TUTTO L'ORDINE UNIVERSALE VIENE DAL CAOS
In tutti i racconti della creazione a regnare inizialmente è il CAOS ... La Bibbia dice: "La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano il caos" ... Il Caos è YIN senza di lui non ci sarebbe la spinta all'Ordine Yang. Così da Caos, essere impersonale privo di intelligenza che incarna il disordine assoluto ed indistinto, emerge per primo Eros "che spezza le membra" (Eros inteso come forza spirituale pensante e non quella volitiva passionale che scocca frecce innamorate), la spinta generatrice, che stimola Caos a generare a sua volta altri déi. Quindi non vi meravigliate se Eros, l'Amore sorge sempre dal Caos, dalla pazzia, dall'irrazionale, è la spinta creatrice IMPERSONALE che rende tutto personale, è la forza irrazionale che dà senso e ragione a tutto, l'amore l'unica cosa insensata che da senso ad ogni realtà. L'amore come il caos sono istinti, passioni, forze che non sono inizialmente nè positive nè negative, sta a noi indirizzarle verso le giuste polarità e tenerle in equilibrio, sono le due prime potenze (yin-yang) di ogni essere in creazione. Da Caos ed Eros sorge la Dea Gaia: La Terra Madre.
IN PRINCIPIO C'ERA IL CIELO (URANO) E LA TERRA (GAIA)
Urano in greco Οὐρανός "Ouranós", significa «cielo stellato, firmamento». Così avveniva in Mesopotamia col dio che gli Accadi chiamavano Anu e i Sumeri An, cioè il Cielo, che regna sul Mondo Superiore, lo stesso poi i greci con Urano. La mentalità patriarcale regnante d'allora vide in Urano il Padre, la personificazione del Cielo in quanto elemento fecondo. A governare dunque era l'ignoto cioè IL CIELO, lo spirituale ma in maniera razionale (ecco perchè predominava il potere della filosofia e non della psicologia, come oggi quello della scienza e non della spiritualità). Ma questo Padre da chi fu creato? Urano non era nient'altro che il nome mascolino della Dea orgiastica UR-ANA "regina delle montagne e dei venti", la Madre Terra: Gaia. Infatti fu la Terra a partorire il Cielo "La Madre Terra emerse dal Caos e partorì il suo figlio Urano mentre dormiva". Questo sonno partoriente è la nostra dimensione spirituale in cui noi creiamo la dimensione trascendentale oltre la materia, lo stesso come Eva fu creata mentre Adamo dormiva. Soltanto gli egiziani avevano nell'antichità un idea femminile del cielo, la dea Nut, mentre suo fratello e sposo Geb raffigura la terraferma. Da sola Gaia genera Urano pari alla Terra e senza congiungersi con nessuno (non vi dice nulla quest'immagine alla Madonna che partorisce Gesù senza l'intervento umano?). Nessuno potrà salvarvi, lo dovete fare da soli! Dovete essere voi stessi senza l'intervento di nessun altro e senza dover essere come un altro. Nessun altro potrà entrare nelle profondità del vostro essere o coscienza (Utero), vi dovete rigenerare (partorire) da soli con la vostra consapevolezza nella scoperta di questa verità: l'unione tra Urano e Gaia (spirito e materia, anima e corpo) yin e yang.
DIO URANO FECONDA LA SUA MADRE GAIA
Vi sembrerà strano, ma dacché il mondo esiste uno dei tabù più antichi e divini è l'incesto, ma si ripete persino nel cristianesimo: Dio Padre generò Gesù dalla sua Madre Maria (essendo Gesù lo stesso Dio generò se stesso proprio come Urano dalla sua madre) oppure dalla sua figlia Maria in quanto creatura. Cosa sta a significare tutto questo archetipo incestuoso? A livello psicanalitico il senso è semplicissimo: Per rigenerarci nello spirito ognuno di noi deve auto affermarsi, acconsentire e ciò lo si fa solo con la propria coscienza e AUTO convinzione, noi nello spirito non possiamo dare vita se non siamo SE STESSI e per esserlo dobbiamo amarci, accettarci, accoglierci, perdonarci, comprenderci e tutto DA SOLI, da se stessi con se stessi... la nostra tendenza INNATA all'incesto (l'aveva intuito Freud, ma non focalizzato in maniera corretta: il sesso non è il fine ma un semplice mezzo) è NORMALE: vogliamo tornare alle nostre origini, come il salmone, quindi a livello fisico sono i nostri genitori la nostra origine e questo va superato con il senso spirituale: tornare al tuo Dio per scoprilo anzi per scoprirTI: sei te stesso il tuo Dio qualora tu sia capace di risvegliare in te questa potenza innata, proprio come fece Urano con Gaia in seguito.
TUTTO VIENE DAL NULLA PERCHE' IL NULLA SI ANNULLA PER AMORE E PER DARE ALLA LUCE IL TUTTO
Il Nulla è paradigma mentale, anzi un sofisma metafisico. Per nulla noi intendiamo non esistenza ma quando lo concepiamo il nulla è già in qualcosa, è un idea quindi esiste. E' un seme e dentro quel seme c'è tutto anzi c'è il Tutto.
L'eterno dilemma cosa c'era in principio rimarrà eterno, appunto perchè noi pensiamo in maniera dualista per cui cerchiamo di capire se c'era prima l'uovo o la gallina (se c'era uovo quale gallina l'ha fatto? se c'era la gallina da quale uovo nacque?...ecc), cosa c'era prima del principio? un altro principio? Non logico pensare cosa ci fosse prima del principio se il tempo ancora non c'era, lo capite che noi ragioniamo nel tempo mentre prima dell'inizio il tempo non c'era? Il pensiero unitario invece non vede il dualismo, Tutto è Uno: Urano feconda Gaia, la Terra, guardandola con amore dall'alto delle sue PROFONDITÀ, si riversa su di lei con una pioggia fertile (il seme) colmando i suoi solchi, fessure (la vulva), così fu come Gaia diede poi alla luce l'erba, gli alberi, i fiori, le bestie e gli uccelli, i laghi e i mari, ma questa pioggia venne dalla condensa amorosa delle acque della Terra. Nella Bibbia si parla di acqua di sopra ed acque di sotto, cioè il ciclo della vita, della pioggia. Il cielo sopra la terra, come l'uomo sopra la donna viene descritto nella bibbia in maniera molto dolce: uno spirito che aleggiava (come una chioccia le sue uova) sopra le acque dell'abisso. Infatti Urano è l'aria, lo spirito che feconda, come lo Spirito Santo per i cristiani che dà grazia e vita all'anima. Cielo e Terra son in noi, ciò che ci rende umani, è la nostra consapevolezza divina, Tutto giace dentro di noi come giace un albero i suoi fiori e frutti dentro un seme.
GAIA DIEDE ALLA LUCE URANO
Gaia o Gea è, nella religione e nella mitologia greca, la dea primordiale, quindi la potenza divina, della Terra. L'uomo primordiale da cui sono uscite tutte le cose è il frutto della terra quindi Urano, il cielo. ATTENZIONE: è la terra che genera il cielo e non il contrario come insegnano le futili religioni. Noi (la terra) generiamo l'idea di divinità e il sentimento di eternità (cielo). Persino nella Bibbia l'Eden, il paradiso, non è un luogo celeste, bensì un giardino terreno. Dunque la vera spiritualità INCARNA (come il Cristo) la divinità nella materia, rende tutto divino quindi pienamente umano, la vera umanità è la realizzazione in pienezza di Gaia, di se stessi. E' la scoperta della divinità in noi, questo è diventare Umani non angeli, non si cambia l'essenza, la si raggiunge.
IL TARTARO, UN INFERNO CELESTE ADDORMENTATO
Così come Eros fa sorgere Gaia dal Caos, lo stesso fa sorgere dal Caos il Tartaro. Cosa significa? La consapevolezza fa sorgere dal nostro Essere (Caos) la realtà , la madre Terra, Gaia, l'armonia con se stessi. Chi invece non ha questa consapevolezza ovviamente dal Caos (Essere mancato) fa sorgere il Tartaro, vale a dire il luogo inteso come la realtà tenebrosa e sotterranea, l'ignoranza: l'Inconscio in balia della sua forza distruttrice, ciò che i cristiani chiameranno ulteriormente inferno. Attenzione: non è un luogo, è uno stato d'animo interiore sia della coscienza che dell'emotività umana, della psiche. Qui, come vedremo più avanti, giacciono rinchiusi i Titati, Ciclopi e dèi dell'Olimpo, le nostre più grandi potenzialità condannate dall'Ira di Zeus: la nostra divinità mancante.
SIAMO FATTI DI DUALITÀ, CI DISFACCIAMO COL DUALISMO
Il racconto prosegue: "Tartaro si distende su Caos e Gaia su Tartaro, formando la prima stratificazione ordinata del cosmo. L'universo comincia a prendere forma". Come vedete tra Gaia e Caos c'è un punto medio, l'equilibrio e questo è il Tartaro, simbolicamente è la consapevolezza che sorge dall'Inconscio una volta accolto nell'unione degli opposti (Yin Gaia e Yang Caos). A livello psicanalitico questi 3 livelli, dimensioni o strati sono il SE (Caos) il Super Io (Tartaro) e il IO (Gaia). A livello spirituale nell'anima queste 3 forze sono in noi la testa (ragione) il cuore (sentimento) e la consapevolezza che unisce entrambe. Si ripeteranno queste triade numerose volte come le 3 grazie antiche o la Trinità Dio: Padre, Figlio Spirito Santo; Intelletto, Volontà ed Intuizione; Verità, Bontà e Bellezza; Rivelatore, Rivelato e Rivelazione; Amato, Amante ed Amore; osservatore, Osservato ed Osservazione ... e via dicendo.
IL BUIO, GREMBO DELLA LUCE
Il Caos partorisce due splendide creature "Erebo" (tenebre) e sua sorella "Notte". Tenebra dimora nel grembo di Tartaro, Notte prende dimora nel seno di Gaia. Queste due dimensioni sono simbolo dell'inconscio e del subconscio, tutte e due condizioni avvolte nel buio, spesso abbiamo paura del buio, proprio perchè siamo ignari della nostra coscienza ed è infatti che dalla Coscienza nasce la CONoscenza: da Erebo e Notte nascono Etere, la luce più pura, ed Emera, il Giorno, che prendono dimora sopra Gea. Questa Luce è la verità e questo giorno la consapevolezza. Solo chi sa scendere nelle tenebre dell'inconscio umano, del suo inferno, del tartaro, potrà con l'amore portare alla Luce queste creature splendenti: Etere ed Emera. Urano diventerà la dimora di Etere (Il cielo la dimora dello spirito) mentre Gaia resta la dimora di Emera (La Natura la dimora della consapevolezza).
GAIA SI STUFA DI URANO
Urano non faceva altro che figli, sesso, la follia del maschio che non vede nella femmina che piacere, del padrone che non vede nell'operaio che reddito, nel governo che non vede nel popolo che potere. Gaia, stanca di questa fecondità, chiese ai figli di proteggerla dal suo desiderio di procreazione. La donna si stufa dell'uomo se ridotta a macchina di piacere e di bambini (lo stesso sarà per Urano che si stufa dei suoi figli, come vedremo più avanti per motivi diversi), ma a livello spirituale e psicologico il significato è altrettanto importante: la nostra natura interiore (il femmineo) si stufa di dover essere solo in funzione della materia, parvenza, bellezza esteriore, quando serviamo un falso Dio o ideale (Urano, un cielo vuoto) ci sentiamo schiavi, manipolati. I figli di Gaia sono le arti o passioni, che possono diventare buoni o cattivi, dipende il loro orientamento, come in noi appunto le idee e le passioni.
IL FALCETTO MORTALE DI CRONO
Urano era preoccupato dall'idea che i suoi figli potessero privarlo del dominio dell'universo, è la tipica paura dei potenti verso il popolo, loro figli, che possano usurpare loro il trono, è la paura dei genitori autoritari di perdere il loro potere sui figli; Urano è il Signore despota, lui non ama i figli, li considera mostruosi, ossessionato da questa paura, iniziò a sprofondarli al centro della terra (traumi, pulsioni inconsce). A livello spirituale è il predomino della materia sui frutti interiori, esperienze a non finire senza uno scopo nè un insegnamento. Gea, triste e irata per la sorte che il suo sposo destinava ai figli, decise di reagire. Donde la rivolta interiore, la crisi, la depressione, la noia mortale. Lei, all'insaputa di Urano, costruì un falcetto con del ferro (crisi significa stare sulla lama, tra il martello e l'incudine, momento decisivo, è dare un taglio) estratto dalle sue viscere e radunati i suoi figli, chiese a tutti di ribellarsi al padre e punire la sua ferocia. Uno solo, il più giovane e ultimo dei Titani, osò seguire il consiglio della madre: Crono, che armato dalla madre, si nascose nella Terra ed attese l'arrivo del padre (il fallimento). La madre (l'anima) ferita, usata e disprezzata (inconscio) anima e motiva sempre il figlio minore (la ribellione in noi, archetipo di giovinezza) Crono, l'unico che vuole dare un taglio alla legge, alla formalità, al passato. Ma ben si sa che la maledizione del Padre ricade sul figlio, così anche Urano, pronunciò la profezia che sarebbe ricaduta sul figlio: "Non esultare, ciò che tu hai fatto a me, sarà fatto a te da tuo figlio", quasi a dire che a tutti gli dei e gli uomini maschi, per realizzarsi come tali, spetta passare attraverso l’esperienza della castrazione. Non ci meravigliamo se alla fin fine noi ripetiamo gli stessi sbagli dei nostri genitori e diventiamo senza volerlo e senza accorgercene quello che odiavamo di loro.
DIO PERDONA, LA NATURA NON PERDONA
Fu Gèa, la terra Gaia, proprio come ci dice il mito, a ribellarsi ad Urano, il Cielo primordiale. Urano che copula ininterrottamente e prepotentemente sopra di lei, schiacciandola, e ricacciando i figli non ancora nati, nel suo ventre. Questa immagine ha anche un risvolto simbolico sociologico: Urano sta ai governanti, politici e religiosi, che promettono solo il cielo e il benessere, ma sfruttando la terra, riducendola alla schiavitù morale e psichica, alla dipendenza materiale del consumo, tutti figli che sprofondano nel tartaro del capitalismo, del falso comunismo dove non esiste la fratellanza, dell'apparenza e la parvenza del benessere inesistente sociale; la terra in quanto natura prima o poi deve ribellarsi: terremoti, aria contaminata, campi infertili, malattie, virus, epidemie sono tutti come falcetti mortali di Crono che cercano di evirare e castrare il potere, prepotente, di Urano.
EVIRARE L'EGO
Nella mitologia greca troviamo diversi casi dove il figlio castra o evira il padre: Crono ad Urano e poi Zeus a sua volta a Crono. Era un immagine simbolica che rappresentava il passaggio del potere: il fallo nell'uomo è potere, tagliarlo vuol dire renderlo impotente. Non potendo più riprodursi finisce il suo ciclo. Crono è il tempo, questo prima o poi ci rende impotenti, ci porta alla morte, ci dimostra che alla fin fine tutto è inutile e vano nella materia, di fronte alla morte resta solo lo spirito; oggi noi viviamo in un epoca dove il falcetto di Crono ci castra ogni giorno ad ogni minuto, viviamo senza tempo, ci rende impotenti perchè non abbiamo tempo per dedicarci a tutto quello che vogliamo nella natura: Urano non può più accoppiarsi con Gaia. "Era infatti abitudine di Urano, discendere la notte dal cielo per abbracciare la sua sposa nell'oscurità. Non appena Urano si presentò, Crono saltò fuori e con una mano immobilizzò il padre mentre con l'altra lo evirava con il falcetto e d'un colpo recise la virilità al padre e la gettò in mare". L'evirazione di Crono è indispensabile all'anima, è necessario per la vita di Gaia: trovare tempo per se stessa, dedicarsi a se stessa, non dover vivere sotto il giogo di Urano (dei piaceri terreni, delle faccende domestiche, della materialità). In ambito religioso questa castrazione la fanno per esempio i preti, i monaci, alcuni guru, con la castità, ma quando questa è obbligatoria potrebbe essere forzata e quindi non fruttifera, perchè fatta non al momento opportuno, senza il falcetto di Gaia, cioè è la natura che ci porta facoltativamente a questo distacco, non una legge, non un imposizione. In ambito religioso molti diventano casti per imposizione senza essere pronti, in questo caso Crono taglia il fallo paterno ma senza l'ausilio del falcetto materno donde il membro non cade in MARE, un altro grembo e, come vedremo non darà frutto: l'amore, perchè dal membro gettato in mare nascerà Afrodita. Ricordiamo che il falcetto era uno strumento agricolo usato per la mietitura che avviene quando il grano è pronto, si taglia il potere solo quando siamo pronti umili, si diventa casti solo quando siamo coscienti di poter amarsi, altrimenti si miete in vano.
L'AMORE NASCE DALLA MORTE DELL'IO
Se Crono rappresenta il tempo che l'anima (Gaia) dedica a se stessa e per farlo ha dovuto, inevitabilmente mettere da parte Urano (la materialità ingombrante), l'evirazione che Crono fece a suo padre Urano non ha nulla a che vedere con l'evirazione concreta, con il taglio reale del pene, ma significa la materialità dei nostri gesti privi di coscienza. E' il potere che noi sterilmente dedichiamo soltanto alla materia, alle cose futili prive di spirito (di amore). Infatti il fallo di Urano ( simbolo del potere della materia) viene gettato in mare, simbolo dell'immenso, è quando la nostra anima si sommerge nella sua dimensione trascendentale, le profondità marine della coscienza; il mito racconta che il fallo entrando in contatto col mare fece spigionare una schiuma, qualcosa di simile come il seme, un eiaculazione cosmica (fallo-ragione che si unisce al mare-utero-trascendenza), non è una morte della materia ma è una nascita dello spirito ed infatti dice il racconto che da quella schiuma venne fuori Afrodita e cioè l'Amore. Se non mettiamo da parte il nostro Ego (fallo di Urano) e, non solo ma, lo uniamo ad una dimensione spirituale (il Mare di Gaia) non nasce l'amore, infatti la schiuma si dà soltanto dalla dispersione di un gas dentro d'un altra materia. Non si disprezza la materia (il fallo non si butta via ma in Mare, nella consapevolezza), altrimenti non c'è pace in se stessi, non c'è equilibrio, non c'è schiuma e senza la schiuma non c'è Afrodite, non vi è amore nelle nostre opere.
LA NASCITA DELLE ERINNI O FURIE
Abbiamo visto come è nata Afrodite, dal fallo di Urano (potere) evirato da Crono (il Tempo) vale a dire "avere tempo per se stessi è un potere", perchè così nasce l'amore, dedicandoci a noi stessi; quando sprechiamo il tempo diventiamo impotenti, Urano si impossessa di noi, ci spinge a vivere nel Tartaro (nella futilità). Invece il sangue dice il mito cadde per terra, su Gaia, non viene lavato, non c'è l'iniziazione (acqua è battesimo) ed impegnandosi il sangue (quindi il dolore) sulla terra (la nostra umanità) diede origine alle Erinni o le furie come le conoscevano i romani. Queste sono: Tesifone (la punitrice o invidia), Megera (l'odio), Aletto (il turbamento o senso di colpa). Non è un caso che siano 3, perchè 3 sono le dimensione dell'io e in quanto amore fallito o mancato (sangue versato per terra significa non sepolto, quindi vedetta, simbolo di problemi irrisolti), colpisce dunque le nostre 3 ferite dell'ego: l'orgoglio (del Padre), l'egoismo (del Figlio) e la superbia (dello Spirito). Fate caso, le persone fallite, le persone che non riescono a superare i loro traumi, che non perdonano, che vivono seppellite nel loro passato:
L'OMBRA DI UN DIO ASSENTE
Dice il mito che Urano riusci a scappare lontano e d'allora mai più si avvicinò alla terra, sua sposa. Questo ha un grande significato: l'esperienza della castrazione è l'accettazione dei nostri limiti, è quindi il passaggio dalla onnipotente giovinezza al silenzio dell'adulto. Quando si diventa Padri nell'anima non si lotta più per la supremazia, non si vuole più il dominio su figli e tanto meno la conquista del mondo. Il saggio assume questa parsimonia, questo mettersi da parte, quasi insignificante, entra dentro un vuoto dove non si fa trovare nè vedere. Ecco l'abbandono degli dei, è la rinuncia alla falsa nostra divinità. Rinunciare alla competizione, al paragone, alla voglia di sopraffare e di potere ecco le qualità di chi ha raggiunto la divinità e, come Urano, per averla, basta rinunciarvi, assumere la propria impotenza o castrazione psichica, solo così, paradossalmente, è dato all'uomo di "superare" gli dei.
EVIRARE L'EGO
Nella mitologia greca troviamo diversi casi dove il figlio castra o evira il padre: Crono ad Urano e poi Zeus a sua volta a Crono. Era un immagine simbolica che rappresentava il passaggio del potere: il fallo nell'uomo è potere, tagliarlo vuol dire renderlo impotente. Non potendo più riprodursi finisce il suo ciclo. Crono è il tempo, questo prima o poi ci rende impotenti, ci porta alla morte, ci dimostra che alla fin fine tutto è inutile e vano nella materia, di fronte alla morte resta solo lo spirito; oggi noi viviamo in un epoca dove il falcetto di Crono ci castra ogni giorno ad ogni minuto, viviamo senza tempo, ci rende impotenti perchè non abbiamo tempo per dedicarci a tutto quello che vogliamo nella natura: Urano non può più accoppiarsi con Gaia. "Era infatti abitudine di Urano, discendere la notte dal cielo per abbracciare la sua sposa nell'oscurità. Non appena Urano si presentò, Crono saltò fuori e con una mano immobilizzò il padre mentre con l'altra lo evirava con il falcetto e d'un colpo recise la virilità al padre e la gettò in mare". L'evirazione di Crono è indispensabile all'anima, è necessario per la vita di Gaia: trovare tempo per se stessa, dedicarsi a se stessa, non dover vivere sotto il giogo di Urano (dei piaceri terreni, delle faccende domestiche, della materialità). In ambito religioso questa castrazione la fanno per esempio i preti, i monaci, alcuni guru, con la castità, ma quando questa è obbligatoria potrebbe essere forzata e quindi non fruttifera, perchè fatta non al momento opportuno, senza il falcetto di Gaia, cioè è la natura che ci porta facoltativamente a questo distacco, non una legge, non un imposizione. In ambito religioso molti diventano casti per imposizione senza essere pronti, in questo caso Crono taglia il fallo paterno ma senza l'ausilio del falcetto materno donde il membro non cade in MARE, un altro grembo e, come vedremo non darà frutto: l'amore, perchè dal membro gettato in mare nascerà Afrodita. Ricordiamo che il falcetto era uno strumento agricolo usato per la mietitura che avviene quando il grano è pronto, si taglia il potere solo quando siamo pronti umili, si diventa casti solo quando siamo coscienti di poter amarsi, altrimenti si miete in vano.
L'AMORE NASCE DALLA MORTE DELL'IO
Se Crono rappresenta il tempo che l'anima (Gaia) dedica a se stessa e per farlo ha dovuto, inevitabilmente mettere da parte Urano (la materialità ingombrante), l'evirazione che Crono fece a suo padre Urano non ha nulla a che vedere con l'evirazione concreta, con il taglio reale del pene, ma significa la materialità dei nostri gesti privi di coscienza. E' il potere che noi sterilmente dedichiamo soltanto alla materia, alle cose futili prive di spirito (di amore). Infatti il fallo di Urano ( simbolo del potere della materia) viene gettato in mare, simbolo dell'immenso, è quando la nostra anima si sommerge nella sua dimensione trascendentale, le profondità marine della coscienza; il mito racconta che il fallo entrando in contatto col mare fece spigionare una schiuma, qualcosa di simile come il seme, un eiaculazione cosmica (fallo-ragione che si unisce al mare-utero-trascendenza), non è una morte della materia ma è una nascita dello spirito ed infatti dice il racconto che da quella schiuma venne fuori Afrodita e cioè l'Amore. Se non mettiamo da parte il nostro Ego (fallo di Urano) e, non solo ma, lo uniamo ad una dimensione spirituale (il Mare di Gaia) non nasce l'amore, infatti la schiuma si dà soltanto dalla dispersione di un gas dentro d'un altra materia. Non si disprezza la materia (il fallo non si butta via ma in Mare, nella consapevolezza), altrimenti non c'è pace in se stessi, non c'è equilibrio, non c'è schiuma e senza la schiuma non c'è Afrodite, non vi è amore nelle nostre opere.
LA NASCITA DELLE ERINNI O FURIE
Abbiamo visto come è nata Afrodite, dal fallo di Urano (potere) evirato da Crono (il Tempo) vale a dire "avere tempo per se stessi è un potere", perchè così nasce l'amore, dedicandoci a noi stessi; quando sprechiamo il tempo diventiamo impotenti, Urano si impossessa di noi, ci spinge a vivere nel Tartaro (nella futilità). Invece il sangue dice il mito cadde per terra, su Gaia, non viene lavato, non c'è l'iniziazione (acqua è battesimo) ed impegnandosi il sangue (quindi il dolore) sulla terra (la nostra umanità) diede origine alle Erinni o le furie come le conoscevano i romani. Queste sono: Tesifone (la punitrice o invidia), Megera (l'odio), Aletto (il turbamento o senso di colpa). Non è un caso che siano 3, perchè 3 sono le dimensione dell'io e in quanto amore fallito o mancato (sangue versato per terra significa non sepolto, quindi vedetta, simbolo di problemi irrisolti), colpisce dunque le nostre 3 ferite dell'ego: l'orgoglio (del Padre), l'egoismo (del Figlio) e la superbia (dello Spirito). Fate caso, le persone fallite, le persone che non riescono a superare i loro traumi, che non perdonano, che vivono seppellite nel loro passato:
- Sono orgogliose, non ammettono lo sbaglio sono in preda di Tesifone, credono di punire gli altri invece fanno male soltanto a se stessi.
- Sono egoiste, chiusi in se stessi, anche mentalmente, quindi senza aria interiore si avvelenano, diventano acide, marce, sono un preda di Megera, credono di odiare tutto e tutti, ma in realtà non riescono ad amare se stessi.
- Sono superbe, nessuno è alla loro altezza, eppure sono moralmente per terra, sono in preda di Aletto, quindi il senso di colpa li turba ma non vedendolo turbano il mondo intero dando agli altri la colpa che è solo loro.
L'OMBRA DI UN DIO ASSENTE
Dice il mito che Urano riusci a scappare lontano e d'allora mai più si avvicinò alla terra, sua sposa. Questo ha un grande significato: l'esperienza della castrazione è l'accettazione dei nostri limiti, è quindi il passaggio dalla onnipotente giovinezza al silenzio dell'adulto. Quando si diventa Padri nell'anima non si lotta più per la supremazia, non si vuole più il dominio su figli e tanto meno la conquista del mondo. Il saggio assume questa parsimonia, questo mettersi da parte, quasi insignificante, entra dentro un vuoto dove non si fa trovare nè vedere. Ecco l'abbandono degli dei, è la rinuncia alla falsa nostra divinità. Rinunciare alla competizione, al paragone, alla voglia di sopraffare e di potere ecco le qualità di chi ha raggiunto la divinità e, come Urano, per averla, basta rinunciarvi, assumere la propria impotenza o castrazione psichica, solo così, paradossalmente, è dato all'uomo di "superare" gli dei.
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