TRAMA
Hansel e Gretel sono i figli di un boscaiolo. Arrivata la miseria nella loro casa la matrigna convince il padre ad abbandonare i bambini nel bosco il giorno seguente. Hansel sente tutto ed esce a raccogliere dei sassi bianchi. Il giorno dopo Hansel getta i sassi lungo il cammino. Arrivati nel cuore del bosco i genitori accendono un fuoco e lasciano lì i bambini dicendo che andranno a tagliare la legna. Arrivata la notte la luce della luna illumina i sassi bianchi aiutando Hansel e Gretel a tornare a casa. Il padre è felice di rivederli, ma tempo dopo la famiglia non ha più da mangiare. La matrigna convince il marito a lasciare di nuovo i bambini nella foresta. Hansel non riesce a uscire per raccogliere i sassi, e il giorno dopo lascia briciole di pane lungo la strada. Abbandonati nuovamente i bambini cercano di ritrovare la strada, ma gli uccelli hanno mangiato tutte le briciole.
Il terzo giorno nella foresta Hansel e Gretel seguono il volo di un uccello bianco bellissimo e arrivano a una casetta fatta di dolci. I bambini cominciano a mangiarla finché non esce una vecchia decrepita. La vecchia si comporta gentilmente, li fa mangiare e li ospita con tutte le comodità, La vecchia in realtà è una strega che attira i bambini nella sua casa per mangiarli: rinchiude Hansel in una gabbia e costringe Gretel a cucinare per far ingrassare il fratello. La strega non ci vede bene e per capire se Hansel ingrassa deve sentire le sue dita: Hansel le fa sempre sentire un ossicino che era nella gabbia.
Dopo un mese la strega perde la pazienza e decide di mangiare Hansel anche se non sembra ingrassare. La strega dice a Gretel di controllare se il forno è abbastanza caldo, così da poterla spingere dentro e arrostirla. Gretel però intuisce le sue intenzione e finge di non capire cosa deve fare: mentre la strega le fa vedere cosa deve fare Gretel la spinge dentro e chiude lo sportello, condannandola a bruciare. Gretel libera Hansel, e i due prendono tutte le gemme che possono dai forzieri della strega. Si incamminano verso casa, attraversano un fiume uno alla volta sul dorso di un'anatra e tornano dal padre, che non era mai stato felice da quando li aveva lasciati. La matrigna è morta, e il resto della famiglia può vivere bene grazie alle gemme della strega.
HANSEL E GRETEL
E' una fiaba tedesca riportata dai fratelli Grimm. La fiaba presenta numerosi punti di contatto con Pollicino di Charles Perrault. Venne pubblicata la prima volta nel 1812. La fiaba ambientata in una foresta della Germania durante il XVII secolo, in un periodo di carestia. I nomi dei protagonisti sono i vezzeggiativi di Hans (diminutivo di Johannes, che corrisponde all'italiano Giovanni) e di Margarethe (che corrisponde all'italiano Margherita o Greta).
Il contesto storico della fiaba è sicuramente l'orrore di un medioevo dove la fame e la carestia facevano sì che i bambini fossero preda di tanta violenza e soprusi, anzi persino prede in senso letterale e cioè di cannibalismo appunto dovuta la diffusione della fame. Tutta la fiaba è impregna di questa disgrazia e paura: la fame!. Una rilettura invece psicanalitica è ovviamente fattibile se la fame vien vista come quella voglia (noia e depressione) interiore che noi subiamo pur di dover trovare una ragione, valore o verità più sublime (cibo spirituale) che ci aiuti a sopportare la finitezza umana della nostra mortalità. Su questa propositiva tutti i personaggi trovano simbolicamente il loro senso compiuto, quindi percorriamo la fiaba dall'inizio:
L'ESISTENZA E' PRECARIA
Hänsel e Gretel sono due bambini, figli di un povero taglialegna che si è risposato dopo essere rimasto vedovo... Così inizia la fiaba e ritroviamo i classici archetipi, la madre muore, anche la madre della Cenerentola, di Biancaneve, di Vassilissa, ecc. La madre è l'origine femmineo quindi la nostra dimensione spirituale di cui noi spesso ignoriamo la sua sorte. Tutti noi cresciamo soli col padre (la materia) secondo la legge della natura mentre ci manca la madre (lo spirito, la trascendenza della materia), infatti nei momenti di tristezza, noia, delusioni tutti noi ci sentiamo di fronte all'esistenza come orfani. E cosa fa il padre? si risposa e sostituisce questa madre, ahinoi, con la classica matrigna delle fiabe
Disegno S. Barreiro |
LA MATRIGNA FIABESCA
Analizziamo il simbolo della matrigna a livello sociale. Il padre è il governo che dovrebbe provvedere ai suoi cittadini (figli) ma è un incapace, punta tutto sul piano materiale (taglialegna) ma sull'aspetto interiore meglio dare al popolo una matrigna e questa (non essendo la vera fonte dell'esistenza, l'amore), cerca di sbarazzarsi di questa prole o intrattenerla o tenerla lontana da casa, donde gli scopi che oggi ci offre la matrigna (noi la chiamiamo consumismo, capitalismo, tecnologia), ci farà sempre morire interiormente di fame.
PADRI O ALLEVATORI?
Oggi sembra che i genitori sono così impegnati nella realizzazione materiale (professione, lavoro, impegni sociali) che l'unica funziona che compiono con i figli è quella di allevatori, cioè provvedono alla prole il sostentamento materiale (vito ed alloggio) finchè questi possano al più presto farsi strada da soli, ma la vocazione di educatori e donatori di valori ed amori sembra che passi in sordina ed alle volte persino totalmente assente. Ecco la fame di umanità di cui la famiglia è in preda mortale:
Il padre è la ragione ma spesso si risposa con la falsità, la matrigna, quella figura contro falsata che fa le veci di un amore che non ci genera, non ci dà nè vita nè senso. Oggi la società ci offre tutto ma non il senso del tutto ed alla fine questo tutto ci porta alla fame interiore e la malattia psichica. Capita a tutti noi quando viviamo sul piano prettamente materiale, ecco il Padre (ragionevolezza) che si logora procurandosi una sussistenza effimera, mai soddisfacente, mai appagata. La matrigna è lo scopo falso della vita e di fatto sarà sempre lei nelle fiabe a spingere il Padre (la ragione) ad uccidere i suoi figli, vale a dire a sprecare la nostra esistenza . Infatti la fiaba prosegue proprio così: "Visto che l'uomo non riesce più a sfamare la famiglia, la sua nuova moglie lo persuade a disfarsi dei bambini".
Illustrated by Aletta |
REALIZZAZIONE NEL LAVORO O SMARRIMENTO?
La fiaba continua: "...quindi egli, con la scusa di farsi aiutare nel lavoro, li conduce nel bosco e li abbandona". Di nuovo, da una prospettiva sociologica, egli cioè il padre (chi dirige la società, i governanti) con la scusante del progresso quindi il lavoro, ci abbandonano a livello educativo umano e spirituale nel bosco dell'indifferenza (in psicologica non differenziazione), infatti oggi le persone puntano alla realizzazione soltanto sotto un profilo economico, professionale, informatico e poi, di conseguenza, troviamo grandi scienziati con un carattere insopportabile, medici intrattabili, giudici corrotti, persone piene di informazione ma con poca formazione umana. Quante persone si sentono realizzate nel mondo lavorativo eppure nella loro vita privata ancora deluse, depresse, annoiate? ecco qui Hansel e Gretel abbandonati nel bosco della produttività e del progresso senza però una certezza o crescita interiore (sono bambini smarriti a livello esistenziale).
LE TRACCE INVISIBILE DELL'INCONSCIO
Una delle particolarità più preziose di questa fiaba è il modo in cui i bambini si ingegnano per non smarrire la strada di casa. Dice la fiaba: "I due però, avendo origliato la sera prima la conversazione dei genitori, si sono premuniti e hanno segnato il percorso con dei sassolini bianchi, e così, seguendo la scia, riescono a ritrovare la strada di casa". Adesso pensiamo ai due bambini simbolicamente come alle potenze della nostra anima quindi intelletto e volontà (testa e cuore), la parte razionale e quella emotiva, il Yang e lo Yin. Un anima sveglia sta sempre attenta quindi ecco che loro "origliano", è l'essere svegli dentro, avere autocritica, autodisciplina, perspicacia. Adesso vi chiediamo molta attenzione perchè quello che stiamo per dirvi è fondamentale per non perdere il senso di orientamento nella nostra vita: quando eravamo nel grembo materno (la casa originale) abbiamo vissuto uno stato di totalità, fusione, immediatezza, eravamo tutt'Uno con l'amore che ci dava la vita. Una volta partoriti perdiamo questo stato Divino, ci differenziamo, nasce anche il IO e il limite. La prima cosa che ci fa ritrovare la madre è il seno, ma poi viene un altro distacco: lo svezzamento. Cosa fanno i bambini svezzati? si mettono tutto in bocca e per calmare la loro ansietà spesso li si dà un sostitutivo del seno materno, quindi un ciuccio o un biberon. Ma viene il momento di abbandonare anche quello! cosa fa il bambino? cerca un altro sostituto, un peluche, una copertina, un giocatolo, ecc... qualcosa che lo aiuti a colmare il vuoto di fusione totale con l'esistenza, dunque il seno, il biberon, il peluche, il giocatolo ... ecco sono questi i sassolini che tutti noi lungo il percorso della vita, come Hansel e Gretel, lasciamo nell'inconscio per ritrovare un giorno la strada dell'infinito ventre Divino, la casa. Dopo il peluche noi ci attacchiamo ad un amico, un amante, ad un lavoro, ai libri o la musica, ad una passione o vocazione, ecc ... insomma c'è un filo conduttore, si chiama ricerca oggettuale del senso esistenziale, chi perde il filo, chi perde l'oggetto (chiamato anche feticcio in alcuni casi e persino vizio) cade in un vuoto esistenziale e viene risucchiato da falsi oggetti ed obiettivi (alcool, droga, giochi d'azzardo, fumo, bulimia, anoressia, ecc...). Ci sono però due modi con cui Hansel e Gretel hanno fatto il sentiero....
LE IMPRONTE INDELEBILI DELL'AMORE
Avevamo detto che il sentiero tracciato da Hansel e Gretel non è altro che la ricerca oggettuale che tutti noi facciamo sin dalla nascita per rintracciare le nostre origini esistenziali che sono trascendentali, quindi divine, è un richiamo all'assoluto, il ritorno a casa (il grembo eterno, la fusione con l'Essere), ma il primo sentiero che Hansel e Gretel fanno è con sassolini bianchi, il sasso è forte, brilla nella notte, rappresentano le nostre ricerche positive, oggetti che ci aiutano in maniera costruttiva a tornare sempre a casa, invece il secondo sentiero fu fatto con briciole di pane, quindi con l'indigenza, infatti sono le nostre ricerche effimere, gli uccelli le divorano e ci fanno perdere l'orientamento esistenziale. A spingerci nello smarrito è la matrigna "ordina al taglialegna di portare Hänsel e Gretel ancora più in profondità nel bosco" perchè più lontano ci addentriamo in noi e meno scorte abbiamo per tracciare la strada di ritorno se siamo ancor immaturi: ecco i giovani che fanno mille esperienze senza la capacità di valutarle, senza sassolini abbastanza, questa scelleratezza è la matrigna psichica, un falso oggetto come sostituto della madre naturale che è una spiritualità sana e profonda. Ognuno di noi dovrebbe fare un esame di coscienza e percorre come Hansel e Gretel la strada a ritroso: qual è il vostro oggetto esistenziale (talismano, feticcio, portale, àncora, persona, passione o hobby, vocazione) che come un radar vi aiuta ad orientarvi nella vita? Poi fate caso: se oggetto è effimero (molliche di pane) prima o poi ci annoia, ci dispera, ci stanca, se invece è trascendentale (sassolini di pietra) ci dà forza, speranza, allegria.
Siamo orfani nell'esistenza,
mendicanti della verità,
chi non ha mai perso la strada del ritorno a casa?
siamo pellegrini dell'assoluto,
la nostra patria l'esilio,
affamati di amore
Hansel e Gretel sempre on the road.
UN ESISTENZA LOGORANTE
La fiaba prosegue così: "Vagando per la foresta, Hänsel e Gretel raggiungono una radura in cui sorge una piccola casa, che con meraviglia scoprono essere fatta interamente di dolci, in particolare di marzapane", ecco il mimetismo perfetto la vita è proprio fatta di marzapane, ci appare appetitosa, gustosa, provocante, deliziosa, ci attira, noi in qualche modo siamo attratti e drogati di esistenza, è la nostra dimora, infatti continua il racconto dicendo che "Spinti dalla fame, i due ne staccano dei pezzi per mangiarne". Noi ci nutriamo dell'essere ma nello stesso tempo siamo dall'esistenza divorati perchè quella è comunque una casa, la nostra dimora (noi ci consumiamo consumando). Quando arriviamo a questa consapevolezza, a questo limite, appare il nostro lato oscuro rappresentato nelle fiabe con la strega:
IL NOSTRO LATO OSCURO E' PIENO DI LUCE
Questo è un archetipo che non può mancare in ogni grande fiaba: il lato oscuro, dove si albergano i nostri limiti ma in retrospettiva anche le nostre più grandi possibilità qualora riusciamo ad affrontare tali limiti. Hansele e Gretel iniziano a mangiarsi la casa di marzapane, questo è indizio di farci del male, di vivere a proprie spese, sulla propria pelle, la casa è simbolo della nostra stessa integrità. La casa sperduta nel bosco ne abbiamo parlato in tante altre fiabe (la casa della nonna di Cappuccetto, quella dei Nani di Biancavene), è il luogo più intimo della nostra psiche. Questo luogo è abitato dall'uomo nero, dalla strega, dagli orchi, dal fantasma e via dicendo... ma inizialmente è ospitale anzi ci sembra un rifugio di salvezza come racconta la fiaba: "vengono sorpresi da una vecchietta, che fa capolino da una finestra. Molto affabile, questa li invita a entrare e i bambini accettano con gratitudine; la signora offre loro un'ottima cena e li fa coricare in morbidi letti"; questa è la descrizione perfetta di un nostro stato mentale di soggettivismo dove facciamo legge a se stessi, ci accogliamo senza sapere quello che siamo, crediamo che sia vero quello che ci piace senza nessun confronto nè differenziazione. Infatti Hansel e Gretel dormono in letti morbidissimi, in altre parole è la mancanza di autocritica che mette la coscienza a mollo (in bagno Maria) le persone vivono appunto senza coscienza in preda del loro lato oscuro ed è questo ciò che si rivela dopo nella fiaba.
Torniamo alla simbologia della fiaba: "Al risveglio però la vecchia svela la sua vera natura: si tratta di una terribile strega, che, sfruttando come esca la sua casa di marzapane, cattura bambini per poi divorarli". La parte nostra catturata è sempre l'infanzia, quella tappa in cui noi ci formiamo, attirati dalla dolcezza (marzapane) dall'idillio, dall'innocenza. Cosa fa la strega? Osserviamo con attenzione decodificando i simboli archetipici: "La strega costringe Gretel a farle da sguattera e rinchiude Hänsel in una gabbia e lo mette all'ingrasso, intenzionata a mangiarlo per primo". Se associamo Hansel alla nostra dimensione materiale Yang razionale maschile ed attiva mentre Gretel alla nostra dimensione spirituale Yin emotiva femminile e passiva, allora il senso è chiaro: Halsel è prigioniero nelle faccende del mondo, il lavoro, deve ingrassare i conti in banca, diventare opulento (ricco e potente) perchè è così che lo psichismo della strega lo desidera, più siamo superficiali (cioè grassi) più siamo appetitosi per la nostra ombra, mentre Gretel, il femmineo divino in noi, diventa schiava serva ed addomesticata di un mondo che non è il suo.
INSAZIABILITÀ MATERIALE
Una condizione che noi tutti esseri umani cerchiamo è la pienezza, la sazietà perchè ci ridà oltre che il senso della completezza anche di quel'assoluto che siamo sempre alla ricerca. Fate caso ai bambini, una delle prime tendenze che noi abbiamo da piccoli è fare le collezioni, perchè ci dà la sensazione di completezza, di pienezza, è una gioia avere un album di figurine pieno e completo. Anche se poi una volta sazi cerchiamo di fare un altra collezione, ecco perchè la fiaba dice che la strega è miope, non vede questo abisso di desiderio infinito appunto perchè abbiamo uno spirito trascendentale dentro di noi, una sete di eterno. E cosa fa la strega? ... " la vecchia assaggia l'indice del ragazzino per controllare se sia ingrassato, ma Hänsel riesce a ingannarla porgendole ogni volta un osso di pollo; la strega non si accorge dell'inganno e si convince che il bambino sia sempre troppo magro". Ecco l'osso con cui noi cerchiamo di ingannare questa strega psichica è la nostra debolezza, invece restiamo prigioniero del dover ingrassare, arricchirci, acquistare potere, poi diventa un circolo vizioso come con l'avarizia più soldi hai più tirchio diventi e pensi di non avere mai abbastanza, oppure come con l'anoressia, più sei magro più ti vedi grasso, con la stupidità più sei ignoranti e più ti credi intelligente. La nostra parte Yang, maschile è il lato debole, perchè essendo intraprendente si lascia facilmente trascinare nella gabbia dello sviluppo, la crescita, la conquista. La svolta sta nello spirito, quindi Gretel, il Yin.
SETE D'INFINITO IN UN MONDO LIMITATO
Nulla potrà mia soddisfare la nostra sete d'infinito perchè viviamo in un mondo effimero, tutto passa, siamo collezionisti di esperienze, ma dopo la sazietà di una ne sorgerà un altra, infatti ad un certo punto arriva la depressione (è una fame inaudita interiore che ci fa sentire schiacciati), quando la fiaba dice "A un certo punto la strega, spazientita, ordina a Gretel di preparare il forno per arrostire comunque Hänsel", ecco sono quei momenti in cui ci sentiamo venire meno, bruciati, il forno è simbolo del logorio interiore. Perchè Gretel deve preparare il forno? ricordiamolo: l'unica cosa che ci può colmare l'infinito è lo spirito in quanto ha una natura trascendentale infinita. Cosa accade se ci mettiamo anche l'anima negli affari materiali? si fa quello che vuole la strega: "ordina a Gretel di preparare il forno, mettendoci dentro la testa per vedere se è ben caldo" ... Ma un anima sveglia sa che non ci deve cadere nella trappola, Gesù diceva che il Sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il Sabato, lo stesso si dica che la religione è fatta per me non io per la religione, oppure il devo avere un lavoro ma il lavoro non deve avere me e possedere tutta la mia esistenza. Gretel lo capisce allora " la ragazzina tuttavia finge di non capire e la vecchia, spazientita, infila la testa nel forno per mostrarle come deve fare"... l'avete capito? cosa dobbiamo fare adesso? sì proprio quello: una spinta nel sedere della strega, ci dobbiamo rimettere il sedere per ribaltare la situazione.
PER IL MARINAIO ESPERTO IL VENTO FAVOREVOLE E' QUELLO CONTRARIO
La fiaba subisce una prassi sfavorevole della mentalità dell'epoca: bruciare le streghe, disfarsi del male, azzittire le tentazioni, uccidere i demoni. Ben sappiamo che questo processo a livello psicologico e anche spirituale è effimero, impossibile, al limite illusorio, perchè nella misura che uccidi un demone tu diventi un demone, nella misura che tu punisci una crudeltà diventi crudele, nella misura che ti consideri un eletto diventi soltanto uno estraneo. In realtà il male è il promotore del bene in quanto tale. La fame della strega è insaziabile (il nostro dubbio esistenziale) è lei la legna che non si consuma mai da mettere nel fuoco (la ricerca esistenziale). Gretel nel momento in cui brucia la strega ne diventa Strega (fa quello che la strega voleva fare, l'input e l'essenza è uguale), sta poi ad ognuno di noi decidere come fare la strega: buona o cattiva, perchè le nostre passioni sono semplicemente delle potenze o energie che vanno poi indirizzate. La strega non va eliminata ma interiorizzata, assunta, redenta (si redime sempre col fuoco), il nemico va amato perchè se lo odi tu diventi anche nemico nell'anima. Soltanto in questo modo acquistiamo la padronanza su se stessi, piuttosto che la prepotenza sugli altri. Di fato la fiaba dice: "I bambini si impadroniscono dell'oro che la strega nascondeva in casa" L'oro fa riferimento ala maturazione, la trasformazione alchemica dell'oro attraverso il fuoco. L'oro che i bambini prendono è l'esperienza della strega solidificata. Il forno è simbolo di esperienza, vi si cuoce a modo il cibo cioè la pratica vitale.
IL VIAGGIO INIZIATICO DEL RITORNO
Dopo la conquista del potere interiore (l'oro della strega) i bambini intraprendono il viaggio di ritorno e la fiaba prosegue così: "Arrivati a un lago lo attraversano con l’aiuto di un’anatra e giunti a riva seguono la strada che conduce alla loro casa". E' da notare due cose importantissime: la prima è il lago, nella strada di andata non trovano un lago ma soltanto al ritorno, perchè l'acqua è simbolo di rinascita, di vita, battesimo, rito iniziatico; la seconda è l'anatra. Cosa significa? L’Anatra è un uccello migratore ed è la personificazione del viaggio iniziatico. Per la migrazione che compie ogni anno simboleggia la difficile ricerca spirituale e il ciclo delle rinascite. Ha due capacità: galleggiare quindi sapere stare sulle acque, stabilità, fermezza, eppure sa volare in altro nonostante sappia anche andare nelle palude, quindi ha tutte le quali che uno spirito saggio dovrebbe avere: sta in mezzo al male (palude) ma non affonda, sa volare e trovare sempre il meglio altrove (migrazione). Il ritorno a casa non è altro che la presa di coscienza ecco perchè il ritrovo col padre che è la ragione.
SI PERDE LA RAGIONE PER TROVARE UN SENSO
Il ciclo sempre insegna che ci sono passaggi inevitabili per quanto crudeli: nascita, abbandono, morte e rinascita. I bambini tornano a casa, ma la fiaba puntualizza una fattore importantissimo: "Nel frattempo la matrigna è morta", quindi i falsi amore, i falsi orientamenti, gli scopi effimeri della vita devono finire, la ragione deve farsi da sola un senso, infatti il padre è da solo: "appena li vide il Padre corse incontro ai bambini", non era più preda dall'egoismo esclusivista della matrigna, i bambini sono cresciti, maturi, infatti portano a casa quello che mancava: l'oro, il sostentamento "grazie al quale Hänsel, Gretel e il taglialegna vivono felici per sempre, non soffrendo più la fame", come mai? perchè quando la tua passione si fonda su una ragione eterna, spirituale, trascendentale, non finirai mai di saziartene. In controluce, uccidendo la strega è scomparsa anche la matrigna, cioè se noi diamo alla nostra anima uno scopo assoluto vien meno la sollecitazione del mondo materiale che è finito e passeggero. L'oro mancante del taglialegna era la verità nello spirito, la conoscenza interiore.
grazie per questa interpretazione, molto profonda
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