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SE NON DIVENTERETE COME I BAMBINI (presenti nel presente, qui ed ora), NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI (la consapevolezza) - Gesù di Nazareth -

venerdì 3 gennaio 2020

LA BEFANA

LA BEFANA, LA NOSTRA COSCIENZA IN PIENEZZA. LA BELLEZZA DELLA VECCHIAIA: L'ESPERIENZA!
La strega che viene bruciata? macché, quello è il residuo di una fatale prassi medioevale inquisitoria. La figura della Befana risale alle tradizioni pagane del periodo solstiziale, cioè quando l’anno vecchio si preparava alla morte , quando il sole nei campi ormai non brucia più, è la figura della tredicesima luna, Vecchia, ormai raggrinzita. Nelle credenze pagane, dopo l’evento solstiziale, per dodici notti, demoni femminili volavano sopra i campi da poco seminati per propiziare il futuro raccolto. Per i Greci era la dea Hera a svolgere questo compito, elargendo promesse di fertilità, per i Romani Diana, divinità lunare. E proprio quei doni, semi che contengono in noce la nuova vita generativa, non sono forse i dolcetti che ancora oggi la Befana lascia nelle calze dei bambini buoni? Anche il carbone, indesiderato e temuto da chi ha la coscienza un po’ sporca, nasconde in realtà il significato profondo di custode latente del fuoco, e nel passato aveva valenza magica di talismano. Il Nero della nostra coscienza porta con sè un fuoco spento di esperienze da rivivere. La vecchia luna (Befana) deve dare alla luce la nuova luna (Primavera) la speranza dei bambini carichi di doni. La Befana secondo interpretazioni largamente accettate in centro e nord Europa si richiamerebbe alla figura celtica di Perchta, assimilabile ad alcune figure come ad esempio Frigg in Scandinavia, Holda in nord Europa, Bertha in Gran Bretagna, Berchta in Austria, Svizzera, Francia e Nord Italia; è una personificazione al femminile della natura invernale, viene rappresentata come una vecchia gobba con naso adunco, capelli bianchi spettinati e piedi abnormi, vestita di stracci e scarpe rotte, aleggiando sopra i campi e terreni di notte ne propizia la fertilità, e viene festeggiata nei 12 giorni che seguono il Natale, culminanti in coincidenza con l'epifania. Già a partire dal IV secolo d.C., l'allora Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche.

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