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SE NON DIVENTERETE COME I BAMBINI (presenti nel presente, qui ed ora), NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI (la consapevolezza) - Gesù di Nazareth -

venerdì 24 marzo 2017

NARCISO

Un giorno il dio delle acque, rapì la bellissima ninfa Liriope di cui si era innamorato. Tra i due nacque un sentimento tenero e reciproco che portò alla nascita del loro unico figlio: Narciso.
Più cresceva e più Narciso diventava incredibilmente bello, così Liriope decise di consultare l’indovino Tiresia per chiedere come avrebbe potuto fare a conservare in eterno la bellezza del figlio.
Tiresia pronunciò la sua profezia: Narciso vivrà molto a lungo e la sua bellezza non si offuscherà. Ma il giovinetto non dovrà più vedere il suo volto, che immancabilmente si avverò.
Narciso si dedicava alla caccia e a solitarie passeggiate nei boschi, destando il desiderio di mille ninfe e mille volte rifiutandolo e ignorandolo.
Un giorno, sentì tra le gole della montagna una voce che gioiva di canti e risate. Era Eco, la più bella delle ninfe che a prima vista s’innamorò perdutamente di lui. Ma Narciso, incauto e incosciente sia della sua bellezza che dell’amore, la rifiutò. Eco però non riusciva a farsene una ragione, lo seguiva nei boschi pur di vederlo, finché l’amore e il dolore la consumarono, si rinchiuse in una caverna profonda ai piedi della montagna, dove Narciso era solito andare e lì, con la sua bella voce armoniosa continuò a chiamare per giorni e notti il suo amato, che non venne mai.
L’amore non corrisposto consumò Eco, di lei rimase solo la voce inquieta che si nasconde tra le rocce, rispondendo ai richiami. Narciso non se ne curò e la sua indolenza fu punita dagli dei. Nemesi fu inviata per punirlo, e così, un giorno Narciso, abbeverandosi ad una fonte, vide la sua immagine riflessa nell’acqua. Se ne innamorò perdutamente e nel tentativo di raggiungerlo, vittima della stessa pena che aveva inflitto, cadde nelle acque e sparì per sempre. Al suo posto nacque un fiore, ancora oggi conosciuto con il nome di Narciso.

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