra le mani, finalmente, la lampada magica, il mago ordinò al genio di trasportare il palazzo di Aladino, con tutti i suoi abitanti, in Africa. E il genio non poté far altro che ubbidire. Non appena tornato dal viaggio, non vedendo più né il palazzo né la principessa, Aladino comprese ciò che era accaduto. Se vendete l'anima al diavolo vivrete nell'inferno dello smarrimento, ecco il simbolo del castello trasportato in Africa in un luogo sperduto.


 
TU SEI IL GENIO QUANDO SCOPRI LA TUA LAMPADA- ANIMA
In alcune tradizioni le scarpe di Aladino sono a forma proprio di lampada, nulla al caso, sono proprio un magnifico simbolo: è lo stesso Aladino che uscendo dalle sue scarpe di personifica come il genio di se stesso, si fa strada e risolve i problemi. Non appena tornato dal viaggio, non vedendo più né il palazzo né la principessa, Aladino comprese ciò che era accaduto. Ma non si perse d’animo. Strofinò l’anello che aveva ricevuto tanto tempo prima dal mago e che sempre portava al dito. Con l'anello (dono del mago quindi sono la sapienza acquisita dalle esperienze negative) si rintraccia facilmente dove è caduta l'anima. Soltanto chi possiede questo anello sa comprendere gli smarrimenti interiori, i dolori psichici, gli errori dei nostri falsi ideali o finti maghi che derubavano la spiritualità cioè Jasmine. Il modo in cui Aladino e Jasmine vincono il mago è geniale, degno di una lampada spirituale.


 
HAI PAURA DI CADERE DALLA TORRE? BUTTA GIÙ LA TORRE!
Il piano di Aladino per sconfiggere il mago è geniale:
- "E adesso ci riprendiamo la lampada".
- "Ma come?", rispose lei, dubbiosa.
- "È facile. Inviti a cena il mago (la cena è cibo, esperienze, affronta il male in modo amichevole, ragionevole), che essendo un grande vanitoso, si lascerà conquistare dai tuoi complimenti (va preso il male per quel che ha di bene, per il suo vantaggio, dobbiamo in qualche modo essere diplomatici col mondo e la sua stupidità, non attaccarli altrimenti perdiamo, gli stupidi sono in maggioranza, meglio salutarli per tenerseli non vicini ma neppure farli sentire lontani). E tu gliene farai tanti..."
- "Io, Aladino, fargli dei complimenti?" (ecco la correttezza dell'anima che non ammette di far i complementi alla pazzia del mondo e alle sue stupidaggini, si sente ipocrita, ma in certi casi la sincerità non serve con chi è falso per natura e marcio per essenza e scopo).
- "Sì, mia diletta. E lo farai bere tanto (Ubriacarsi è farne esperienza profonda della stupidità, far vedere agli altri le proprie ferite, far capire allo stupido non quando sia stupido ma quanto noi sappiamo averlo fatto, questo li manderà in delirio, ci vedranno iniquo e vulnerabile, non ci attaccheranno). Anzi, per essere più sicuri, metterai del sonnifero nella sua coppa di vino".
Questo sonnifero è l'indifferenza del saggio verso il mondo e la massa con tutti i loro progetti, ideali, potenze.
- "Ho capito", sorrise la principessa.
In altre parole: tutte le persone piccole ed insignificanti si riconoscono per la loro disperata ed ubriaca voglia di apparire grandi, mentre Aladino si finge ubriaco (semplice di cuore) e nasconde la sua sapienza alla falsa sobrietà dei maghi e potente di questo mondo. In questo modo avrai la lampada in mano, il mago della stoltezza nel tuo potere e tu, regnando su te stesso, il castello torna secondo la fiaba alla sua terra: la padronanza e la consapevolezza. Il Mondo è un inganno, la sua legge è la falsità, non puoi viverci dentro se non segui la stessa legge: nasconditi, fingi di essere come loro, se tu lo facessi per far del male sarebbe inganno invece lo fai per difenderti quindi è puro istinto di sopravvivenza: ubriacca il mondo con la tua follia e debolezza, è così che ti vogliono vedere per non attaccarti. Tutti saggi e geni si sono vestiti di follia ed insignificanza. 


 
LA VITA UN GRATTA E VINCI SEMPRE VINCENTE?
Il fascino di Aladino colpisce soprattutto la nostra sindrome del nullafacente: Nella fiaba di Aladino compaiono tutti i desideri - la ricchezza, la potenza, e l'amore della principessa - e sono soddisfatti istantaneamente e senza sforzo, basta grattare la lampada e vincere. Aladino è quel tipico ragazzo monello che non vuole lavorare, ma vuole i colpi di fortuna ed acquista tutto giocando d'astuzia anziché di forza. Interpretare perciò la lampada in senso materiale è la più tragica illusione e il tradimento della fiaba, perchè Aladino dovrà affrontare alcune realtà che non possono essere cancellate con una strusciatine: il tradimento, la morte, la disperazione. Soltanto l'accettazione del se interiore, l'anello magico (dono del mago o esperienze negative) potrà aiutarlo per il resto della vita a tirarsi fuori dai guai.

3 commenti:

  1. Complimenti per il blog interessantissimo. Avete da consigliare una bibliografia di riferimento per trovare i testi estesi ed originali delle fiabe che avete in elenco? Grazie

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    1. Salve... le fiabe che proponiamo sono molto famose e conosciute, basta un semplice titolo fiaba su google per avere i testi, mentre noi ci incentriamo nei commenti passo a passo di ogni fiaba. Grazie della tua attenzione!!!

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  2. L'interpretazione salta un passaggio narrativo fondamentale ; le cose materiale arrivano senza merito, e per cosi dire per un "Genio", vanno e vengono , il finale non c'e' insopportabile £"e vissero felii e contenti"
    Il mondo arabo e' manchevole, se fossimo tutti in un palazzo sai che Babele? ihih

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