AVERE IL NECESSARIO E' AVERE IL GIUSTO
C'era una volta una piccola casetta, un'izba decrepita su un isola in mezzo al mare. In questa izba vivevano un vecchio con la sua vecchietta. Vivevano in grande povertà: il vecchio fabbricava le reti e andava al mare per prendere i pesci. Ne prendeva solo quanto ne bastava per il vitto quotidiano.
Questa è la cornice su cui il racconto si sviluppa, sembra una situazione del tutto normale, pesa di primo impatto la povertà, ma tutto sommato la fiaba sottolinea che avevano "quanto ne bastava" per vivere. Avere il necessario è il fondamento dell'anima, il superfluo è l'inizio del vizio del corpo e di fatti la fiaba ci dimostrerà proprio questa misura: all'anima immatura devi darle il minimo indispensabile altrimenti ti tradisce.
IL PESCE D'ORO
Se si pesca il pesce d'oro e lo si lascia tornare in mare, ogni desiderio potrà essere esaudito: racconta un'antica favola russa. Qui iniziamo gli archetipi a parlarci... un pesce d'oro è difficile che venga a galla, il suo peso lo tiene in fondo, nelle profondità, il pesce è l'istinto selvaggio, innato, è la voce dell'anima che come vedremo interpellerà il pescatore in un viaggio di domande. L'oro come sempre è simbolo del valore. Il mare e le sue profondità sono proprio quelle dell'inconscio umano dove nuota questo pesce divino. Già nel vangelo pescare le anime era un paragone di convertire le anime, qui è già l'anima divina, dorata, che come vedremo sarà il pesce a pescare al pescatore.
NON AVERE DESIDERI, QUESTO E' IL MIO DESIDERIO
Una volta, chissà come, il vecchio gettò la sua rete, cominciò a tirare e si accorse che era molto pesante, come mai gli era capitato. Tira e tira, riuscì a tirar fuori la rete. Guardò: la rete era vuota; c'era in tutto un pesciolino, ma non un semplice pesciolino: era un pesciolino tutto d'oro. Il pesciolino pregò il vecchio con voce umana: "Non prendermi, vecchietto! È meglio se mi lasci andare nel mare azzurro; io ti sarò riconoscente: farò quello che vorrai". Il vecchio pensò e ripensò, poi disse: "Che bisogno ho di te? Và pure a passeggio nel tuo mare!" Gettò il pesciolino d'oro nel mare e tornò a casa.
Fateci caso, l'anziano non ha detto "ok, accetto la tua promessa" ma rinunciò all'offerta del pesciolino di avere quello che voleva. Perchè? perchè possedeva se stesso, non aveva bisogno di null'altro, aveva un distacco delle cose che era superiore al valore dell'oro del pesce. Era un anziano d'oro. Chi rinuncia al pesce d'oro, diceva la leggenda, avrà ogni desiderio esaudito, perchè una volta che hai smesso di desiderare ogni cosa, la brama del desiderio non ha più potere su di te.
LA PRETESA CONTRO LA COMPASSIONE
La vecchia gli chiese: "Hai preso molti pesci, vecchio?" "In tutto ho preso solo un pesciolino d'oro, ma l'ho ributtato in mare. Mi pregò con insistenza. Lasciami andare, mi disse, nell'azzurro mare ed io ti ricompenserò, farò tutto quello che vorrai! Ho avuto compassione del pesce, non ho voluto da lui un riscatto ma l'ho lasciato libero a sua volontà" "Vecchio demonio! Ti era capitata tra le mani una vera fortuna e tu non hai saputo prenderla." La posizione è chiara lei pretende mentre lui ha avuto compassione, lei pensa a se stessa lui ha pensato al pesce. Per capire meglio lo svolgimento simbolico dobbiamo pensare che lei sia il Yin malato, chiuso in se stesso quindi egoista, mancante di spiritualità, lui il Yang equilibrato, aperto alla vita e quindi capace di vedere la bellezza, la libertà, di apprezzare un pesce singolare, è la buona volontà. Cosa fanno le persone quando hanno un Yin malato? sono prive di trascendenza, di spirito, quindi unico obiettivo è il possesso delle cose perchè non possedendo se stesse si aggrappano alle cose e qui inizia la lista di pretese, vediamo:
IL BUCO NERO DELL'AVIDITÀ
Gandhi diceva “Nel mondo c'è quanto basta per le necessità dell'uomo, ma non per la sua avidità.” L'anziana inizia a rimproverare il marito in maniera adirata, insolente e alla fine spietata (Ah tu, vecchio cane, imbecille! Non sei capace di servirti della fortuna) e gli dice di tornare dal pesciolino a chiedergli delle cose. L'uomo servile tornera dal pesciolino per molte volte, sempre con una richiesta diversa... "Dovevi chiedergli almeno un pò di pane. Qui abbiamo solo delle croste secche: che mangerai?" ogni volta che il vecchio tornava a casa aveva in abbondanza quello che aveva chiesto: pane, un mastello per lavare la biancheria, una nuova casa... e dopo le cose l'obiettivo della vecchia fu di migliorare se stessa ma sempre sul piano esteriore sicchè chiese di diventare la moglie del governatore, con servitori e Palazzo ... Questa è l'avidità umana, più ne hai e meno ti basta, come diceva Shakespeare “Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.”
AL POVERO MANCA MOLTO, AL AVARO MANCA TUTTO
Diventata zarina si dimostra una vera tiranna, despota, arrogante e prepotente, di fatto quando arriva suo marito a salutarla lei rispose: "Ah tu, rozzo ignorante! Come osi chiamar me tua moglie, me, la moglie del governatore? Ehi, gente, portate questo contadinaccio nella scuderia e frustatelo quanto più potete." Lei non aveva le cose ma era diventata posseduta dalle cose, dal titolo e le etichette, date potere ad un ignorante e vedrete quanta cattiveria sprigionerà la sua anima. Lei è simbolo del Yin femmineo malato, quello che disprezza il ricco perchè è povero ma una volta diventata ricca schiaccia i poveri che odiava in se stessa. Infatti il racconto prosegue: "Dopo di che la vecchia gli diede l'incarico di portinaio, ordinò che gli fosse data una scopa, e che pulisse il cortile. Ordinò anche che gli fosse dato da mangiare a da bere in cucina. Mala vita per il vecchietto! Per tutto il giorno deve scopare il cortile, e non appena trovano che c'è qualche punto non pulito bene, subito nella scuderia, e giù frustate! "Che strega!" pensa il Vecchio. "Ha avuto una fortuna, e adesso si mette a grufolare come un porco, e non mi considera più neppure suo marito!"
“Chi troppo abbraccia (vuole) nulla stringe (niente ha).”
La pretesa non conosce confini, la vecchia si era annoiata di far la moglie del governante e voleva fare la zarina e di nuovo mandò al povero vecchio a far la richiesta al pesciolino d'oro. E' da notare come l'anziano ogni volta che andava dal pesciolino si lamentava della moglie: "la vecchia si lamenta e grida, non mi lascia in pace... La vecchia è del tutto impazzita... Non si contenta..." Il pesciolino di nuovo accontenta per l'ennesima volta non tanto la vecchia quanto la bontà dell'anziano, ma sì sa che l'avidità umana non ha confini: "Ascolta, vecchio demonio!" gli dice la vecchia. "Và dal pesciolino d'oro a digli: non voglio più essere zarina, ma voglio essere la signora dei mari, in modo che tutti i mari e tutti i pesci mi ubbidiscano." Il vecchio tentò di rifiutarsi, ma che vuoi farci? La zarina le avrebbe fatto staccar la testa! Fateci caso: quando una persona, come il vecchio, è troppo buona, diventa oggetto di sfruttamento di tutti quelli avidi e senza scrupoli. Figli che divorano i genitori, genitori che sfruttano i figli, mariti che fanno diventare serve le mogli e mogli che fanno diventare schiavi i mariti... la bontà spesso è un pericolo se cadi nelle mani di persone di potere, ti sottometteno e fanno di te quello che vogliono.
HAI TUTTO MA TI MANCA IL SENSO DEL TUTTO
Questa volta il vecchio ha dovuto chiamare ben 3 volte, il pesciolino non apparve subito come le altre volte, anzi dice il racconto che "a un tratto il mare si gonfia e muggisce; prima era tutto sereno, pulito, e ora tutto nero". E' un brutto presagio, il mare è come l'umore umano, venti contrari e maree lo agitano facilmente. I1 pesciolino nuotò a riva: "Che vuoi, vecchio?" "La vecchia è diventata ancora più pazza; non vuole più essere zarina, vuole essere la signora del mare, dominare su tutte le acque, comandare a tutti i pesci." Il pesciolino d'oro non disse nulla al vecchio, si voltò e sprofondò nel mare.
Ovviamente il pesciolino d'oro scomparve, la richiesta era impossibile, sarebbe come tradire se stesso, perchè il pesce d'oro era simbolicamente il signore del Mare, La vecchia nella sua ignoranza voleva mettersi al posto di Dio, essere come Nettuno, il Dio del Mare, era arrivata come un Lucifero a voler essere al posto di Dio. Capita spesso con chi ha tutto finisce per distruggere tutto quello che ha, non ha più speranze avendo tutto, non ha più desideri avendo realizzato ogni desiderio e la legge degli opposti è questa: dall'estremo Yin passi all'estremo Yang, quindi dal tutto di nuovo al nulla...
LA CADUTA DEGLI DEI
Il vecchio tornò a casa, guardò e non credette ai suoi occhi: il palazzo era come se non ci fosse mai stato, al suo posto stava la vecchia izba decrepita, e nell'izba stava seduta la vecchia, con il suo vecchio sarafan' stracciato e la testa tra le mani. Ritornarono a vivere come prima, il vecchio ritornò alla sua pesca in mare; solo che, per quante volte gettasse le reti in acqua, non riuscì più a prendere il pesciolino d'oro. La fiaba finisce così, in questo silenzio tombale della vecchia che si ritrovo per quello che era "la Signora del Mare" ma non sapeva di esserlo, perchè non ama la sua condizione di semplicità, povertà e umiltà. Lei si è ritrovata spoglia della sua maschera di frustrazione e delusione, come tanti di noi che continuiamo a fare la solita squallida giornata senza cambiare attitudine nè motivazione. Il vecchio invece rimasse se stesso con la fortuna di sapere in verità chi fosse sua moglie.
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