Prima di analizzare questa parabola, è indispensabile leggerla per intero, visto ormai la non conoscenza crescente del vangelo:
“Allora, il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, andranno incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le stolte nel prendere le loro lampada, non presero con sé dell'olio. Ma le prudenti, assieme alle lampade presero anche dell'olio nei vasetti. Ora, siccome lo sposo tardava, incominciarono a sonnecchiare e poi s'addormentarono. Nel mezzo della notte si levò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini s'alzarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle prudenti: “Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Ma le prudenti risposero: “No, altrimenti manca a noi e a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevelo”. Or mentre quelle andarono a comprarne, giunse lo sposo, e le vergini che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze e fu chiusa la porta. Più tardi arrivarono anche le altre vergini, e cominciarono a dire: “Signore, Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità vi dico: Non vi conosco”. Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora”. Matteo 25, 1-13
FERMI TUTTI ... NIENTE SESSO !!!
Parlare oggi della parabola delle 10 vergini che aspettano le nozze con Gesù è un impresa titanica, soprattutto ai più giovani, perchè fa venire in mente le aberrazioni più terribili: Gesù lo sposo con 10 vergini fa l'orgia, ha 10 donne che se lo litigano, eppure lui fa il difficile perchè meglio se sono vergini, quindi lui un depravato e il regno dei cieli una vera ammucchiata. Niente di più traviato ed alterato. Questa è una parabola quindi sono tutti simboli e per di più sono realtà interiori che vanno lette in prima persona su se stessi. Le nozze sono l'archetipo dell'unione interiore delle nostre due dimensioni psichiche, maschile e femminile (Adamo ed Eva) tra la testa e il cuore, tra il dire e il fare (cielo e terra). Gesù lo sposo (il Yang) è la verità, la luce che cerca il senso, la realtà, la Materia da fecondare (il Yin, la donna, il creato). Mentre per gli antichi “vergine” stava per persona che non dipende da nessuno perchè completa, piena e realizzata, non ancora posseduta in quanto persona, solo dopo venne la visione materiale e morbosa riducendo il tutto alla verginità fisica: gli ebrei e i cristiani per “vergine” intendono esclusivamente la vagina: come per la madonna cristiana, Maria non è una persona ma un oggetto, vagina, di reperto ginecologico. Un indispensabile rilettura del senso psichico e spirituale della verginità è più che doveroso e necessario.
CONTESTO SOCIALE E STORICO
Al tempo di Gesù i matrimoni non si celebravano con un rito religioso (ribadiamolo: non erano sacramenti, non era un vincolo religioso), spesso era un accordo che diventava un vero e proprio contratto tra due famiglie (ribadiamolo: era un contratto sociale). Alla donna era richiesta una buona dote e soprattutto le virtù descritte nella Bibbia e la verginità; La verginità era un requisito maschile, gli assicurava che la donna non era stata utilizzata, che la sua prole sarebbe stata sua, una falsa motivazione, sappiamo bene oggi che nelle famiglie tradizionali circa il 10% erano figli illegittimi (provenuti da avventure clandestine).
Il matrimonio veniva celebrato nel pomeriggio o a tarda notte, della durata massima di sette giorni. Il matrimonio era qualcosa di importante e indissolubile, tanto che le cause di rottura come l'adulterio erano punibili con la morte (adulterio della donna, non dell'uomo come lui se non peccasse con infedeltà). La casa dello sposo era preparata per il banchetto. C'erano tavoli con cibo locale, l'atmosfera era di allegria arricchita da canti e balli. Il corteo partiva dalla casa dello sposo; quest'ultimo con i suoi amici si recava a casa della sposa per poi portarla, con balli e canti, alla casa delle nozze. Tutti con le proprie lampade. Come lo sposo, anche la sposa aveva degli amici che l'hanno aiutata nella preparazione. Lo sposo era spesso in ritardo e la notte si faceva pesante, causando stanchezza. Inoltre annunciavano l'arrivo dello sposo e tutti dovevano uscire per incontrarlo. Questo significava desiderio, fedeltà e amore per lo sposo. Le lampade erano indispensabili: quando la festa era di notte servivano per vedere la strada, evitare buche e sassi, allontanare le belve dei campi e i ladri. Poiché nell'antico matrimonio ebraico solo lo Sposo e la Sposa entravano nella Chuppah (= camera nuziale) da soli, è chiaro che le vergini della parabola che andremo ad analizzare rappresentano la Sposa stessa, e non devono essere considerate Damigelle.
VERGINE IN CHE MODO?
Quando si parla della vergine nel Vangelo, in un contesto coniugale come quello della parabola che stiamo analizzando, si intendono ragazze tra i 12 ei 14 anni e mezzo pronte al matrimonio. Anticamente le donne erano adatte al matrimonio quando la loro natura femminile lo indicava (con il primo ciclo mestruale). Questo termine definisce la sua condizione nella società patriarcale: è offerta nel mercato matrimoniale. Il tuo compito è presentarti come buone future mogli. Ma se interpretiamo il Vangelo seguendo questa consuetudine sociale senza decodificarlo, questa parabola si presta a patrocinare la prospettiva patriarcale, perché mostra la dura realtà di una società che definisce le donne in base alla loro capacità di adattarsi, sottomettersi agli uomini e fare le domestiche "ama di casa" (elettrodomestico umano). Qui si elogiano le donne sottomesse, ricompensandole con suggestioni mentali definendole sagge, ma non è altro che una “complicità” con il patriarcato. Invece le vergine non sagge hanno anche compiuto il loro dovere e obiettivo, ma il fidanzato si dimostra capriccioso, intransigente e maschilista, ecco perché non può rappresentare Gesù Cristo Liberatore dei tabù, perché in amore l'importante è arrivare, non importa se un po' in ritardo, ricordiamoci che chi ha tardato per primo è stato il marito e poi li condanna perché ritardano accidentalmente, con quale coerenza le condanna? La tradizione interpretativa allegorica renderebbe il rappresentante dell'ingiustizia sociale, cioè il coniuge, una figura arbitrariamente divina e quindi corromperebbe il vangelo. Poi alla fine le vergine che chiamano stolte avevano l'olio giusto, si fidavano di lui che arrivasse in tempo invece è stato lui ad arrivare in ritardo, l'olio è finito e sono rimaste fregate, invece le chiamate sagge non si fidavano di lui, si sono premunite di olio extra, l'hanno fregato (in quel epoca di solito lo sposo facendo baldoria con gli amici arrivava in ritardo). Dunque ripetiamolo, paragonare Gesù a questo tipo di sposo è rischioso, c'è dell'ambiguo a meno che non troviamo l'interpretazione esoterica.
LA VERGINITÀ NELL'ANIMA
Ben nota è la pratica della verginità fisica, una vera è propria fissazione direi non dell'imene intatto ma mentale, una fissa morbosa, resa tabù, in moltissime culture e tradizione, fino all'inverosimile e persino all'assurdo. Se la si ritiene simbolo di purezza e già in partenza le si dà una connotazione prettamente sessuale e quindi deviante, nevrotica, per cui i non vergini son impuri e il sesso sporco (niente di più storto). Il tutto rende ovvio la nostra natura squilibrata: è implicito nella natura il sesso, farlo fa parte dell'evoluzione umana, quindi esagerato limitare il simbolo solo alla sfera fisica e del corpo. Una persona può essere vergine fisicamente ma dentro marcia, perfida e maligna e viceversa. L'imene non è una chiusura nel corpo ma una apertura nella mente, come il nodo di un fiocco, di un regalo, è un dono di pienezza fisica che sgorga in una pienezza interiore (altrimenti se è solo fisica il vergine è solo un imbranato più che un iniziato all'esperienza), quindi la verginità vera non si perde mai, si dona, è l'integrità dell'anima che una volta raggiunta la sua pienezza non è più attratta da nessun male, quindi non è più corruttibile, ecco la purezza raggiunta dopo tanti sbagli, fallimenti, travagli, per cui la verginità interiore si raggiunge e una volta acquisita non si perde mai, anzi cresce. Il segno della vergine rappresenta così il termine dell'involuzione dello spirito nella materia, è allo stesso tempo una conclusione ed una partenza. Conclusione del ciclo vegetale, la fine dell'estate è anche l'epoca dei raccolti, la terra producendo, ha esaurito tutte le sue risorse. È ora stanca, sterile. Ma è anche una Terra Vergine, pronta a ricevere una nuova semenza. L'anima vergine quindi non è quella senza esperienza e novizia, tutto il contrario è quella forgiata da mille errori, viaggi ovunque, navigata e piena di ferite. E' il passaggio della coscienza nel suo vuoto alla pienezza dello spirito. Ma ancora una volta è l’Egitto che ci dà la chiave. L'ideogramma astrologico del segno della Vergine ricorda la lettera M, cioè rappresenta la materia prima. E nei geroglifici egizi, questa lettera è rappresentata dalla civetta, giustamente ripresa come simbolo dalla tradizione greca. La civetta è quello sguardo saggio, divino che riesce a cogliere nel buio, cioè nell'inconscio e nell'ignoranza, la luce della ragione, la verità delle cose, della Materia. L'anima vergine quindi non è quella ingenua che non ha fatto esperienza, anzi il suo potere è quello della penetrazione dello spirito, quello di uno sguardo diverso portato sul mondo e che permette di percepire realtà che sfuggono agli altri.
IL REGNO DEI CIELI, DOV'E' ?
Il regno dei cieli non è un luogo specifico, è uno stato d'animo, non è nascosto dietro qualche galassia lontana, lo disse lo stesso Gesù: si trova dentro di voi, dunque non è un regno politico nè un potere sociale, è una conquista interiore: è quando sei padrone di te stesso, quando la tua consapevolezza raggiunge la pienezza di te stesso, quando le tue passioni e sentimenti come sudditi seguono il tuo volere, allora sei in possesso di tutte le tue potenzialità, domini i tuoi demoni, vinci i tuoi vizi, tieni a bada i tuoi difetti, sai colmare le tue compensazioni psichiche. Allora, come disse Gesù, Dio si rivela in te, dimora in te, scopri la dimensione del divino.
ALLA RICERCA DI UN SENSO ESISTENZIALE
Questa parabola è tutta avvolta nel segno della Vergine, come detto prima, simbolo della pienezza, della ricerca spirituale, dell'attesa: "... dieci vergini le quali, prese le loro lampade, andranno incontro allo sposo". L'anima in noi cammina nel buio, la notte dell'esistenza, è il simbolo dell'incertezza terrena e una vita vera che "va ricercata" con la Lanterna, come Diogene che con il lume cercava l'uomo... La Lanterna assume quindi questo significato di "illuminazione" interiore necessaria per proseguire un percorso tanto difficile che si chiama esistenza terrena. Ma questa Lanterna necessita di essere mantenuta accesa e l'unica cosa che alimenta la luce della vita è l'amore. Entrano quindi in gioco le cosiddette 3 virtù teologali: il buio o notte della fede, la speranza di una lanterna che illumina, e l'olio dell'amore. Ma perchè sono 10 le vergini?
PERCHÉ ERANO 10 LE VERGINI ?
Gli antichi usavano spesso i numeri come simboli, erano chiavi di letture che col tempo si sono smarrite. Non possiamo prendere alla lettere il numero 10 come se fossero in realtà soltanto 10 donne, dunque tanto meno poi pensare che alcune donne sagge non possano aiutare altre stolte e dar loro consigli, amore, speranza (l'olio mancante) altrimenti verrebbe poi un interpretazione ambigua e il buon Dio avrebbe potuto chiedere: “Non avete voluto dividere il vostro potere (l'olio) con le altre e dunque, io non vi conosco!” Questo olio quindi è un qualcosa di molto intimo, così intimo che non si può dare agli altri, per cui va inteso come un qualcosa interiore, un rapporto con noi stessi (col nostro potenziale divino) in noi tra il bene e il male: le vergini sagge e quelle stolte. Il numero 10 è simbolo di perfezione, in quanto riunisce in una nuova unità tutti i principi espressi nei numeri dall'uno al nove. Tale simbologia suggerisce l’ipotesi che la decade rappresenti la perfezione relativa allo spazio-tempo circolare, ovvero la divina immanenza. Il Dieci indica il cambiamento che permette all'iniziato di evolvere, di crescere e di elevarsi spiritualmente. 10 sono in noi i sensi (5 esterni + 5 interni) come 10 sono le dita delle mani. Le 10 vergini quindi simboleggiano l'operato dello spirito attraverso il corpo e viceversa.
NON BASTA ESSERE VERGINI SE NON SI ARDE DI PASSIONE
Vediamo il comportamento di queste 10 vergini: "Cinque di esse erano stolte e cinque prudenti. Le stolte nel prendere le loro lampada, non presero con sé dell'olio. Ma le prudenti, assieme alle lampade presero anche dell'olio nei vasetti". Vedete non basta essere VERGINI; non basta dire che sei credente o spirituale, è il comportamento di conseguenza quello che fa la differenza. Le stolte avevano anche le lampade ma inutili, senza olio, ecco le persone che hanno un anima, un cuore, uno spirito e un cervello, ma vuoto, senza consapevolezza, senza principi, senza passioni trascendentali, non andranno lontano a lungo, perchè " lo sposo tardava, incominciarono a sonnecchiare e poi s'addormentarono". Il sonno è il torpore della vita con la sua inevitabile pesantezza, la debolezza umana, l'incertezza esistenziale che piomba su tutte le persone. Ed è in quel momento che si vede la differenza tra chi ha carattere, personalità, spirito e tra chi è un semplice personaggio, pecora tra la massa, superficiale e materialista.
I 10 SENSI CHE ALIMENTANO LA VERGINE DELL'ANIMA
L'anima umana è un essenza che agisce tramite le sue 2 potenze: intendimento e volontà (comunemente chiamate testa e cuore) la prima porta alla conoscenza e la seconda all'amore, insieme alla consapevolezza. Ma queste potenze apprendono la realtà attraverso 10 sensi: 5 esterni (vista, tatto, olfatto, udito e gusto) e 5 interni (immaginazione, senso comune, cognitività, memoria e ragionamento). Le vergini sagge sono quelle che si nutrono con l'olio o essenza spirituale: sono i sensi che bruciano di una nuova luce, l'anima. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Come abbiamo detto, lo sposo è il mondo spirituale (Spirito Santo). L’umanità si “addormenta” entro la vita nel mondo fisico. Se ai vostri sensi non li nutrite con cose vere, letture sagge, meditazione, riflessione, conoscenza di se stessi, amicizie sagge, ecc... al momento della chiamata (spesso la noia, la disperazione, il dolore, la morte, ecc... sono tutti richiami dell'eterno, dell'anima, dell'aldilà), vediamo qui l’umanità “stolta” che avverte di stare perdendo la possibilità di essere cosciente: le lampade (il corpo fisico) si spengono: il corpo fisico si disgrega e l'anima interiore si spegne se non le date ai vostri sensi cibo profondo spirituale e diventa incapace di poter sostenere una coscienza desta. La parte stolta di voi chiederà tempo (olio) per divagare, per distrarsi, per fuggire da se stessi, ecco le vergini stolte che vorrebbero il meglio di voi, ma un anima sveglia, che brucia di verità, non dà retta a questa spinta materialista e passionale del corpo, non spreca il suo olio, il suo tempo, la sua dedizione. Ricordatevi, se vivete solo in superficie sarete persone che usate soltanto i sensi esterni (come gli animali) sarete solo stolti, carnali, superficiali. Nutrite quelli interni di sensi ed essi vi porteranno oltre.
L'OLIO DELLO SPIRITO
Le vergini stolte in mezzo al buio si accorsero di non avere l'olio per le loro lampade. Le stolte dissero alle prudenti: “Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Ma le prudenti risposero: “No, altrimenti manca a noi e a voi: andate piuttosto dai rivenditori e compratevelo”. Si tenga presente che l’olio simbolizza al contempo un elemento che isola, delimita, rende impermeabile gli involucri. Non per caso le persone dedite allo spirito sono isolate, come olio non si mischiano alla folla, possono tendervi una mano, darvi consigli, ma non vi daranno mai la loro vita, tutto il loro tempo per sprecarlo in chiacchiere inutili, feste futili, divertimenti effimeri, vi diranno di comprarvi questo olio falso nei passatempi mondani: "andate piuttosto dai rivenditori e compratevelo”, compratevi la finta felicità e la falsa pace che vi offre il consumismo materialista".
Da questo punto di vista i saggi sembrano davvero degli egoisti e lo sono se visti dal loro mondo chiuso, ermetico, strano, ma è d'altronde una dimensione a cui il mondo non interessa. E noi dobbiamo trattare comunque col mondo, per questo una parte di noi resta stolta (sono le nostre vergini imprudenti). L'olio brucia, questa è l aparte più difficile da vivere nello spirito, è consumarsi, è vedere che il mondo va in senso contrario, è sentire alle volte che sembra che sei persino in torto fregandotene delle vergini stolte, è apparire arroganti e presuntuosi ma non ti importa, sai che è un sacrificio che devi fare del parere altrui, della loro approvazione e comprensione.
QUANDO ARRIVA LA LUCE E' PERCHÉ TUTTO SI TROVA AL BUIO
Ecco l'arrivo dello sposo, sembrerebbe un qualcosa di bello ed eccitante, invece nella vita è un momento terribile, lo sposo è la verità, la luce, il momento di rendersi conto di un fallimento, di una delusione, della perdita del tempo, arriva quella luce di consapevolezza di cui il più ha paura. Ecco perchè la parte superficiale di noi è a divagare, come le vergini stolte: "Or mentre quelle andarono a comprarne, giunse lo sposo, e le vergini che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze e fu chiusa la porta". Sono andate a compare l'olio non per lui ma se stesse ecco perchè non videro lui quando si rese presente. La vita è quella cosa meravigliosa, si suol dire, che capita quando siamo impegnati a fare altro e non ce ne accorgiamo finchè non la perdiamo. Chi accogli quei momenti con il cuore aperto riceve una luce (lo sposo) e si entra in un altra dimensione, non vi meravigliate quindi se queste persone si chiudono poi ad altri interessi, la porta di quel cuore rimane chiusa al mondo, alle stoltezze, il mondo spirituale potrebbe sembrare snob, un ghetto ma lo è solo se quelli di fuori capissero ciò che vi si vive dentro, ma neppure quello, perchè altrimenti non direbbero Aprici bensì "vieni fuori". Il racconto perciò prosegue: Più tardi arrivarono anche le altre vergini, e cominciarono a dire: “Signore, Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità vi dico: Non vi conosco”.
QUANDO ARRIVA LA LUCE E' PERCHÉ TUTTO SI TROVA AL BUIO
Ecco l'arrivo dello sposo, sembrerebbe un qualcosa di bello ed eccitante, invece nella vita è un momento terribile, lo sposo è la verità, la luce, il momento di rendersi conto di un fallimento, di una delusione, della perdita del tempo, arriva quella luce di consapevolezza di cui il più ha paura. Ecco perchè la parte superficiale di noi è a divagare, come le vergini stolte: "Or mentre quelle andarono a comprarne, giunse lo sposo, e le vergini che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze e fu chiusa la porta". Sono andate a compare l'olio non per lui ma se stesse ecco perchè non videro lui quando si rese presente. La vita è quella cosa meravigliosa, si suol dire, che capita quando siamo impegnati a fare altro e non ce ne accorgiamo finchè non la perdiamo. Chi accogli quei momenti con il cuore aperto riceve una luce (lo sposo) e si entra in un altra dimensione, non vi meravigliate quindi se queste persone si chiudono poi ad altri interessi, la porta di quel cuore rimane chiusa al mondo, alle stoltezze, il mondo spirituale potrebbe sembrare snob, un ghetto ma lo è solo se quelli di fuori capissero ciò che vi si vive dentro, ma neppure quello, perchè altrimenti non direbbero Aprici bensì "vieni fuori". Il racconto perciò prosegue: Più tardi arrivarono anche le altre vergini, e cominciarono a dire: “Signore, Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità vi dico: Non vi conosco”.
Esiste una parte di noi che è proprio così: bussa alle porte dell'intendimento, della meditazione, della preghiera, dell'empatia e sente che nulla si apre dentro. Non c'è armonia, non c'è risonanza, ecco la voce che non ci riconosce perchè non siamo ancora se stessi.
LA PARTE DI NOI CHE MENO CONOSCIAMO
A leggere questa parabola, a semplice vista, lo Sposo sembra una persona viziata, capricciosa, quasi crudele: erano vergini, volevano raggiungere le nozze, ok hanno fatto una dimenticanza ma hanno pure voluto rimediare allo sbaglio, un po di ritardo ed eccole pronte alle porte, ma lui non apre. Il tutto però diventa comprensibile se intendiamo lo Sposo come la coscienza e le vergini stolte come quella parte di noi inconscia che, una volta venuta fuori (il ritardo) e alla luce (con l'olio comprato del dolore, l'ansietà, il fallimento degli appuntamenti mancati, ecc) vediamo quella parte che di noi stessi NON VOGLIAMO, quella parte di noi stessi che decidiamo di lasciare fuori la nostra portata e consenso. Sono lì alla porta della coscienza (tanti vizi, tante inclinazioni caratteriali funeste, tanti difetti, tanti traumi) ma non li diamo da mangiare, non sono ammessi al banchetto della nostra ragione (lo sposo) ne alla gioia delle nostre passioni (le nozze). Restano fuori ma non più al buio (inconscio) hanno l'olio di un altra ragione: quella della disciplina e la vigilanza.
LA PARTE DI NOI CHE MENO CONOSCIAMO
A leggere questa parabola, a semplice vista, lo Sposo sembra una persona viziata, capricciosa, quasi crudele: erano vergini, volevano raggiungere le nozze, ok hanno fatto una dimenticanza ma hanno pure voluto rimediare allo sbaglio, un po di ritardo ed eccole pronte alle porte, ma lui non apre. Il tutto però diventa comprensibile se intendiamo lo Sposo come la coscienza e le vergini stolte come quella parte di noi inconscia che, una volta venuta fuori (il ritardo) e alla luce (con l'olio comprato del dolore, l'ansietà, il fallimento degli appuntamenti mancati, ecc) vediamo quella parte che di noi stessi NON VOGLIAMO, quella parte di noi stessi che decidiamo di lasciare fuori la nostra portata e consenso. Sono lì alla porta della coscienza (tanti vizi, tante inclinazioni caratteriali funeste, tanti difetti, tanti traumi) ma non li diamo da mangiare, non sono ammessi al banchetto della nostra ragione (lo sposo) ne alla gioia delle nostre passioni (le nozze). Restano fuori ma non più al buio (inconscio) hanno l'olio di un altra ragione: quella della disciplina e la vigilanza.
VERGINITÀ ED ILLUMINAZIONE
Da quanto detto in questa parabola possiamo benissimo vedere che la verginità è una condizione o disposizione dell'anima, non è una parte fisica della vagina della donna, è un simbolo. E' quella pienezza ed integrità della consapevolezza che ci permette di entrare nell'unione (o matrimonio) con la nostra divinità psiqica (lo Sposo) vale a dire la illuminazione, donde la vergine diventa in stessa stessa una lampada, un banchetto, una festa. La verginità spirituale non si perde come quella fisica ma si acquista man mano che si progredisce nelle profondità dell'anima umana, perchè si acquista integrità, visione completa di se stessi e del mondo che ci circonda (compresa la parte stolta, le vergini stole, che sono al buio, la nostra sombra).
PS: lo stesso si dica per la verginità di Maria madre di Gesù: è un simbolo, smettetela di fare i ginecologi spirituali
Grazie di <3
RispondiEliminaPrego, grazie anche a lei della sua attenzione
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